L’appello del Presidente Napolitano all’autocontrollo che deve regolare i rappresentanti delle istituzioni nelle esternazioni pubbliche dovrebbe essere recepito da tutti.
Mi chiedo con quale professionalità un rappresentante della magistratura, rivolgendosi all’imputato Amanda, a proposito del delitto Meredith, possa condire il suo discorso con espressioni del tipo lei ha una doppia personalità(e fin qui va bene), possiede un’anima candida, da santamariagoretti, un’altra luciferina.
Vogliamo tirare fuori la famigerata ruota?
O è il caso di scomodare un esorcista?

C'è un tempo

Sul blog di Michela Murgia ho letto un articolo molto interessante; la scrittrice prende di mira sia l’onorevole Santanché, sia il giornalista Gilioli. Mentre l’una dà del pedofilo a Maometto, l’altro osanna la coppia Giuseppe-Maria. Nella conclusione dell’articolo si trova una riflessione che condivido pienamente; ad un certo punto Michela Murgia accenna ad un pamphlet di prossima pubblicazione dal titolo Ave Mary, in cui tratterà della relazione tra la cultura cattolica e i modelli di genere, e prende atto di ciò: “Quando ne parlo con amici capita che incontri un certo laico scetticismo, la distanza di chi, avendo da tempo chiuso i conti con la fede, tende a non considerarli più aperti neanche con la cultura che quella fede ha fondato e retto per secoli. Ma se rinunciare alla prima è possibile, spogliarsi della seconda potrebbe non essere altrettanto agevole. La gaffe di Gilioli fa riflettere proprio sul fatto che la cultura di secoli – il nostro non aver potuto per tanto tempo non dirci cristiani – influenza in maniera molto subdola il modo in cui guardiamo il mondo ancora oggi, segnati da un imprinting inconsapevole da cui è difficile liberarsi, anche quando la fede è un percorso archiviato. Io, che non ho archiviato nè fede nè cultura di fede, intanto ci lavoro su”.
Ecco, è quel “ci lavoro su” che dovrebbe essere convertito in un “ci lavoriamo su”.
A scuola, per esempio.
Da quest’anno ho deciso, infatti, che i nuovi arrivati dalle medie si confronteranno con un altro(a parte Omero) macrotesto ineludibile della nostra cultura, la Bibbia.
C’è un aspetto prettamente letterario e poetico, di cui non si può tacere.
Senza considerare che soprattutto l’Antico Testamento è un serbatoio di simboli e immagini con cui continuiamo a confrontarci.
Un esempio è il libro del pessimista Qoelet.
 
 
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.
Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno
per cui fatica sotto il sole?
Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge e il sole tramonta,
si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna.
Tutti i fiumi vanno al mare,
eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta,
i fiumi riprendono la loro marcia.
Tutte le cose sono in travaglio
e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né mai l’orecchio è sazio di udire.
Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole
 
Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
 
Alcuni di questi versi sono diventati anche modi di dire.

Viola_riviniana_and_caninaLe vetrine dei negozi come altari parati a lutto.
Il viola sboccia con tutte le sue tinte.
Dall’intimo alla maglieria, dai paralumi alla chincaglieria.
Non mi resta che aggiornare il database personale dei colori.
Quello simbolico, s’intende.

Viola_riviniana_and_caninaLe vetrine dei negozi come altari parati a lutto.
Il viola sboccia con tutte le sue tinte.
Dall’intimo alla maglieria, dai paralumi alla chincaglieria.
Non mi resta che aggiornare il database personale dei colori.
Quello simbolico, s’intende.

Ed era il 1976

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Sono stata una cover-girl
su riviste per uomini soli
preoccupata di tenere
i seni spinti bene in fuori
con un brandy tra le gambe
e una moto dietro la schiena
all’inizio ero felice
poi mi sono fatta pena.
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto
come bambola da letto
io non voglio essere schiava
e neppure esser padrona
voglio essere soltanto
una donna,una persona.
Sono stata una madre esemplare
sei bambini da allevare
un aborto ogni due anni
e io zitta a sopportare
se il mio uomo mi picchiava
mi ammiravano i vicini
il mio odio ed il mio amore
lo sfogavo sui bambini.
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto
come bambola da letto
io non voglio essere schiava
e neppure esser padrona
voglio essere soltanto
una donna, una persona.
Sono stata una vedova austera
sempre forte, sempre nera
sono stata d’esempio per tutti
non uscivo mai la sera
tanti uomini m’hanno cercata
finché in una notte strana
ho aperto la mia porta
m’hanno dato della puttana.
Io donna, io persona
invenduta sulla strada
ma innalzata come santa
io non voglio essere schiava
e neppure esser padrona
voglio essere soltanto
una donna, una persona.
(Mia Martini)