Disutile

“Se uno si trova a vivere in un sistema ingiusto che non può sperare di cambiare nel corso di una vita umana, se non crede nei valori della vita solitaria e contemplativa, sarà indotto a chiedersi se e fino a che punto deve adattarsi, se ha un senso ribellarsi per essere schiacciati; e allora potrà trovare in Tacito ragioni per la rassegnazione, ma anche per una vita operosa, non inutile agli altri” (Antonio La Penna, Vivere sotto i tiranni).
 
“Davvero fosti fortunato, Agricola, non soltanto per la nobiltà della tua vita, ma anche per la tempestività della morte. Come riferiscono coloro che poterono ascoltare le tue ultime parole, accettasti con fermezza e di buon grado il tuo destino, come se, per quanto è dovere di un uomo, tu offrissi al principe una dichiarazione d’innocenza. Ma a me e alla figlia di lui, oltre al dolore per la perdita prematura del parente, accresce la mestizia il fatto che non ci è stato possibile assisterlo durante la malattia, sorreggerlo mentre spirava, saziarci del suo volto e del suo abbraccio. Avremmo certamente potuto raccogliere gli ultimi desideri e le ultime voci, per imprimerli profondamente nell’animo. Nostro fu questo dolore, nostro questo strazio, da noi fu perduto quattro anni prima a causa di una tanto lunga assenza. Ogni cosa fu fatta certamente in abbondanza, ottimo padre, per renderti onore, dal momento che ti assisteva l’amorosissima sposa: tuttavia con troppo poche lacrime fosti sepolto e nel vedere l’ultima luce i tuoi occhi cercarono invano qualcosa”.
(Tacito, I sec, Agricola, 45, 3-5)
 
Ho postato parte della laudatio funebris che lo storico Tacito dedica al suocero Agricola che, all’ultima ingiustizia subita da parte di Domiziano, non oppone clamorosi quanto inutili atti di resistenza, ma il ripiegamento nel culto stoico della libertà interiore.
I successi militari, che toccarono il massimo successo nell’84 con la vittoria sul monte Graupio(forse nei pressi dell’attuale Inchtuthill sul Tay), suscitarono l’invidia e la gelosia del tiranno Domiziano, che temeva il confronto con il suo falso trionfo in Germania sulla popolazione dei Catti. Agricola si rassegnò ad essere messo in disparte, pago di aver fatto il bene della patria.
 
Gneo Agricola come Biagi?
Ieri sera ho sentito il più bel tributo su Biagi, quello di Ersilio Tonini, che ha posto l’accento sulla causa dell’assenza del giornalista; Biagi era disutile al sistema.
 
Se trattasi di sistema ingiusto, vi prego, non accusate soltanto l’ex presidente del Consiglio, che è stato ed è un elemento del sistema, non il Sistema.
 
 
 

45 pensieri su “Disutile

  1. Io ricordo solo, di Giulio Agricola (a parte la parentela con Tacito) il fatto che circumnavigò la Gran Bretagna e compì atti di crudeltà verso le popolazioni scozzesi dell’epoca. Certo costoro non dovevano essere facili da trattare… e chissà come si erano sgomentati vedendo le navi romane….come i dischi volanti per noi!! Cmq ci voleva un enorme coraggio affrontare le coste scozzesi così tremendamente frastagliate, e con quei venti pronti a scatenarsi, avendo navi in legno senza bussola nè radar eccetera…. un enorme coraggio!

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  2. Io ricordo solo, di Giulio Agricola (a parte la parentela con Tacito) il fatto che circumnavigò la Gran Bretagna e compì atti di crudeltà verso le popolazioni scozzesi dell’epoca. Certo costoro non dovevano essere facili da trattare… e chissà come si erano sgomentati vedendo le navi romane….come i dischi volanti per noi!! Cmq ci voleva un enorme coraggio affrontare le coste scozzesi così tremendamente frastagliate, e con quei venti pronti a scatenarsi, avendo navi in legno senza bussola nè radar eccetera…. un enorme coraggio!

