Tatino e Tatotto


Tendenzialmente i nonni sono soliti esaltare a più non posso i “nipotini”, anche quando questi non abbiano particolarmente brillato a scuola, anzi sono andati avanti a forza di sostegno, frequentando scuole private al mattino, che si fregiano del sigillo culturale di santa romana chiesa(vedi gesuiti e opusdeisti), e insegnanti privati il pomeriggio(leggi Melchisedec).
Ci sono però anche dei nonni obiettivi che, dopo qualche anno dal diploma dei “nipotini”, si armano di coraggio a quattro mani e chiedono conferma agli insegnanti privati, quelli del pomeriggio, se i ragazzi abbiano davvero colmato le lacune e fino a che punto possano essere veritieri i voti conseguiti oggi all’università.
E quasi con la stessa obiettività i precettori pomeridiani, che avevano riposto nel dimenticatoio i trascorsi noiosi di tanti pomeriggi e prolungatisi per tanti anni, rispondono che sì i ragazzi ce l’avevano messa tutta per migliorare, ma non nascondono la meraviglia per i successi universitari attuali.

Tatino e Tatotto, due fratelli, li ho seguiti per anni; Tatino, il meno problematico, due anni, Tatotto, il balbuziente pro tempore, per quattro.
Si è trattato di un lavoro massacrante, non tanto per insegnare loro quattro cose di latino(in greco andavano “benino”), quanto per rafforzare l’autostima e il metodo di studio.
Quando se ne sono usciti, ho acceso un cero a san Giovanni Bosco!
L’ultimo anno di Tatotto fu tragico, infatti si trattava di imbastire anche un vestitino disciplinare mediocremente accettabile per l’esame di stato.

Stamani il nonno dei due capolavori mi ha trattenuto un bel po’, stupito, come me d’altro canto, dei progressi di Tatino e Tatotto; mi ha interpellato perché io confermassi o smentissi la sua “sensazione”, e cioè che i nipoti non sono tagliati per lo studio.
Insomma ho avuto l’impressione che il nonno non ha mai nutrito alcuna fiducia in loro a fronte degli altri nipoti(in tutto sono 14!) che a ventidue anni stanno già specializzandosi in discipline belle toste.
Non me lo ha espresso palesemente, ma il suo discorrere, farcito di passi evangelici e metafore contadine, è stato abbastanza chiaro.
Il vecchio, arzillo e rugoso, a un certo punto ha tirato fuori da una tasca un nuovo testamento tascabile e ha tenuto un discorso, un po’ omelia e un po’ orazione, sulla responsabilità di ciascun singolo essere umano, sulle piante che crescono storte e sui figli che reiterano le colpe dei padri.
Non ho saputo e potuto opporre alcuna argomentazione.
Aveva già tutte le risposte alle domande che mi poneva.
Parlava a ruota libera, citando versetti evangelici e intrecciando teoria cristiana con prassi.
Assecondando la sua vena profetica, sono riuscito così a sfuggire alla “domanda”, appropriandomi però dell’energia spirituale di questo vecchio tanto rugoso quanto saggio.

6 pensieri su “Tatino e Tatotto

  1. Sul finale mi sono un po’ confusa, nel senso che lì si entra in un discorso diverso (non credo che uno sia “destinato” ad andare male negli studi per la famiglia che ha o se all’inizio andava male, perché dipende molto da chi incontri per strada). Sull’università invece tocchi un tasto dolente… sono di quelli che si sono sempre impegnati al massimo per ogni esame, non per prendere il bel voto, ma per serietà, per “fare il mio dovere” e vedere, anche adesso che sono dall’altra parte, con quanta facilità persone che non hanno quasi aperto un libro passino l’esame, mi fa star male.

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  2. @Povna, è vero: stranezze tante dall’università.

    @Flalia, non sei confusa, hai letto bene: il nonno in questione ha voluto in un certo senso addossare al figlio la responsabilità.

    @Diciamo che mi ha svegliato dal torpore del mattino, Kappadue.

    Per correttezza TATINO E TATOTTO sono la storpiatura di due nomi tratti da una novella di Pirandello, Tanino e Tanotto.

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  3. Finalmente qualcuno obiettivo, sicuramente una persona pratica che non vuol far sprecar tempo ai suoi nipoti in quanto già li vede abili in altre capacità, da impegnare in un onesto lavoro manuale. Caspita … e sennò chi le aggiusta le caldaie, le fognature, guida i taxi o pulisce le strade ? (giusto le prime attività che mi sono venute in mente). La scorsa settimana ho visto alle Jene una giovane ragazza romana che fa la netturbina ed è fierissima del proprio lavoro. Forse ha un nonno come questo tale che è riuscito a dare una “lezione” anche a te 🙂
    (ad minchiam… è tanto che non te lo scrivevo caro prof.)

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