Passo, respiro, colpo di tosse

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Ogni mattina, assai prima che venisse giorno, andava in città, sulla sua vecchia bicicletta cigolante, fino a un grande edificio nel cui cortile attendeva, con i suoi compagni, che gli dessero una ramazza e un carretto e gli assegnassero una strada da spazzare.
A Beppo piaceva quell’ ora prima dell’ alba, quando la città dormiva ancora. E faceva il suo dovere volentieri e a fondo. Sapeva che era un lavoro assai necessario. Quando spazzava le strade andava piano ma con ritmo costante: ad ogni passo un respiro e ad ogni respiro un colpo di granata. Passo~respiro~colpo di scopa. Passo~respiro-colpo di scopa. Di tanto in tanto si fermava un momento e guardava, pensieroso, davanti a sé. E poi riprendeva. Passo~respiro~colpo di scopa.
Mentre si muoveva con la strada sporca davanti e quella pulita dietro, gli venivano spesso in testa grandi pensieri. Pensieri senza parole, pensieri difficili da comunicare, come un determinato profumo del quale si ha un vago ricordo o come un colore visto in sogno. Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e trovava le parole adatte.
«Vedi, Momo », le diceva, per esempio, «è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa ».
Guardò un po’ in silenzio davanti a sé e poi proseguì: «E allora si comincia a fare in fretta. E sempre più in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato… e non ce la fai più… e la strada sta sempre là davanti. Non è cosi che si deve fare».
Pensò ancora un poco, poi seguitò: «Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera, capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo ».
Di nuovo si interruppe per riflettere, prima di aggiungere: «Allora c’ è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere».
E poi, dopo una nuova lunga pausa, proseguì:
« E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come … e non si è senza respiro ». Assentì, approvandosi, e disse a mo’ di chiusura : «Questo è importante».
(Michael Ende, Momo, 1973)
 
Aleggia un senso di desolazione a tutti i livelli.
Si nota anche nei blog; è in atto un’emorragia che addolora.
Personalmente non intendo farmi contagiare dal male oscuro della fortezza Bastiani.
Ho iniziato qualche anno fa per esercitarmi nella scrittura, convinto, ancora oggi, che non si possa insegnare a scrivere ai ragazzi, se non si sa scrivere.
Un minimo, s’intende.
Indubbiamente tanto è cambiato, così come in me molto è mutato.
Molti blogger, che si erano professati amici, hanno rivelato il loro volto: hanno usato la presenza qui per egoismo e interesse, per farsi pubblicità o per inscenare farse istrionesche.
A volte mi afferra la tentazione di terminare l’esperienza bloggara, ma poi guardo indietro e, un po’ come Beppo Spazzino, penso alla strada dietro di me, alle numerose foglie che ho spazzato, al viale percorso e non a quello da percorrere.
Far tesoro del presente.
Passo-respiro-colpo di tosse.

25 pensieri su “Passo, respiro, colpo di tosse

  1. Condivisibile la filosofia di Beppo. Soprattutto in certi momenti. Ma uno sguardo alla strada in tutta la sua lunghezza ogni tanto occorre gettarlo. Anche solo per dare un senso  al "prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa". Guardare oltre, verso la meta non può essere solo motivo di depressione. E’ anche speranza, voglia di arrivare là in fondo, lassù. Un abraccio!

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  2. Condivisibile la filosofia di Beppo. Soprattutto in certi momenti. Ma uno sguardo alla strada in tutta la sua lunghezza ogni tanto occorre gettarlo. Anche solo per dare un senso  al "prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa". Guardare oltre, verso la meta non può essere solo motivo di depressione. E’ anche speranza, voglia di arrivare là in fondo, lassù. Un abraccio!

