Ho appurato tramite il contatore del mio blog che tra i poeti più ricercati c’è Montale; qualche tempo fa mi cimentai nell’analisi di “Ripenso il tuo sorriso”, così ho deciso di postare parafrasi e spiegazione della poesia “Vento e bandiere”. Questo per una serie di motivi: può essere motivo di confronto con un potenziale lettore per finalità didattiche, archiviare il lavoro qui nel blog e conseguentemente ritrovarlo più facilmente che se lo conservassi in una penna-macchina, e poi l’attualità di Montale. Ho in serbo un’altra poesia, che s’attaglierebbe alle manifestazioni di libertà di domani primo luglio. Me la penserò.
VENTO E BANDIERE
La folata che alzò l’amaro aroma del mare alle spirali delle valli, e t’investì, ti scompigliò la chioma, groviglio breve contro il cielo pallido; la raffica che t’incollò la veste e come spenta la furia briaca Ahimè, non mai due volte configura Sgorgo che non s’addoppia, – ed or fa vivo Il mondo esiste… Uno stupore arresta (Eugenio Montale, da Ossi di seppia, 1925, |
Parafrasi: Vento e bandiere
La folata di vento, che sollevò l’amaro aroma del mare(dirigendosi) verso le valli a forma di spirale e ti investì, ti scompigliò i capelli, groviglio breve stagliatosi contro il cielo pallido; una volta che, te ormai lontana, è tornata a questa pietrosa costa, che fa sporgere il monte a strapiombo sul mare, la raffica di vento che ti incollò il vestito al corpo, Ahimé, il tempo non mai dà due volte la stessa forma ai grani. |
La poesia presenta come nucleo di fondo il tema, caro a Montale, del ricordo, cui si lega quello del tempo. Nel testo è presente anche un “tu” femminile, cui si rivolge il poeta.
La molla del ricordo è il vento, che in un tempo indefinito investì con il suo impeto la donna, le scompigliò i capelli e la modellò con il suo soffio, facendone quasi un’immagine di sé. Si può parlare quasi di una donna-vento, sembra, infatti, che l’elemento naturale si fonda con quello umano. Ora, nel presente, mentre il poeta rievoca il passato e la donna è assente, quel vento ha affievolito la sua potenza, è rimasto solo un alito, eppure sembra lo stesso che allora cullò la donna distesa sull’amaca, mentre lei si abbandonava ai voli senza ali. In realtà, nonostante il ripetersi del fenomeno naturale, il tempo non si raddoppia e le situazioni non si ripetono allo stesso modo. E ciò è motivo di salvezza. Cosa si sottrae al tempo? Il ricordo. Se questo seguisse la stessa vicenda della natura, la fiaba tra il poeta e la donna brucerebbe, invece il tempo nulla può contro il ricordo. Ora il vento con il suo soffio rende vivo il paesaggio arroccato su un pendio, mentre sventolano bandiere e palvesi. Il mondo continua ad esistere. Uno stupore arresta il cuore, che cede ai vaganti incubi, messaggeri del vespero, e non crede che gli uomini affamati(di senso?)possano manifestare con bandiere e palvesi la gioia della festa. |
Una poesia marina ed estiva di Montale, mi pare un'ottima cosa. Peraltro pur amando Montale non conoscevo questi versi. Mi hanno fatto pensare ad una Ouverture di Mendelssohn, Le Ebridi. La trovi qui.
