Di mosche e d’Argento

Di mosche e d'Argento
 

Di Dario Argento ho visto soltanto Inferno e, ieri sera, Phenomena.
Di Inferno ho qualche ricordo fugace: mi piacquero le tre Madri e la musica di sottofondo, per il resto non mi è rimasto nulla.
Phenomena, invece, mi ha appassionato moltissimo e sono rimasto incollato davanti allo schermo fino a notte fonda; il genere slasher non rientra tra i miei generi preferiti, ma questo film di Argento, a mio parere, va ben al di là dei confini delimitati dalla critica cinematografica.
Il titolo stesso allude alla capacità della protagonista, Jennifer, affetta da sonnambulismo, di avere sviluppato una capacità percettiva assimilabile a quella degli insetti e, come alcuni di essi, vive di notte.
Durante una crisi notturna Jennifer s’imbatte in una scimmia, che la conduce da un entomologo; famoso per le sue ricerche eterodosse, il professor John McGregor  è stato isolato dalla comunità scientifica. Tra i due si stabilisce un’intesa perfetta e, pian piano, lo studioso si convince dei poteri paranormali della giovane. Si tratta di un’intesa culturale ed emotiva: tra la giovane che apprende e il professore che, scoprendo, rafforza  le tesi scientifiche, su cui ha lavorato da anni. Fondamentale è la scena degli animali, accuditi dall’entomologo, in stato di agitazione per la presenza di Jennifer.
la-grande-sarcofaga-ovvero-la-mosca-che-aiuta-jennifer-connelly-a-scoprire-l-assassino-in-phenomena-4167Gli episodi più belli del film sono, infatti,  proprio quelli in cui si osserva la vita degli insetti, soprattutto i sarcofagi; in tal modo lo spettatore acquisisce una mole di notizie sugli stadi della mosca sarcofaga, capace addirittura di individuare, anche a molti chilometri, la presenza di un cadavere. Su intuizione del professore sarà una mosca sarcofaga a guidare Jennifer nel luogo in cui vengono torturati, uccisi e posti a macerare i corpi dei cadaveri, di cui è autore l’assassino. A questo punto le immagini diventano disgustose ed è un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato, però la curiosità scientifica, l’indagine sensoriale di Jennifer, l’amicizia tra i due diversi, isolati dalla comunità e considerati pazzi, l’uno per le ricerche condotte, l’altra per il sonnambulismo, e non ultima la dedizione della scimmia nei confronti del suo diletto protettore assolvono il film da qualsivoglia accusa di truculenza gratuita e splatter.
Non è un caso che lo stesso Dario Argento, stando a quanto ho letto, ha definito Phenomena il suo film preferito. 

11 pensieri su “Di mosche e d’Argento

  1. Dopo 'Profondo rosso' (a mio avviso insuperato), 'Quattro mosche di velluto grigio', 'Il gatto a nove code' e 'Inferno di cristallo', ho fatto fatica ad apprezzare Argento.
    Ho visto 'Fenomena' tanti anni fa e credo che la distanza che separa questo film da quelli della prima maniera, abbia concorso a non farmelo apprezzare. A distanza di anni e dopo aver letto quanto dici al riguardo, mi è venuta voglia di riprovarci!

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  2. Mel, dovresti recuperarti i primi film di Argento, quelli per cui è diventato un maestro del genere, che sono veramente geniali: L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio.
    E Profondo rosso, che il sito http://www.exxagon.it considera “il thriller più spaventoso mai girato”.
    Dopo, c’è Suspiria, che non è più un giallo con l’assassino, ma un film sul paranormale, ed è ancora bello. Ma nei successivi si è affidato a sceneggiature improbabili e all’indulgere su effetti orrorifici e splatter (ma davvero ti è piaciuto Phenomena? mi ricordo male, o è quello in cui la protagonista nuota in una piscina fatta di liquami di persone putrefatte, e dove si è “vendicato” della ex moglie Daria Nicolodi affidandole un ruolo terrificante?), fino agli ultimi, Il Cartaio e Giallo, davvero inguardabili. Non si sa se abbia esaurito la sua vena creativa, a molti critici sembra che stia parodiando se stesso.

    Argento l’ho recuperato tardi, un tempo non riuscivo a guardare film horror-thriller, poi, come te, ho acquisito una maggiore distanza emotiva, e mi divertono.
     

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  3. …ops, grazie a Gipsy, ho ricordato che il film che volevo segnalarti è "L'uccello dalle piume di cristallo"; "Inferno di cristallo"  è, invece, un film del 1974, diretto da Irwin Allen e John Guillermin che rientra nel genere catastrofico…quindi con Argento non c'entra niente, sorry!

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  4. Che coraggio. Io non ci riesco. E sì, lo so che dopotutto quelli di Dario Argento, sono anche dei bei film, specie i primi, e che sono anche all'acqua di rose se confrontati con altri esempi di cinema de paura, e inoltre che basta assumere un atteggiamento mentale di distacco ironico, ecc. però che te devo ddì, è più forte di me. Non ci riesco.

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  5. Bene, dopo tendarossa  mi ci aggiungo anch'io. Nemmeno ci provo.
    Immagino che dare corpo alle proprie fantasie di paura sia in un certo senso liberatorio, ma se queste sono le fantasie di Dario Argento…
    Preferisco qualcosa di più rilassante e gradevole alla vista di cadaveri e mosche sarcofage, finché posso evitarle!
     Ciao a tutti,
    Ornella 

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