MariaNeve


Con MariaNeve ho trascorso parte della mia fanciullezza.
E qualche vago squarcio si apre anche sul periodo infantile.
Si sa che nei piccoli centri, lontani dai pericoli cittadini, i bambini degli anni ’70 scorazzavamo di strada in strada.
E anche le mamme in un certo senso.
Mia madre mi inseguiva fino a casa di MariaNeve, perché lì la pasta era più buona.
Era uno dei luoghi di stanamento dei capricci infantili.
La madre di MariaNeve fingeva di avere cucinato la pasta, mentre in realtà la cuoca era stata mia madre.
Le due donne erano così scaltre da versare in un piatto di casa Neve la pasta cotta da mia madre, in modo tale che non m’accorgessi dell’inganno.
Questo fatto me stato rivelato da grande.
MariaNeve è stata la mia prima amica femmina.
Era diversa dai miei coetanei che, a fine sera, avevano raccattato polvere, terriccio di campagna e immancabili macchie verdi sui calzoni bianchi.
Lei era pulita e ordinata, ligia al dovere; i suoi quaderni una pittura, non che i miei fossero da buttare.
Di lei mi catalizzava il colorito niveo della pelle, la metodicità con cui riponeva pastelli, matite e penne nell’astuccio, e poi le “copertine” in plastica con cui foderava libri e quaderni.
Non ricordo che giochi facessimo, ma sicuramente c’era di mezzo il gesso e i saltelli da un quadrato a un altro.
E di sicuro, dato che per noi era un gioco, fummo vestiti, in occasione del triduo pasquale, lei da Immacolata con la corona di stelle in testa e io da Giovanni Battista con la pelle essiccata di una capra e una bandiera rossa, ricamata per l’occasione dalla mia madrina.
Poi è calata la scure del trasferimento forzoso in città.
Ho detestato con tutto me stesso la città.
Ci siamo persi di vista.
Da qualche anno abbiamo riallacciato la nostra amicizia, o meglio la stiamo ri-costruendo.
Per lei sono amico e scrigno di segreti.
MariaNeve ha la fissa dell’amore e del matrimonio e della sua illibatezza(dice lei, ma ci credo)va orgogliosa; ha cambiato tanti fidanzati e li ha sempre mollati lei.
Il maresciallo, l’impiegato, il professore di francese e ora con UominieDonne.
Ora c’è che s’è innamorata.
Innamorata persa.
Del tipico bastardo con trascorsi da gentiluomo però.
Se è vero che s’è affiliata la bambina di una sua compagna, quindi senza essere vero padre fa tuttavia il papà.
Ha perso il lavoro, paga il mutuo di una casa nella città da bere attraverso i soldi dell’affitto, rosicchia i suoi risparmi e non cerca lavoro.
MariaNeve è cotta di lui, ma lui non ne vuole sapere di lei, come femmina.
Principalmente perché Lei non s’è sottoposta alle prove tecniche da letto, cosa che per il bastardo è fondamentale per allacciare una relazione oltre.
Vanno avanti così da due anni circa.
La stupida fa da moglie senza esserlo e da madre alla bambina affiliata, che intanto è già una signorinella, tanto grassa quanto asina a scuola.
Con ammirevole abilità MariaNeve s’è attirata dalla sua parte la ragazzina che, stupita del fatto che il bastardo-padre non si sia ancora dichiarato, le avrebbe detto “Ma papà è diventato finocchio?”.
(Stendiamo un velo pietoso!)
So che in questi giorni MariaNeve gli ha dato l’ultimatum: o amica o compagna.
Amica.
Ma Lei continua a fare la vita di sempre.
Uscita dall’ufficio, corre a casa di lui, pranza, rassetta e via in ufficio.
E la sera di nuovo.
Sinceramente non so come spiegarle che, prima o poi, batterà la testa.
Già mi figuro il filmino.
Appena il bellimbusto avrà trovato quella che gli fa girare la ciricoppola, MariaNeve si scioglierà in lacrime.
E mi sa che da scrigno mi trasformerò in lacrimatoio.

