Rapida e “morbistente”

Domattina, ancora l’oracolo non si è espresso, quindi non so l’ora e il minuto in cui le trombe dell’Apocalisse squilleranno, sarà effettuata nella mia scuola la simulazione di un’evacuazione.
So che è adempimento obbligatorio, riconosco che, dopo l’esperienza del terremoto di mesi fa, è necessario tenere allenati alunni e personale tutto, però è operazione che mi urta non poco, soprattutto perché, a parte conoscere vie di fughe e percorsi, non disponiamo di una sicura preparazione sulla sicurezza; di solito l’evacuazione avviene a ridosso della ricreazione, ma le mefistofeliche menti degli organizzatori potrebbero puntare sull’effetto-sorpresa.
La novità, destante qualche perplessità di carattere semantico, è che nel testo della circolare viene associato l’aggettivo “rapida” al sostantivo “evacuazione”.
Si tace, invece, il nome della purga.
Essendo un’evacuazione rapida, si sarebbe potuto consigliare di uscire dalla scuola con un rotolo di carta igienica a testa.

12 pensieri su “Rapida e “morbistente”

  1. Stesse riflessioni in settimana, davanti alla circolare. Mi sono limitata ad andare dalla responsabile a segnalare la presenza di un esterno per un intervento di formazione in aula Magna. Lo so che i terremoti non prevedono esperti esterni, però, che la rapida evacuazione veda anche esperti esterni col rotolone (merce rara peraltro nei bagni dell’Istituto) mi scoccia.

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  2. Scusate se vado controcorrente, a mio parere è molto importante una simulazione di questo tipo su pubblico edificio rivolta agli addetti. Come RLS della ditta in cui lavoro (finché sarò in carica……………) all’inizio c’era molta reticenza nei miei colleghi prima della prova, una volta fatta … steso verbale, si archivia e si spera che sia rimasto almeno il concetto. Son pochi minuti, non fa male 🙂

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  3. @Infelice fu, LaGattaGennara, chi applicò la prima volta la parola “evacuazione” alla simulazione…

    @Ray, nessuno, credo, ne mette in discussione il valore, ma se fatta bene.

    @Ah ecco, Rose, tu quoque tu…

    @Lanoisette, piazzare le verifiche il giorno giusto è un’impresa.

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  4. Il problema è che da noi il concetto di simulazione proprio non esiste. Quando vivevo a Cambridge, in qualunque luogo ti trovassi a lavorare o a risiedere ti veniva detto subito che le esercitazioni sono importanti e ti veniva chiesto di firmare la liberatoria. E poi le simulazioni partivano e basta. Tante, ovunque, senza nessun preavviso. E ti trovavano in camicia da notte, al cesso, durante la lezione e i testi, oppure al tè tranquillo e beato. E dovevi uscire (dal cesso, dalla stanza, dalla lezione, dal tè) e se non lo facevi erano cazzi. E nessuno era stato avvisato prima. Mai. E ho imparato a farle per bene. O se ho imparato.

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