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  3. E’ da molto poco che sto imparando ad affrontare la vita con la filosofia di Beppo e sì, l’idea della strada ci vuole, ma davvero per troppo tempo sono rimasta bloccata e oppressa da quella lunghezza oscura che sembra rendere vano ogni gesto del presente. Ora cerco di fare ogni giorno il mio dovere, ma appunto giorno per giorno, e una volta che so di avere fatto il mio, per il resto accetto quel che viene e che non posso controllare. A me non l’ha insegnato Beppo lo spazzino, ma il mio idraulico 🙂
    Sui blog, vale lo stesso discorso. Anche a me a volte viene la tentazione di smettere, e talvolta ho i miei periodi di "stanca" o quelli in cui sono troppo indaffarata per accendere il pc, e allora scrivo meno. Ma lasciarlo no. E questo perché, come te, scrivo principalmente per me. Ovviamente, sapendo che è un luogo pubblico e che altri possono leggere, cerco di scrivere in un modo che possa interessare qualche eventuale lettore, il resto lo scrivo sul mio vecchio caro diario di carta, ma non è per avere un pubblico o per fare amicizia che scrivo, ma semplicemente perché l’ho sempre fatto anche quando i blog non esistevano, lo farò sempre, mi diverto. Dispiace anche a me che questo strumento sia un po’ in disuso, ma chissà, le cose cambiano in fretta. Ho notato che diversi blogger hanno lasciato splinder (forse ormai un po’ claustrofobico) e cambiato piattaforma… a volte medito di farlo e se avrò un po’ di tempo penso proprio che lo farò, anche solo per cambiare un po’! Una volta, parlando con un mio amico che mi chiedeva perché scrivevo sul blog, ci ho pensato un po’ su e l’unica risposta che mi è venuta in mente è stata: "In fondo… perché tacere?". Lui si è messo a ridere perché mi considera una chiacchierona anche nella realtà, ma in effetti è proprio così: "Perché tacere?"

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  4.  si sbaglia quando si pensa ai blogger come entità astratte ed infallibili, I blogger sono esseri umani con i pregi e i difetti come tutti. Detto questo è bene non crearsi nessuna aspettativa altrimenti prima o poi non si potrà far altro che restar delusi.. Io faccio così e lo faccio anche nella vita reale, non mi aspetto niente da nessuno e gli unici di cui mi fido sono i componenti della mia famiglia: marito e figli.. e basta. Ho imparato dagli errori e dalle tante ..e tante ..e tante delusioni che ho ricevuto in vita mia da chi consideravo amico/a. Adesso (in realtà) amici non ne ho.. diciamo principalmente che io basto a me stessa. Poi la sera è come se aprissi la finestra e mi mettessi a chiacchierare del più e del meno con il mondo che sta fuori e questo mi diverte e mi rilassa.. Per il resto..  chi vivrà vedrà.
    Un abbraccio,

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  5. Qui si tratta di far tesoro del lungoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo percorso compiuto. Magari, oltre che lungo, è anche un po’ buono.
    La tendenza a proiettarsi nel futuro, come d’altro canto a vederlo nero, blocca in uno stato di sospensione inerte che non fa vivere il presente.
    Con ciò non si vuole avallare la tesi che è meglio rifugiarsi nel passato.
    Beppo Spazzino valorizza il presente, non prefigurandosi il futuro(la parte di viale da spazzare), nè gongolando per avere spazzato tantoooooo viale.
    Ne prende atto.
    Ne riceve forza.

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  6. Mel, noto anche io che ultimamente c’è uno spopolamento del pianeta-splinder, mi domando se su altre piattaforme si evidenzino le stesse tendenze. Ma è anche un fatto diciamo fisiologico (che ovviamente addolora anche me). Anche perché, diciamocelo, questo fuggi-fuggi generale spesso ha per protagonisti blogger interessanti che trasmigrano su FB, cosa di cui non mi capacito. Alla fine, voglio provare ad essere ottimista, resteranno sul blog quelli che veramente ci credono e che continuano a divertirsi a farlo (io, ad es., il giorno che non dovessi divertirmi più e  non trovassi più lettori bendisposti verso le mie elucubrazioni, chiuderei senza troppi drammi)!

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  7. L’espressione che ci affianca a descrivere ogni possibilità concessa, nel bene e nel male, è un valore aggiunto ad uno stimolo che non dovrebbe mai dilatarsi, pena la mancanza di un divertimento che avevamo reputato particolarmente accattivante. Per me, meglio non perderlo.
    Buon fine settimana Mel !     