37 pensieri su “MariaNeve

  1. io credo che ad una certa età l’illibatezza diventi un grosso problema, per il semplice motivo che comincia a girare tutto intorno a quella.
    voglio dire, quando sei ragazzina, hai l’ansia da “prima volta”, ed è normale così. ad un certo punto della tua vita, però, soprattutto se hai avuto un po’ di storie (come Maria neve, del resto), ti rendi conto che non gira tutto intorno al sesso, anzi. il sesso, alla fine, diventa l’aspetto meno problematico. solo che Maria Neve è rimasta una delle poche a non saperlo.

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  2. Noise è arrivata prima di me a dire quello che penso pure io: e penso anche io, come gipsy, che forse c’è anche qualche problema con se stessi di accettazione. Così si passa da una sindrome di Cenerentola all’altra, senza avere mai il coraggio di cogliere la metafora della scarpina…
    Però la vostra amicizia ritrovata è bella, molto, e sono sicura che riuscirai a sostenerla e a darle buoni consigli, se accetta di chiederteli.

    (domanda: Maria Neve e Maria Luna – come la chiami a un certo punto [e il riferimento ad Artemide mi pareva assai appropriato] – sono la stessa persona, vero?!

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  3. Povna, grazie, un refuso. Si capisce che il suo nome è un altro, ma non posso qui nel blog rivelarlo.

    Povna e lanoisette, quanto all’illlllibbbatezzza, sì, ha sbagliato. Non è questo il problema. Anch’io ne sono convinto.

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  4. Spiace molto anche a me per Maria Neve. Amare e non essere amati, dicevano le sagge Cesira e Luigia ( vecchie bidelle /custodi nella scuola di campagna dove ho insegnato nei miei primi anni di servizio) è tempo perso per niente. Loro due vivevano insieme nella casetta del custode, poi quando sono andate in pensione hanno continuato a dividere gli ultimi anni facendosi compagnia, finché una delle due è morta nel sonno. Storie di una volta.

    Comunque l’illibatezza smette di essere un valore ( ammesso che lo sia ) quando diventa una bandiera o una specie di baluardo dietro il quale nascondere ritrosia e timori. Fatto salvo il diritto di ciascuno di vivere a suo modo e misura la propria affettività. Con buona pace di Cenerentola, scarpette di cristallo e del caro Bettelheim , il quale non era certo esente, nemmeno lui , da parecchi problemini esistenziali…

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  5. Ornella: che bella questa storia di una volta, eppure la ‘povna civica che è in me si chiede: ma l’altra l’ha potuta avere, la reversibilità? (ah, nostro arretrato paese). Sulla libertà affettiva e sessuale, sono ovviamente d’accordissimo (per gli stessi motivi che sottintendo pensando alla storia di una volta): ma quella di Maria Neve non mi pare vissuta solo con libertà, ma anche con costrizione (del resto, appunto, bisogna essere Artemide per essere Luna). Cenerentola è una immagine come tante, e Bettelheim come studioso sicuramente ha dato corso a una serie di elementi interpretativi ampiamente noti, ma che è riuscito comunque a sistematizzare molto bene. La sua persona è un’altra cosa, ma torniamo al solito punto: avremmo invitato a cena Heidegger o Céline?!

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  6. Non ci si può sottrarre a certe esperienze che nella vita bisogna fare, neppure quando abbiamo tutti gli elementi per capire che dovremmo prendere un’altra strada, ed io ne so qualcosa.
    Si romperà la testa… ma so anche che tu non gli dirai mai “te l’avevo detto”, perchè sei una persona speciale.
    Se pensi che l’amicizia sia corrisposta, stalle semplicemente vicino, non puoi fare di più.

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  7. Grazie ‘povna per le puntuali osservazioni: ora dovrò riprendere la mitologia greca per comprendere meglio “l’importanza di essere Artemide”!!
    Quanto alla pensione di reversibilità , non penso che Cesira pensasse di averne diritto , non erano tempi di rivendicazioni o di coppie di fatto e loro del resto erano semplicemente amiche , suppongo.
    Ho ripreso Bettelheim perché con l’avanzare degli anni sono diventata scettica nei confronti di quasi tutte le teorie che pretendono di spiegare l’animo umano o le nostre complicate vicende sentimentali /affettive. Credo che ciascuno abbia diritto alla sua giusta dose di errori e ripensamenti senza per questo sentirsi in colpa o provare inutili rimorsi. MariaNeve sta sprecando tempo e questo mi dispiace , ma la vita è sua , dopo tutto. Forse il matrimonio non era veramente nei suoi progetti, altrimenti non avrebbe “licenziato” tanti pretendenti. Del resto noi donne alla ricerca dell’Amore perfetto, spesso finiamo per racattare i peggiori avanzi e ne andiamo pure orgogliose. Come dice Mel, l’illusione del “io ti salverò” è perennemente in agguato sulla nostra strada!

