"… Esplode lo spettacolo"

“La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita. Se uno capisce i limiti, capisce come funziona il meccanismo. Tutto sta nel capire i limiti. Prendete i fiumi, per esempio. Un fiume può essere lungo, lunghissimo, ma non può essere infinito. Perché il sistema funzioni, deve finire. E io studio quanto può essere lungo prima di finire. […]
Sono studi faticosi, e anche difficili, non si può negarlo, ma è importante capire. Descrivere. L’ultima voce che ho scritto è stata Tramonti. Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. È un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti. Li ho studiati per settimane. Non è facile capire un tramonto. Ha i suoi tempi, le sue misure, i suoi colori. E poiché non c’è un tramonto, dico uno, che sia identico a un altro allora lo scienziato deve sapere discernere i particolari e isolare l’essenza fino a poter dire questo è un tramonto, il tramonto. Vi annoio?
Ann Deverià non si annoiava. Cioè: non più del solito.
Così adesso sono arrivato al mare. Il mare. Finisce, anche lui, come tutto il resto, ma vedete, anche qui è un po’ come per i tramonti, il difficile è isolare l’idea, voglio dire, riassumere chilometri e chilometri di scogliere, rive, spiagge, in un’unica immagine, in un concetto che sia la fine del mare…” (A. Baricco, Oceano mare, 1993)
 
È raro che un romanzo possa piacermi
dalla prima all’ultima riga.
Ogni romanzo vive di e per alcuni momenti isolati di bellezza etica ed estetica.
Oceano mare ne contiene squarci straordinari, ma lo sperimentalismo avanguardistico, che attraversa soprattutto il libro secondo e terzo e che costringe il povero lettore ad eseguire l’analisi logica per capire, che adatta parossisticamente il contenuto alla forma, con una uterina attenzione alla disposizione grafica dei segmenti testuali, mi fa ritrarre le antenne dell’attenzione e dell’interesse.
Però i rari momenti di poesia(di stile e contenuto) assolvono le mende(almeno per me!).
 
Anche noi, probabilmente, siamo come i fiumi di Bartleboom, come i tramonti, come il mare.
Mi piace crogiolarmi in questa ipotesi.
L’Oceano è nel mare dei nostri limiti.
 

17 pensieri su “"… Esplode lo spettacolo"

  1. non è mica male l’idea di costringere chi legge, se vuol capire, a cimentarsi nell’analisi logica.
    Non ho letto il libro, sarà uno dei miei prossimi acquisti, forse perchè a forsa di compilare celle excel sono un pò arrugginito con la grammatica. O forse perchè in fondo, bene o male, sui tramonti abbiamo sempre tutti qualcosa da dire o da imparare.
    Poi pensavo ad “Oceano” di Faber … a come si combinerebbe con un tramonto, ma la farei troppo lunga e per essere lunedì sono già abbastanza ar minchiam 🙂

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  2. @Gipsy, non conosco abbastanza Baricco per dare un “giudizio”, ma non mi appassiona, se non isolatamente.
    🙂

    @Ray, nel romanzo, parte seconda e terza, Baricco scimmiotta una “specie” di flusso di coscienza che mette a dura prova la pazienza del lettore… da qui l’analisi. Se mai fosse utile… a capire.
    🙂

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  3. Fa troppo caldo Mel..non ho letto Baricco ma quel pezzo che hai postato mi piace e mi piace credere che noi siamo come i fiumi di Bartlebom,come i tramonti,come il mare..
    daphnee
    continuo ad avere problemi con splinder,spero di non stancarmi..:(
    daphnee

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  4. Mi fermo al primo rigo, abbia pazienza.
    La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita
    Però i frattali che lasciò Harmonia tempo fa danno il senso di infinito.
    🙂

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  5. Ah ecco sperimentalismo avanguardistico è una bella definizione per il romanzo e il suo autore.
    Non l’ho mai sopportato quel suo minimalismo..tranne che per quel piccolo testo dal quale fu tratto ( non sarà mica il libro che citi?) quel fantastico film che è “La leggenda del pianista sull’oceano”.
    Lo hai visto Mel?

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