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  8. Questo spazio è rappresentativo nel bene e nel male del mondo fuori di qui. Gente che vuole essere e gente che vuole apparire. Il discrimine è sempre questo. Personalmente credo che si scriva qualcosa soprattutto per se stessi, e poi per voglia di partecipare un’emozione, un pensiero. Insomma la propria piccola verità. Chi vuole solo apparire ancora non ha neanche iniziato a cercarsi. Ciao, buona domenica

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  9. Che ci sia un senso di desolazione è vero lo si constata, anzi, dire che lo si respira. Ti entra nei polmoni e si sparge in giro per l’organismo arrivando fino alle ossa dove sedimenta e ti fa ammalare piano piano. E il bello è che la preoccupazione per la salute non riesce e metterti in una disposizione di spirito differente.

    Ma forse in un paese dove se metti in luce le magagne le irregolarità, se ti indigni, sei tacciato di essere un qualunquista, un anti-italiano, la via del silenzio e del ripiegamento interiore diventa l’unica anche se non ti soddisfa pienamente.

    Io poi sono stato in silenzio molto a lungo. Ho dovuto constatare sulla mia pelle come lo stato continuamente abdichi alle sue funzioni e così adesso si sostituiscono i concorsi per le abilitazioni dei docenti a corsi e corsettini gestiti a livello locale con criteri assolutamente clientelari (Sei stato mio allievo privato, hai pagato? Ti ammetto, Tu invece, chi sei? che vuoi? Pussa via). Sono fresco della ennesima bocciatura all’ennesimo esame di ammissione al biennio per la formazione dei docenti di strumento musicale nella scuola media. Giusto per non citare tutti i precedenti concorsi per un posto di ricercatore universitario. Ero considerato un giovane brillante e promettente. A dar retta alle commissioni dei valutatori sarei poco meno che bollito e cotto!

    Quando si viene scartati a vantaggio del cliente di turno (potrei anche dire "e il modo ancor m’offende") per non dare di matto finisce che rinunci persino a scrivere sul tuo blog, non fosse altro che trovi sempre qualche cretino che non trova meglio da commentare con un laconico hahaha t’hanno trombato. E per inciso a volte si scordano pure di mettere la h del verbo avere. Magari vorresti solo evitare di dar di matto di dire cose di cui ti potresti pentire, non tanto perché sono ingiuste o inesatte, ma perché si corre il rischio che a dire la verità in modo veemente, come richiederebbe l’occasione ne devi pure pagare le conseguenze civili e penali.

    Sulla faccenda dell’egoismo resto perplesso. Un blog non è un prodotto editoriale. E’ uno spazio libero  più o meno partecipato (il mio ad esempio lo è pochissimo), ma al di la di questo non vedo il vantaggio che possa apportare il farsi pubblicità sui blog altrui. Pochissimi blog sono diventati dei libri e quelli che lo sono diventati hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Quale libro, mai derivato da un blog godrà di imperitura memoria? Sic transit gloria mundi.

    Se poi qualcuno vuole venire a farsi pubblicità sul mio, bene credo solo che perderà molto tempo, giacché non sono di certo tra i più visitati, nemmeno nel ristretto ambito della mia provincia.

    Mi sembra pure che le tue parole, che indubbiamente tradiscono una certa amarezza, contrastino con l’idea di piacevole passatempo che avevi propugnato in passato. O mi sbaglio?

    Fabio

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  10. Il tuo commento, Fabio, meriterebbe un altro post.
    Intanto ben trovato qui.
    Da tempo non ci si parla. Una buona occasione per rifarlo.
    Intanto mi spiace per l’esame di ammissione e ancora di più per il contesto che c’è intorno all’esame.
    Esecrabile.
    Non ci sono altre parole.
    Per il tema del blog, che dire?
    Sono considerazioni che nascono da una disillusione: interagire con la parola in questo spazio non sempre è possibile.
    Ogni tanto ci si ferma e si fa il punto.
    Non ho perso il piacere di scrivere e di condividere.
    Non sarei più qui.
    Verrò a trovarti nel tuo blog; devo recuperare pass.

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