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  3. Ricordi bene, Ombra. 🙂
    Per il periodo storico in cui visse, era “normale” il massacro di popolazioni da conquistare. La nostra ottica non può, secondo me, essere di giudizio nei confronti del passato antichissimo, in caso contrario potremmo buttare nel cestino ogni elemento.
    Pur spietato nella sua attività di conquista, Agricola rimane per la cultura antica un modello di servitore dello Stato, pur nella tragicità del periodo, che vede la libertà soffocata dai principes romani, ormai per il I sec. tiranni.
    L’accostamento Agricola-Biagi passa attraverso la mediazione culturale di Tacito e del contemporaneo La Penna.

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  4. Ricordi bene, Ombra. 🙂
    Per il periodo storico in cui visse, era “normale” il massacro di popolazioni da conquistare. La nostra ottica non può, secondo me, essere di giudizio nei confronti del passato antichissimo, in caso contrario potremmo buttare nel cestino ogni elemento.
    Pur spietato nella sua attività di conquista, Agricola rimane per la cultura antica un modello di servitore dello Stato, pur nella tragicità del periodo, che vede la libertà soffocata dai principes romani, ormai per il I sec. tiranni.
    L’accostamento Agricola-Biagi passa attraverso la mediazione culturale di Tacito e del contemporaneo La Penna.

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  5. Orrido trovo colpevolizzare il sistema.
    Preferisco che siano indicate le responsabilità dei singoli o dei gruppi.
    La somma delle responsabilità e/o delle ignavie crea “sistemi” malsani, almeno quanto responsabilizzarsi individualmente poiché la colpa è del “sistema”.

    “saziarci del suo volto e del suo abbraccio”
    splendidotutto, splendido quel saziarci. E poi:
    “…e nel vedere l’ultima luce i tuoi occhi cercarono invano qualcosa
    Cosa?

    maria
    maria

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  6. Orrido trovo colpevolizzare il sistema.
    Preferisco che siano indicate le responsabilità dei singoli o dei gruppi.
    La somma delle responsabilità e/o delle ignavie crea “sistemi” malsani, almeno quanto responsabilizzarsi individualmente poiché la colpa è del “sistema”.

    “saziarci del suo volto e del suo abbraccio”
    splendidotutto, splendido quel saziarci. E poi:
    “…e nel vedere l’ultima luce i tuoi occhi cercarono invano qualcosa
    Cosa?

    maria
    maria

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  7. Anch’io credo nella responsabilità dei singoli; l’accento è posto sul lasciarsi fagocitare dal Sistema, cosa che Biagi non ha fatto.
    Mariuccia cara, ho scelto Tacito anche per un altro motivo: l’asciuttezza dello stile, la parola secca che, nei grandi, è anche fatto.
    Se il “burroso” Cicerone è più facile da tradurre, Tacito no; la sua prosa fa soffrire il traduttore.

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  8. Anch’io credo nella responsabilità dei singoli; l’accento è posto sul lasciarsi fagocitare dal Sistema, cosa che Biagi non ha fatto.
    Mariuccia cara, ho scelto Tacito anche per un altro motivo: l’asciuttezza dello stile, la parola secca che, nei grandi, è anche fatto.
    Se il “burroso” Cicerone è più facile da tradurre, Tacito no; la sua prosa fa soffrire il traduttore.

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  9. Più che disutile Biagi era scomodo.
    Prezzolini asseriva che la verità va gridata e Biagi per tutta la vita lo ha “FATTO” usando un linguaggio acessibile a tutti.
    Il potere non perdona le persone che aiutano i propri simili a ragionare in modo da capire i retroscena della quotidianità. Lo hanno allontanato per PAURA che il suo esempio fosse seguito da altri.
    Un caro saluto
    Angela

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  10. Più che disutile Biagi era scomodo.
    Prezzolini asseriva che la verità va gridata e Biagi per tutta la vita lo ha “FATTO” usando un linguaggio acessibile a tutti.
    Il potere non perdona le persone che aiutano i propri simili a ragionare in modo da capire i retroscena della quotidianità. Lo hanno allontanato per PAURA che il suo esempio fosse seguito da altri.
    Un caro saluto
    Angela

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  11. Ha colpito anche me l’intervento, ieri sera, di monsignor Tonini. A ben pensarci è quello che ha pronunciato parole di condanna così forti che mai nessuno avrebbe osato dire. Il fatto che un uomo di chiesa abbia detto quelle cose dovrebbe farci riflettere, tutti. Non spariamo sull’esponente del sistema ma prendiamocela col sistema; ma anche: se i singoli non decidono di fare qualcosa, di cambiarlo, il sistema, questo non cambierà mai.

