Una sula nuci rintra un saccu nun fa scrusciu

Con tutti i se e i ma e gli opportuni distinguo le statistiche hanno indubbiamente un loro valore; se non se ne tenesse conto, si sminuirebbe il valore epistemologico della statistica come scienza.
Occorre anche interpretarle.
Ho sotto gli occhi i valori percentuali, per regione, sulle scelte fatte dagli studenti relativamente alla prova d’italiano.
Un plauso ai Calabresi! Il 13% ha scelto il tema storico. Buone le posizioni della Puglia(6,1%), della Sicilia(9,5%) e della Campania(9,4%).
Evidentemente nelle regioni del Mezzogiorno le tematiche che ruotano attorno alla condizione femminile rivelano un’urgenza storica e sociale non avvertita nelle regioni del Centro e del Nord.
La tipologia più scelta è il saggio breve; aumenta, perciò, la capacità argomentativa dei ragazzi.
O è un’illusione?
Complimenti ai Liguri e ai Valdostani! Rispettivamente il 14,6% e il 10,2% ha optato per la poesia di Montale.
Mi chiedo soltanto cosa faremo noi commissari d’italiano quando ci appresteremo a valutare l’analisi.
Dobbiamo fare gli gnorri?
L’onorevole Gelmini con correttezza e tempestività ha rimosso chi è incorso negli errori e ha chiesto scusa agli studenti italiani, sebbene lei non abbia alcuna responsabilità diretta.
Ma bastano le scuse e la rimozione?
Nessuno, neanche il giornalista de La Repubblica che ha intervistato il Ministro, si è posto il problema dei commissari che dovranno correggere e valutare compiti, le cui domande sono in parte errate.
In un Paese democratico e legale si dovrebbe ricorrere ad una prova suppletiva per quegli alunni vittime dell’abbaglio degli esperti.
Trionfano, invece, il silenzio del Ministero circa i provvedimenti da adottare in merito alla correzione delle analisi, il silenzio dei docenti, che preferiscono chiudere gli occhi pur di non ripetere la prima prova, il disinteresse dell’opinione pubblica.
La mia voce contro il silenzio.
Si dice dalle mie parti… “una sula nuci rintra un saccu nun fa scrusciu”.
(Un’unica noce in un sacco non produce alcun rumore).
 
QUI le statistiche.
 

16 pensieri su “Una sula nuci rintra un saccu nun fa scrusciu

  1. Mi pare che le statistiche denotino uan sensibilità del Mezzogiorno verso i temi umanistico-sociali (retaggio e continuazione di una storia culturale). “Saggio breve” al nord con punte del 60% in Friuli e Veneto…

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  2. Mel una statistica, parlo per quel che poco che conosco, da sola non da indicazione di una tendenza. Bisogna avere minimo altri tre/quattro indici per indicare spostamenti o tendenze. Tu fai bene a dubitare del valore assolutato di quei risultati :))
    Per la correzione… è vero quel che mi ha detto un amico, coè che stanno arrivando delle indicazioni dal ministero af fine di avere un metro di valutazione uniivoco??

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  3. @Blue cara, non interessa a nessuno secondo me. Conta solo polemizzare con il Ministro per i più.

    @Mi auguro arrivino delle indicazioni univoche, ma devono far presto, Perla, perchè da domani, dopo la terza prova, la matita rosso-blu è pronta!

    Molto simili i due detti!

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  4. Sono curiosa di sapere se qualche studente …..trovato l’errore, lo abbia sottolineato nel suo elaborato.
    I liguri dalla statistica hanno scelto Montale ed è scontato perchè con Caproni sono i “nostri” poeti.
    Buona domenica.
    Angela

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  5. Grazie.
    A parte che venire a ringraziarti per il gentile commento al mio post, vengo anche – curiosone come sono – a leggere di te e dei tuoi articoli.
    Riguardo a codesto, a mio avviso c’è sempre qualcosa che le statistiche ci vogliono dire, certamente con le dovute cautele interpretative, l’importante è leggerle alla luce della storia, del modus vivendi di ogni regione, almeno in questo caso, giacché il passato influenza il presente.
    Buona domenica.
    Rino.

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  6. Sicuramente i candidati non possono pagare la superficialità (l’ignoranza, la dabbenaggine, la supponente protervia) dei vari ispettori, esperti, ecc. ecc. che stilano i temi senza un minimo di approfondimento e ricerca.
    Penso che sarebbe aggiungere beffa al danno riproporre l’esame agli studenti.
    Per la correzione proporrei:
    due righe di premessa e quindi valutare l’argomentazione “come se” l’amico fosse l’amica, l’uomo fosse la donna.
    Scorretto? Non vedo altra soluzione.
    Suggerisco:
    alla terza prova il commisario d’italiano invita i candidati montaliani a riargomentare oralmente il tema secondo la corretta prospettiva.

    Riguardo la mia seconda prova: vergognosamente semplice, vaga, mal proposta…
    L’opposto di quanto tento di insegnare.
    Così è.
    E questo avviene ogni anno.
    Ed ogni anno, io riformulo correttamente la traccia e conseguentemente correggo e valuto.
    Io spero nel nuovo ministro che -novità- ha preso provvedimenti contro i mal formulatori di prove d’esame.
    maria

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  7. @Sì, Angela, è comprensibile che abbiano optato per Montale.
    Non credo le due alunne si siano rese conto e neanche io, impegnato a difendermi da una collega interna rompiballe, che m’ha fatto la cronistoria della sua vita!

    @Grazie a te, Rino. Piatto ricco… mi ci ficco!(Storia)

    @Maria,”alla terza prova il commisario d’italiano invita i candidati montaliani a riargomentare oralmente il tema secondo la corretta prospettiva”… mi pare una buona soluzione, ancora meglio all’orale, integrando il primo scritto. Mi consulterò con i colleghi delle altre commissioni. Spero.
    Sono esterno.

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  8. “ancora meglio all’orale, integrando il primo scritto”
    Intendevo: informare i candidati durante la terza prova che all’orale dovranno riargomentare su base corrette il primo scritto.
    Buona domenica,
    maria

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  9. La traduzione era stata presa su internet.
    E il signor compilatore di tracce non si è preoccupato di controllarla.

    Vi confesso: sono stata chiamata per alcuni anni a compilare (meglio dire ideare) le tracce d’esame per la mia materia, seconda prova negli istituti dove s’insegna grafica.
    Senza alcuna remunerazione, né alcun tipo di riconoscimento.
    L’ho fatto con piacere, con impegno, con giusta fatica e ricerca, perché docenti e studenti meritano che una prova d’esame metta “a prova” sensatamente e con giusta difficoltà il lavoro fatto dagli uni e dagli altri.
    (La traccia di quest’anno era vergognosamente facile, mal formulata, con qualche errore di contenuti, non richiedeva sforzo concettuale, solo un po’ di senso estetico ed una medio/bassa abilità tecnica).
    Far bene il proprio mestiere dovrebbe essere etica comune.
    Farlo con piacere porta risultati e gratificazione.
    Certo, affinché la scuola possa essere migliore, il ruolo dei docenti dovrebbe essere riqualificato ed uno dei passi per ottenere un giusto peso nella società è che gli incapaci siano allontanati in luoghi dove non possano far più danni, che i competenti siano maggiormente valutati e compensati.
    Ma questo appartiene al mondo dei sogni, ad un mondo che posso (possiamo?) solo sognare.

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