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un soffio di luce per l'animaBlue
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bello Montale, sempre. anche quando, come in questo caso, non è il mio preferito. Gli Ossi, di lui, furono il mio primo amore, come un po' per tutti. Poi, nel tempo, ho imparato ad amare Satura (I e II). Anche se, forse, la mia preferita è quella che fa così:Poiché la via percorsa, se mi volgo, è più lungadel sentiero da capre che mi portadove ci scioglieremo come cera,ed i giunchi fioriti non leniscono il cuorema le vermene, il sangue dei cimiteri,eccoti fuor dal buioche ti teneva, padre, erto ai barbagli,senza scialle e berretto, al sordo fremitoche annunciava nell’albachiatte di minatori dal gran caricosemisommerse, nere sull’onde alte.L’ombra che mi accompagnaalla tua tomba, vigile,e posa sopra un’erma ed ha uno scartoaltero della fronte che le schiaragli occhi ardenti e i duri sopracciglida un suo biocco infantile,l’ombra non ha più peso della tuada tanto seppellita, i primi raggidel giorno la trafiggono, farfallevivaci l’attraversano, la sfiorala sensitiva e non si rattrappisce.L’ombra fidata e il muto che risorge,quella che scorporò l’interno fuocoe colui che lunghi anni d’oltretempo(anni per me pesante) disincarnano,si scambiano parole che interitosul margine io non odo: l’una forseritroverà la forma in cui bruciavaamor di Chi la mosse e non di sé,ma l’altro sbigottisce e teme chela larva di memoria in cui si scaldaai suoi figli si spenga al nuovo balzo.– Ho pensato per te, ho ricordatoper tutti. Ancora questa rupetu tenta? Sì, la bàttima è la stessadi sempre, il mare che ti univa ai mieilidi da prima che io avessi l’ali,non si dissolse. Io le rammento quellemie prode e pur sono giunta con le fòlaghea distaccarti dalle tue. Memorianon è peccato fin che giova. Dopoè letargo di talpe, abiezioneche funghisce su sé… –Il vento del giornoconfonde l’ombra viva e l’altra ancorariluttante in un mezzo che respingele mie mani, e il respiro mi si rompenel punto dilatato, nella fossache circonda lo scatto del ricordo.Così si svela prima di legarsia immagini, a parole, oscuro sensoreminiscente, il vuoto inabitatoche occupammo e che attende fin ch’è tempodi colmarsi di noi, ritrovarci…(Voce giunta con le folaghe, in La bufera e altro)
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@Marcello, la produzione di Montale è folta.Occorrono anni per studiarla.@Un Montale un po' positivo, Blue.@Grazie, Povna. Non l'ho ancora approfondita.
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Grazie, Mel, io raccolgo tutto ciò che trovo di Pavese e Montale. Ho copiaincollato.Nel programmi degli studenti di quest'anno ne ho trovata un'altra bellissima, da Le Occasioni. NUOVE STANZE Poi che gli ultimi fili di tabacco al tuo gesto si spengono nel piatto di cristallo, al soffitto lenta sale la spirale del fumo che gli alfieri e i cavalli degli scacchi guardano stupefatti; e nuovi anelli la seguono, più mobili di quelli delle tua dita. La morgana che in cielo liberava torri e ponti è sparita al primo soffio; s'apre la finestra non vista e il fumo s'agita. Là in fondo, altro stormo si muove: una tregenda d'uomini che non sa questo tuo incenso, nella scacchiera di cui puoi tu sola comporre il senso. Il mio dubbio d'un tempo era se forse tu stessa ignori il giuoco che si svolge sul quadrato e ora è nembo alle tue porte: follìa di morte non si placa a poco prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo ma domanda altri fuochi, oltre le fitte cortine che per te fomenta il dio del caso, quando assiste. Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco tocco la Martinella ed impaura le sagome d'avorio in una luce spettrale di nevaio. Ma resiste e vince il premio della solitaria veglia chi può con te allo specchio ustorio che accieca le pedine opporre i tuoi occhi d'acciaio.
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@Gipsy, "Nuove stanze" è presente in molte antologie e merita anch'essa di essere "manducata". Montale è un poeta che non attrae di primo acchito, non è un poeta "commerciale", poi, d'incanto, con una lettura razionale, ci si innamora della sua poesia.
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Amo, in particolare, il Montale delle 'Occasioni' e degli 'Xenia'…come dici anche tu, non è un poeta di cui ci si invaghisce alla prima lettura, ma quando ci sei dentro…è fatta, lo ami per sempre!
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@Pandora, mi fa piacere che anche tu la pensi così. Montale deve essere conosciuto, affinché sia amato.
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