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  12. Ha colpito anche me l’intervento, ieri sera, di monsignor Tonini. A ben pensarci è quello che ha pronunciato parole di condanna così forti che mai nessuno avrebbe osato dire. Il fatto che un uomo di chiesa abbia detto quelle cose dovrebbe farci riflettere, tutti. Non spariamo sull’esponente del sistema ma prendiamocela col sistema; ma anche: se i singoli non decidono di fare qualcosa, di cambiarlo, il sistema, questo non cambierà mai.

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  13. Anche a me hanno colpito le parole di Tonini, ma mi ha fatto molto riflettere anche questo post, con questo accostamento. In effetti spesso capita di vedere personaggi che passano per “antagonisti” o anticonformisti mentre in realtà sono funzionali a un certo sistema che infatti ben li tollera. Mentre chi cerca la verità, attraverso la ragione, e magari senza urlare o stimolare l’emotività, è realmente ostacolato (in quanto disutile e pericoloso) senza che nessuno quasi se ne accorga o si opponga concretamente…

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  14. Anche a me hanno colpito le parole di Tonini, ma mi ha fatto molto riflettere anche questo post, con questo accostamento. In effetti spesso capita di vedere personaggi che passano per “antagonisti” o anticonformisti mentre in realtà sono funzionali a un certo sistema che infatti ben li tollera. Mentre chi cerca la verità, attraverso la ragione, e magari senza urlare o stimolare l’emotività, è realmente ostacolato (in quanto disutile e pericoloso) senza che nessuno quasi se ne accorga o si opponga concretamente…

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  15. l’asciuttezza dello stile
    mi piace.
    Serve un’asciuttezza di stile di vita, anche.
    La ribellione deve riuscire a godere di una giusta lontananza dalla mischia e dall’ovvietà del contrasto rancoroso.
    Il che non significa mancanza di emozionalità partecipativa, il che non significa assenza di partecipazione emozionale.
    Esistono tanti modi di esserci, malgrado e comunque.
    Esistono modo per non sentirsi schiacciati.
    Il sistema temo-penso sia creato da tutti noi, in qualche modo perpetrato e perpetuato: pagare il pizzo, addossare colpe a singoli -seppur deprecabili- individui, adeguarsi per comodo o stanchezza, derogare, demandare, asservirsi, considerare inutile il proprio negotium, rinunciare al pensiero divergente (dai cattivi e dai buoni)…
    Il timore della morte uccide più della morte.
    maria

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  16. l’asciuttezza dello stile
    mi piace.
    Serve un’asciuttezza di stile di vita, anche.
    La ribellione deve riuscire a godere di una giusta lontananza dalla mischia e dall’ovvietà del contrasto rancoroso.
    Il che non significa mancanza di emozionalità partecipativa, il che non significa assenza di partecipazione emozionale.
    Esistono tanti modi di esserci, malgrado e comunque.
    Esistono modo per non sentirsi schiacciati.
    Il sistema temo-penso sia creato da tutti noi, in qualche modo perpetrato e perpetuato: pagare il pizzo, addossare colpe a singoli -seppur deprecabili- individui, adeguarsi per comodo o stanchezza, derogare, demandare, asservirsi, considerare inutile il proprio negotium, rinunciare al pensiero divergente (dai cattivi e dai buoni)…
    Il timore della morte uccide più della morte.
    maria

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  17. sissi scrive. Lo stoicismo non ha mai ripagato. O forse si, almeno per alcuni, dando vita all’immortalità nella eterna memoria. Ma è questo un vero ripagare, quando in pochi – troppo pochi – si è in grado di dispiegare la quotidianità del “sistema” non dimenticando che la libertà non ha prezzo? Non so chi lo disse… “il mondo è come noi lo facciamo”.

