Eroi, martiri

falsa neveCampeggia qua e là, sulle pareti dei corridoi della scuola o in alcuni angoli della città, un poster con le immagini di Falcone e Borsellino.
Eroi.
Scambiando quattro chiacchiere con la consorte di un magistrato impegnato nella lotta antimafia, sono rimasto alquanto sorpreso dalle sue considerazioni sul termine eroi.
Ai parenti delle vittime urta che Falcone e Borsellino appaiano nell’immaginario collettivo come eroi, soprattutto per le nuove generazioni.
I sopravvissuti amano, invece, definirli martiri con un prestito dalla tradizione cristiana.
Ho rimuginato a lungo, condividendo dapprima le riflessioni della donna.
Poi sono andato oltre.
Quei morti sono martiri, perché hanno creduto e lottato per un convincimento incoercibile, insomma, come suggerisce l’etimologia martúrion, hanno testimoniato la fede nella legalità, nella giustizia, nel diritto contro l’istinto della sopraffazione.
Eppure come non considerarli eroi, se al termine non si attribuisce il significato primigenio di esseri tra la terra e il cielo, ma di uomini che hanno fondato con il sangue la cultura della legalità?
A mio modesto parere possono fregiarsi dell’uno e dell’altro titolo.
Ma ai giovani vanno spiegate certe sottigliezze semantiche, perché Falcone e Borsellino non passino come protagonisti di un film alla Indiana Jones, con un finale, però, tragico.

9 pensieri su “Eroi, martiri

  1. … e poi, perdonami la nota invasiva, ultimamente la parola eroe ha assunto significati leggermente confusi, visto che la parola eroe è stata attribuita a V. Mangano.
    Eroe è chi combatte la mafia ma anche un mafioso. Secondo me è troppo per un ragazzo… hai ragione è davvero opportuno far luce su cosa vuol dire essere eroi.

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  2. … e poi, perdonami la nota invasiva, ultimamente la parola eroe ha assunto significati leggermente confusi, visto che la parola eroe è stata attribuita a V. Mangano.
    Eroe è chi combatte la mafia ma anche un mafioso. Secondo me è troppo per un ragazzo… hai ragione è davvero opportuno far luce su cosa vuol dire essere eroi.

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  3. Anche per me sono martiri ed eroi. Certo, inviterei anch’io i ragazzi a riflettere su queste parole sollevando il velo di retorica che spesso le ammanta. Definire “eroi” o “martiri” persone come Falcone e Borsellino (che svolgevano – coraggiosamente – quello che era “semplicemente” il loro lavoro) può significare porre delle distanze, come se fossero troppo diversi, modelli irraggiungibili da ammirare ma da non imitare.

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  4. @Perla,meglio perciò fare chiarezza.

    @Bouche, non ti so dire. So che è uno splendido albero. Ho tratto la foto da un blog francese.

    @Flalia, è un pericolo anche quello che tu, giustamente, evidenzi. L’irraggiungibilità del modello( o meglio il ritenerlo tale) può far mollare la presa.

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  5. mi sembra di ricordare che per il banchiere franco ambrosoli corrado stajano avesse coniato il termine “un eroe borghese.
    persone che volevano solo fare il loro dovere. persone “normali”, diventate, loro malgrado, “eroi”

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  6. Entrambi i titoli “ci stanno”, anche se, come già scritto da perla, la recente attribuzione di eroicità a Mangano, morto in carcere per delitti di mafia,non solo relativizza l’uso del termine, ma la stessa idea di legalità. E suona come vergognoso insulto pubblico della memoria di tutti gli uomini e donne onesti e coerenti fino al martirio. Mettere sugli altari questi “eroi” potrebbe giustificare poi il disimpegno di noi, comuni mortali.

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