Il triangolo

Facciamo un po’ il punto della situazione dell’insegnamento della letteratura a scuola.
 
Arretramento  e restaurazione sembrano le coordinate entro cui si muove l’insegnamento della letteratura italiana nel quadro del riordino dei licei del ministro Gelmini.
 
Il moto di rinnovamento, inaugurato a partire dagli anni ’90, con i programmi Brocca e con l’esperienza innovativa proposta da Ceserani con Il materiale e l’immaginario segna una battuta d’arresto con le attuali Indicazioni Nazionali, che in filigrana lasciano intavedere una certa prescrittività, se è vero che l’Invalsi, di concerto con il Ministero dell’Istruzione, si appresta a sperimentare prove valutative delle conoscenze nozionistiche dei maturandi attraverso le famigerate crocette.
 
Quali innovazioni sono state in qualche modo congelate dal riordino in atto?
 
La centralità della lettura del testo come momento ermeneutico.
L’approccio interdisciplinare per tema e per genere.
Il respiro europeo della formazione letteraria.
La crisi della linearità storica della letteratura.
Il docente e gli allievi come interpreti del testo.
 
Cosa si profila nell’attuale orizzonte?
§  Una concezione passiva dell’apprendimento, votato più alle nozioni letterarie che al momento critico-interpretativo.
§  La concezione di un docente burocratizzato, mero esecutore/indottrinatore di nozioni, sempre più lontano dalla funzione di mediazione culturale, poco aperto al mondo europeo e chiuso nella difesa della coscienza letteraria nazionale. Un burocrate-allenatore perché gli allievi superino i test.
§  Un taglia-cuci-incolla del curricolo di letteratura: spostare Leopardi al quinto anno, anticipare lo studio delle Origini della letteratura italiana al secondo anno, comprimi qui, stringi là.
§  Concezione monologica e unidirezionale dell’insegnamento.
 
Quali le cause?
Ø  Declino italiano.
Ø  Autopercezione negativa dei docenti, molto tecnici, poco intellettuali.
Ø  Indebolimento della cultura umanistica e sovradosaggio mass-mediologico.
 
Che fare?
Proporre, come negli anni ’90, un rinnovamento della didattica per evitare che la letteratura possa ridursi sempre più nello spazio culturale della scuola.
Criteri
ü  Letteratura non come successione di nozioni, ma confronto fra immaginario del presente e immaginario del passato con incursione nel processo simbolico, sempre più debole di questi tempi.
ü  Esercitare l’arte dell’Araba Fenice: filtrare ciò che è vivo per noi da ciò che è temporaneamente morto sulla base delle necessità storiche del momento.
ü  Puntare sui grandi classici, patrimonio dell’umanità.
ü  Via lo studio specialistico/tecnico sui testi(sigh!): poche, ma buone nozioni di metrica, retorica e narratologia.
ü  Metodo induttivo con taglio storico-antropologico, che consente anche il ricorso ai temi e ai generi.
ü  Testo letterario come locus integrato di vari elementi culturali
ü  Ri-legittimazione della letteratura: essa è rivelazione di spaccati dell’umanità, quindi eminente il suo carattere formativo.
ü  Uso delle tecnologie multimediali. Anche la LIM. Per le scuole fornite.
 
Il triangolo …
 
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7 pensieri su “Il triangolo

  1. io sono una creatura Ceserani. al liceo. non ho ancora capito se è stato un bene o un male.
    per me un bene. dal liceo all'università ho solo disimparato con tutte quelle nozioni.
    per i miei alunni un male.

    ma ora mi ricimento col tuo post, in ordine e senza troppi strutturalismi ché mi interessa assai.

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  2. @Minnelisapolis, ho conosciuto e usato il MAT all'università per il II corso, per il primo ho usato il Sapegno. Che dire? Dapprima ho detestato il MAT, poi l'ho amato. Oggi del Sapegno ho deboli ricordi, del Mat anche le pagine ricordo. 

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  3. immaginati 3 anni di liceo solo con il MAT
    immaginati. all'università sono stata fortunata perché ho avuto un professore umanamente deprecabile ma geniale (corsi monografici serissimi su pormessi sposi e su Pinocchio e Cuore -educazione e unità d'italia-) mentre tutti gli altri sgobbavano su "in che data petrarca ha saputo della morte di laura e dove lo annotò).

    e ancora ora, su certe opere (sul tasso, per esempio, sul boccaccio) io ho il MAT in testa per spiegare. analisi del testo. allo sfinimento. e così i miei alunni faticano e quelli degli altri, sai com'è, prendono voti altisonanti ripetendo a memoria il cappello introduttivo del Guglielmino.

    capisci? il guglielminooooooooooooooooooooo grosser rotturer di paller.

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  4. Non a quello originale, ovviamente (troppo piccola), a una delle innumerevoli clonazioni post. E' stato uno dei miei primi lavori dopo che sono uscita di casa e il primo editoriale in assoluto, al primo e secondo anno di università…!

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