"Aggeggi per vivere"

<<Per i nostri avi, una casa, una fontana, una torre loro familiare, un abito posseduto erano ancora qualcosa di infinitamente di più che per noi, di infinitamente più intimo; quasi ogni cosa era un recipiente in cui rintracciavano e conservavano l’umano. Ora ci incalzano cose nuove e indifferenti, pseudo-cose, aggeggi per vivere. Una casa, una mela o una vite non hanno nulla in comune con la casa, il frutto, il grappolo in cui erano riposte le speranze e la ponderazione dei nostri padri>> (Rilke, 1965).
 
ScannedImage-3Pochi giorni fa ho proposto ad una mia classe questo pensiero di Rilke, da cui traessero spunto per elaborare un tema argomentativo. Su ventidue solo tre lo hanno affrontato, gli altri hanno preferito un titolo facile, ma abbastanza provocatorio.
Stamani ho fatto visionare i compiti, nonché i risultati, e ho detto che personalmente avrei optato per Rilke rispetto all’altro, di cui ora preferisco non parlare, perché solleverei un vespaio e, a dire il vero, non mi va di polemizzare.
 
Questi giorni di forzata assenza dal blog mi hanno aiutato a riflettere; ovunque, in tv, sui giornali, a scuola, c’è una polemica distruttiva, spesso resa sterile dal fatto che tutti, più o meno, parliamo per slogan ideologici. A questi si somma pure l’auctoritas che deriva dall’esperienza vissuta, come se essa potesse ergersi a norma universale. Sarebbe più proficuo, per un dialogo arricchente e rispettoso, anche qui tra i blogganti, ricordarsi che chi osserva, mira e interpreta un quadro si trova, se non proprio dentro, almeno sulla cornice.
Se poi ci si vuole illudere di trovarsi fuori da esso, lo si faccia pure!
 
Quanto al tema… cosa avrei scritto?
Magari la prossima volta lo affronterò!
Oggi non mi va di polemizzare con un gigante.
Meglio meditarlo godendo!