Politica in cantiere

Quante volte, del tempo che rimembre,ScannedImage-2
 legge, moneta, officio e costume
 hai tu mutato e rinovate membre!
 E se ben ti ricordi e vedi lume,
 vedrai te somigliante a quella inferma
 che non può trovar posa in su le piume,
 ma con dar volta suo dolore scherma.
(Dante, Purgatorio VI vv.145-151)
 
Sembra che la vocazione per eccellenza della sinistra sia suicida.
Non scottata dalla risicata maggioranza al senato nel 2006, naufragata sotto le sferzate della bora interna ed esterna alla coalizione, con l’onorevole Mastella mal tollerante i mozzi accesi degli ultras di sinistra, non ancora riparate le falle dello scafo, essa si candida al bis. A meno che disegno recondito del Veltroni sia quello di rafforzare la neonata formazione in vista dell’agognata calata a picco del Titanic berlusconiano, se è vero che si va alle elezioni con una legge elettorale in partenza fallimentare.
Vada, vada il Cavaliere a Palazzo Chigi!
L’occhialuto Uaaaalter, a mio modesto parere, sa di non vincere tra qualche mese, ma si prepara già, con annessa bava alla bocca, a cavalcare l’onda della deriva berlusconiana, che probabilmente vedremo tra gli schermi del Parlamento a metà anno.
Però c’è un però.
Anche se formata da uno strascico di pesci politici eterogenei, la destra e la sua rete hanno una carta vincente: la capacità di concordare a tavolino quanto e quale pescato mandare al mercato ittico.
Cosa che non riesce bene sotto gli ulivi e le querce, nelle officine con martello e nei campi con falce.
Ma la Sinistra non si è ancora automatizzata?
Sinceramente non ho mai creduto alle promesse da marinaio dei pescherecci di centro-destra, ma, quando si tratta di raggiungere la radura degli accordi, lo fanno in modo deciso e manifestamente virile.
La Lega patteggerà il federalismo fin nei bagni pubblici, l’UDC i temi del catechismo, dell’aborto e delle maglie alla ricerca scientifica, gli Azzurri la detassazione selvaggia e, volendo darsi un cordone comune di facciata, si ergeranno a paladini dell’ordine costituito, della moralità pubblica, della caccia agli extracomunitari, di tutto ciò che insomma sfigurerebbe la vernice appiccicaticcia del transatlantico.
Mi auguro di sbagliarmi.
 
 
 

5 pensieri su “Politica in cantiere

  1. Il tuo ragionamento fila liscio. Però. L’alternativa, quale sarebbe? Allearsi di nuovo con tutta quella costellazione di partitini e micropartitini dell’1%? E nel caso di eventuale, risicata, vittoria dover rifare di nuovo tutto da capo, subire i piccoli ricatti e gli isterismi di questo o quel troschista da 4 soldi?

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  2. Condivido pienamente la tua analisi: il prossimo futuro offre ben poche speranze al Paese.La tentazione di stare a guardare per vedere come va a finire è forte. Ma non ci saranno novità ed il prox Governo continuerà a reggersi sui ricatti del Mastella o Bossi di turno.La deriva berlusconiana sarebbe già una buona cosa, dal momento che proprio la discesa in campo del cavaliere- ormai troppi anni fa- ha dato il colpo di grazia alla politica italiana.

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  3. Veltroni fa bene . Meglio soli che male accompagnati. Le alleanze si decidano sulle cose da fare e non sui soldi ke il Cavalire tira fuori ogni volta che qualcuno della sua coalizione protesta!
    Fabio

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