"Ora capisco"

Ora capisco.

Lapidaria sententia con cui, molto spesso, si conclude un percorso di dolore.

A parte l’ora capisco non c’è altra considerazione, altra soluzione, altra decisione se non la solitudine pensosa o, in casi disperatissimi, il suicidio.

Una donna si mantiene fedele a sé e al marito per tutta la vita, ha fatto dell’onestà il baluardo della difesa del proprio virginale sentire, eppure, disperata dei continui tradimenti, tenta l’ultima carta.

Sa che la novella concubina è pericolosa, perché questa abita lo stesso tetto.

Tutto è sopportabile, ma non il tradimento nello stesso talamo.

Si ricorda di un filtro, frutto di una violenza quasi subita, rinuncia all’onestà optando per l’intervento magico.

Uccide il marito e se stessa.

Se Eschilo è il tragico del dolore come formazione interiore, Sofocle è quello dell’ora capisco, che non dà spazio ad alcun messaggio positivo.

È il caso di Deianira, la protagonista delle Trachinie, di Edipo, di Antigone e di tanti altri eroi.

Purtroppo la trama di cui ho parlato è stata funestata da attori poco validi sul piano della recitazione nell’emozionante teatro greco di Siracusa, dove mi son recato con pochi alunni.

Brava l’attrice che impersonava Deianira, un pischellino il figlio, ridicolo Eracle.

Alle diciotto, dopo che nel primo pomeriggio avevamo scorazzato nelle acque del greco mar, gelidissimo, eravamo seduti sulle pietre della cavea, a cucinare sotto un sole caldo tagliuzzato da una fresca brezza. Dall’ustione mi ha salvato una collega, che mi ha imprestato il suo copricapo con visiera alla monello.

Due ore e più di spettacolo, senza intervallo, senza sigaretta; pur essendo il teatro all’aperto, non è possibile fumare, trattandosi di una zona archeologica, famosa anche per l’orecchio di Dioniso e le latomie.

Il giorno dopo due gioielli della Sicilia orientale: Ortigia(SR) e Noto barocca.

Tra le altre cose la cattedrale di Siracusa costruita su un tempio greco e la fonte Aretusa; a Noto le chiese e per fortuna, ancora intonsa, l’infiorata alla Genzano.

Un bilancio positivo dei tre giorni.

Gli alunni(i miei) sono stati corretti nel comportamento, le colleghe gradevoli, una molto intelligente, una giunone con pensiero; una seconda, molto triste e sola; una terza, logorroica, ci ha sforato il cranio parlando ininterrottamente dei figli, del marito e del suo amore per le lingue classiche. Una nevrotica con cuore potrebbe essere definita.

La cosa più importante?

Ho staccato con il precisionismo scolastico, ho riposato così bene che la mattina sarei rimasto volentieri a dormire.

Ma Noto, Siracusa e i gioielli, fortunatamente, non me lo hanno concesso.

(Nella foto, scattata da un’allieva, il coro delle Trachinie, a metà tra vedove siciliane e donne greche; nell’immagine Eracle, Nesso e Deianira)

8 pensieri su “"Ora capisco"

  1. Anche io ho visto le Trachinie il 16. Non era la prima volta che vedevo una tragedia greca, l’anno scorso ho visto le Troiane. Ho amato profondamente il coro anche se davanti a me c’erano due ragazze che non hanno visto la tragedia per niente! Prima hanno scritto su un quaderno, poi hanno giocato a nomi, cose e città e poi (mentre non potevo far altro che ridere per quella specie di Eracle agonizzante- senza fare rumore, si intende) hanno iniziato ad ascoltare la musica!!! Cose dell’altro mondo! Penso che Sofocle, se fosse ancora stato nella tomba, avrebbe avuto le convulsioni, sia per le due ragazze che per la ridicola interpretazione di Eracle…Bah
    Fatto sta che mi sono innamorato del coro e mi ha fatto piacere rivederlo in questa foto
    Grazie 🙂

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  2. @Lettrice M, Siracusa è una meraviglia, l’antica s’intende. 🙂

    @Palantiro, capitano anche gli incidenti… nomi, cose, città. A fine spettacolo i miei alunni avevano le smanie, ma c’erano i miei occhi a fulminarli, se avessero osato… Eracle era eccessivamente noioso e ridicolo. Grazie a te! 🙂

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  3. Sai che non ho mai visto le tragedie greche?non ricordo neanche se c erano quando andavo a scuola,in ogni caso non sarei potuta andare 😦
    Mio figlio(palantiro) me ne ha parlato con entusiasmo criticando un po alcuni attori,descrivendomi le scene e l atmosfera magica,i colori del cielo ed il passaggio di uno stormo di uccelli durante una delle scene.Ho saputo che anche a Tindari le fanno,non sempre,ma non è mai troppo tardi per andarle a vedere..Grazie ai miei figli quanto sto riscoprendo,sto ritrovando e conoscere con gli occhi,il cuore ,l’ esperienza di oggi è entusiasmante,affascinante.Buona giornata Mel,un abbraccio 🙂

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  4. @Un’esperienza da fare, Alde. L’anno scorso è andata meglio con l’Ecuba.
    🙂

    @Daphnee, devi approfittare di una ottima occasione; a Tindari(ME) rappresentano, se non erro, l’Antigone di Sofocle e la Medea di Seneca.
    🙂

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  5. Il giro che hai fatto tu, l’ho fatto tre anni fa in agosto. Un caldo infernale. Ricordo tutto di Siracusa, soprattutto le colonne doriche fagocitate nella chiesa cristiana, e la piazza dal lastricato antico bianco-latte. E la Fonte Aretusa, e quasi di fronte oltre lo specchio di mare, il Cyane con un ristorante sull’acqua. Ricordo bene Ortigia (tenuta malissimo) e Noto, con quella strada in salita strapiena di palazzi barocchi. E certe cassate indimenticabili….

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