Mare d’inverno

Un mezzogiorno di gennaio a mare.

Nero minaccioso, pioggia, nessuna possibilità di luce.

Ma lì, in mezzo al mare, un’oasi.

L’annuncio che un varco c’è.

 

Una creatura fiorisce il mare.

Corolle di nubi spetalano chiazze di luci e ombre.

Gibigiana di accadueo volteggia.

Chi ha acceso un fuoco?

Le onde, avvoltolate dalla vanga del vento, luccicano come guazza ancora fresca.

Squame d’acqua si contorcono come magma.

Un capidoglio si disegna.

Oh prodigio!

Occhi, da un dirupo, scrutano minacce tra grigio perla di mare e di cielo.

D’un tratto le nubi si stracciano in doglie di forma spasimando silenziose.

Una curva acceca la vista e inabissa l’evanescenza.

 

Non ho trovato un’immagine adeguata per il post, però.

 

***

Fioriscono sul web iniziative di scrittura bloggara; ne propone una

CASTORETPOLLUX.

Il tema è IL PRIMO APPUNTAMENTO.

Si può fare.

Così per gioco, per conoscersi di più ed estendere la trama delle relazioni sul web.

E a proposito di appuntamento… giova ascoltare questa canzone sempreverde.

QUI.

 

13 pensieri su “Mare d’inverno

  1. Avrei dovuto avere la digitale con me in quel momento di “epifania” del mare, Flalia, ma non l’avevo.
    Ho scritto il testo un sacco di volte, l’ho rimaneggiato, ma non so se si è capito il senso, che non è sentimentale.
    Solo la visione di un attimo.

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