    E infine , no , non credo avrei mai invitato a cena Heidegger o Celine, e nemmeno un bel numero di altri personaggi che , scusate l’ignoranza abissale, con le loro opere non hanno migliorato di certo il mondo in cui viviamo, lo hanno solo reso più complicato di quanto già è.

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    • Niente di che, per Artemide, pensavo semplicemente al mito della sua richiesta di perenne verginità raccontato da Callimaco.
      Sulla reversibilità, sai, io non credo che per averne diritto si debba avere (proprio per i motivi che ben ricordavi,e che condivido) un legame di natura sessuale, proprio perché diversa, sempre libera e molteplice è la strada della reciproca affettività. E credo che se due persone vivono insieme ‘per la vita’ potrebbero avere dallo stato riconosciuti certi diritti anche se sono “semplicemente” amiche. Ma, come tu ricordi, non erano tempi di rivendicazioni (da noi i tempi sono sempre arrivati come i treni, in ritardo sulla linea).
      Su Bettelheim (che peraltro non ho citato io), io cerco di ‘usare’ degli studiosi ciò che hanno proposto agli studi (nel caso, una lettura un po’ meno accomodante e un po’ più perturbante, in senso tecnico, delle fiabe – così come è del resto nella loro origine pre-Disney, in questo, come accennavo, anche nella interpretazione il buon Bruno non inventa nulla, si limita a sistematizzare), senza prendere nelle loro letture indicazioni di priorità assiologica e morale.
      Allo stesso modo, se pure non invidio la Arendt, non penso che il mondo sia più complicato perché Céline e Heidegger hanno proposto trame romanzesche estreme o interpretazioni di pensiero esistenziale (che poi basta non leggere, come direbbe Pennac). E mi inchino volentieri di fronte alla loro bravura – pur continuando a preferire di gran lunga invitare a cena gli amici (e, in molti momenti della vita, leggere Paperino). Ma ora smetto di approfittare dello spazio di Mel (grazie!) e mi chèto.

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  8. Io, per non sbagliare, al massimo invito a cena Ornella…

    Comunque, ritengo che una mente eccezionale dovrebbe comunque essere una persona eccezionale. Ho visto da vicino solo un Nobel (Roald Hoffmann), per il tempo di un caffè, e vi assicuro che ho capito in un istante ho capito fosse un uomo eccezionale. Che scrivesse commedie etc l’ho scoperto dopo, conoscevo solo le reazioni pericicliche.

    Ecco, credo che un Nobel si potrebbe invitare a cena ad occhi chiusi. Un filosofo, non so.

    Anonimo SQ

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  9. I filosofi aiutano e sono necessari a fare luce sulla nostra esperienza di vita.
    Il problema è che li “consultiamo” a posteriori, quando abbiamo superato la china, quando la scalata è terminata e le ossa sono frantumate.
    Nel momento del pericolo si è ciechi e sordi.
    Come si può essere prudentissimi quando non si vive dal di dentro una situazione.
    Personalmente non me la sento né di giudicare, né di ergermi a censore o maestro.
    Ci sono stati momenti della mia vita in cui tutto ciò che ho studiato… se n’è andato a farsi fot… Filosofi, letterati e affini.

    🙂

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  10. Be’, meno male che MariaNeve ha un amico come te. Certo è sempre spiacevole quando vedi un amico o amica andare dritto verso una batosta e non riuscire a fermarlo. Chissà cos’è che fa sì che una persona si ficchi (e soprattutto persista) in certe situazioni. Forse la paura di ritrovarsi soli con se stessi, non lo so. Riguardo all’illibatezza a un’età così avanzata, a meno che una non si consacri o non si faccia suora, non penso ci sia da andarne fieri. Alla fine è una chiusura verso il mondo, verso la vita. Non lo dico per giudicare MariaNeve, ognuno fa le sue scelte, dico solo che non c’è da vantarsene poi tanto…

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