Santo in cellofan


Nell’attesa di una gustosissima familiare cotta a legna, ieri sera ho ascoltato le geremiadi del pizzaiolo, che è anche proprietario dell’esercizio commerciale.
Uno di quelli onesti, che stacca subito lo scontrino fiscale, senza averlo rimaneggiato a monte a suo favore.

È un lavoratore instancabile, e con lui la moglie, che si divide tra la cassa e la consegna delle pizze a domicilio, e con loro le figlie, la piccola, di circa dieci anni, che accompagna la madre per le consegne, e la grande, una sedicenne che frequenta le superiori al mattino, studia nel pomeriggio e aiuta il padre-pizzaiolo la sera, leggendogli le comande e smistando le scatole-pizza.

Nel tardo pomeriggio, quando la legna ardente ha già imbiancato l’emisfero cavo e la bocca del forno è lì lì per accogliere la prima pizza, gli si è presentato un vigile urbano, intimandogli, sulla base di una freschissima ordinanza comunale, di spegnere le luci e di chiudere la pizzeria.
Il pizzaiolo, che bufalo è già nell’aspetto fisico, s’è inferocito ancora di più per l’ordine perentorio del vigile, cacciandolo malamente dalla pizzeria e promettendogli di mettergli le mani addosso, appena e se lo avesse incontrato senza divisa.
Comportamento, quello del pizzaiolo, inaccettabile sul piano normativo, ma da plauso per le ragioni che dirò.
So per certo che ha brigato per l’ordinanza comunale scellerata(serrare gli esercizi commerciali per la festa del santo patrono)il giovane parroco del paesello che, pur essendo filosofo eccellente e predicatore fascinoso rampante in cerca di porpora, ha una visione dell’ecclesia ancorata ai dettami della chiesa post-tridentina.
Costringere tutti, fedeli e non, anime pie e dannati in pectore, a partecipare in massa alla festa patronale, i primi per adesione volontaria, gli altri per interdizione dei negotia quotidiani.
Ma, né l’ordinanza, né le trame di don Abbondio hanno ottenuto un pieno successo.
Molti esercizi commerciali sono rimasti aperti e, forse per punizione divina, una pioggia martellante e fitta ha martoriato la statua del santo patrono che, per l’occasione, ha sfilato per le vie del paese intabarrato in un trasparente mantello di cellofan.

14 pensieri su “Santo in cellofan

    • Ci credo, anche i tradizionalisti che conosco io son ben preparati, e ti chiudono la bocca suon di citazioni. Ma in sostanza, hanno idee del cavolo (secondo me).

      Su quel che penso dei teologi, dirò meglio quando (se mai) avrò un mio blog. Ma temo che alla mia età sia troppo difficile imparare a farlo.

      Anonimo SQ

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  1. Arrogante, mi sembra, la pretesa che hai descritto. Ma triste anche che lo stato si sia piegato in questo modo. Finché non provvederemo da soli, a respingere i ricatti del clero, c’è poco da provvedere dall’alto, mi sa…

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  2. Incredibile pretesa quella di far chiudere i negozi per la processione. Mi stupisco che il Comune abbia emesso una simile ordinanza. Complimenti al pizzaiolo e, be’, concordo con Anonimo SQ sulla pioggia… Dio ha dato una bella lezioncina 😉 (e tu ti sei gustato una buona pizza, eh eh).

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  3. Aspirante porporato, forse, ma secondo me una dieta a base di pane e volpe non gli farebbe male:la pizzeria aperta può AIUTARE la festa del santo patrono, la pizzeria chiusa incoraggia l’impenitente cacciatore di divertimenti a prendere la macchina e andare nel comune vicino, o a invitare gli amici a casa per una cenetta.

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