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  18. Uno + uno + uno… anche senza seguito (senza essere Gandhi o chissà chi) lasciano segni ed i segni si spandono e creano altri segni… e le cose cambiano.
    Riguardo al “pizzo”, ad esempio, qualcosa sta cambiando o cominciando a cambiare in Sicilia.
    O no?
    maria

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  19. Uno + uno + uno… anche senza seguito (senza essere Gandhi o chissà chi) lasciano segni ed i segni si spandono e creano altri segni… e le cose cambiano.
    Riguardo al “pizzo”, ad esempio, qualcosa sta cambiando o cominciando a cambiare in Sicilia.
    O no?
    maria

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  20. Tutti lo aspettavamo. Tutti.
    E arrivano segni e segni.
    La Sicilia della gente perbene vince.
    Grazie anche a chi fa bene il suo mestiere, come te.
    C’erano i giovani davanti alla questura ad applaudire per l’arresto del capomafia, ed i giovani escono dalla nostra scuola, quella dei docenti che vogliono fare bene il loro mestiere, come te, malgrado il sistema, sempre e comunque. Con l’ausilio di Tacito e Virgilio e…Gary Baseman.
    😉
    m

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  21. Tutti lo aspettavamo. Tutti.
    E arrivano segni e segni.
    La Sicilia della gente perbene vince.
    Grazie anche a chi fa bene il suo mestiere, come te.
    C’erano i giovani davanti alla questura ad applaudire per l’arresto del capomafia, ed i giovani escono dalla nostra scuola, quella dei docenti che vogliono fare bene il loro mestiere, come te, malgrado il sistema, sempre e comunque. Con l’ausilio di Tacito e Virgilio e…Gary Baseman.
    😉
    m

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  22. “…ed i giovani escono dalla nostra scuola…” Scrivi Tu, Maria.
    Escono e conoscono sulla scorta dei segni, delle orme che insieme si tracciano nel percorso di scuola e di vita.
    Ieri due allieve sono state due “grandi”; stanno portando avanti un lavoro che prevede l’incontro scuola-territorio. Dapprima io restio, poi mi son lasciato prendere… Avessi visto i due volti, dopo il buon esito del lavoro! Forse ne parlerò.

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  23. Mel, questi ragazzi riescono a sorprenderci nel male (vedi Roma di domenica messa a ferro a fuoco) e nel bene.
    Riescono a fare cose sorprendenti, sorprendentemente bene.
    Sono diversi dalle generazioni precedenti, diversi nel modo di essere e nello stesso processo logico. Diversi, non peggiori.
    Ed alcuni hanno coraggio, il coraggio dell’ottimismo, che non è da poco in questo mondo che gli stiamo dando.
    Diamogli anche fiducia e giusti strumenti che loro evolveranno secondo i loro linguaggi e metalinguaggi.
    Perché loro sono naturalmente endogeneticamente metalinguisti.
    La Sicilia, in particolare, ha bisogno di fiducia e di coraggio, e di sano consapevole ottimismo.
    maria

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  24. Sì, concordo. Oggi gli alunni mi hanno comunicato che sabato parteciperanno ad una manifestazione contro la mafia e credono di poter giustificare l’assenza solo perchè vanno…
    Io ho tirato fuori la tiritera legislativa scolastica, per scoraggiarli dallo strumentalizzare la manifestazione. Però alcuni occhi mi sono sembrati sinceri.
    Chissà.

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  25. Io penso che lo siano, sinceri, e sinceramente credo che ad una manifestazione contro la mafia dovrebbe partecipare tutta la scuola, dal preside ai bidelli, e non sarebbe sciopero, ma LEZIONE ALTERNATIVA sensatissima.
    Lezione di vita per la vita degna.
    maria

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  26. Io penso che lo siano, sinceri, e sinceramente credo che ad una manifestazione contro la mafia dovrebbe partecipare tutta la scuola, dal preside ai bidelli, e non sarebbe sciopero, ma LEZIONE ALTERNATIVA sensatissima.
    Lezione di vita per la vita degna.
    maria

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  27. Ci sono individui del genere. A volte li cerco come statue dell’antichità, esseri senza tempo che attraversano il presente come meteore.
    Penetrano nel reale senza dominarlo, e se anche muoiono in silenzio, è un urlo che infrange il tempo.
    Magra consolazione?

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  28. Ci sono individui del genere. A volte li cerco come statue dell’antichità, esseri senza tempo che attraversano il presente come meteore.
    Penetrano nel reale senza dominarlo, e se anche muoiono in silenzio, è un urlo che infrange il tempo.
    Magra consolazione?

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