Fino a qualche decennio fa il giorno di Santo Stefano costituiva il naturale proseguimento del Natale, ma i tempi sono mutati e di ciò sono contento. Fino agli anni ’80 si litigava tra parenti per stabilire in quali case si dovessero trascorrere le varie festività. Oggi non si cucina nulla, ma si scaldano i rimasugli(e che rimasugli!)di Natale. E ammetto che, tranne qualcosa, è tutto ancora molto buono e gustoso. Santo Stefano è perciò il giorno del riposo e della sonnolenza, si sta in tuta a coccolarsi, ciascuno è a casa propria e ci si dedica ai passatempi e nel pomeriggio alle visite da amici e parenti(pochi). Anche le strade sono immerse nel silenzio e raramente passa qualche automobile.
E’ vero, è un bellissimo giorno di vero riposo, poi dopo il tuo pranzone di ieri 😀 Il mio è stato molto più semplice ma anche noi oggi lo abbiamo replicato (leggi: abbiamo mangiato gli avanzi). E ora sono qui tranquilla a leggere, fare qualche giretto sul web e sorseggiare un buon tè. Evviva l’otium post Natale 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Per me treni, e valigie, e visite di amici lontani, e (finalmente!) il cambio di stagione. Ma domani me ne parto, verso un’isola lontana, e volo via per un po’!
"Mi piace""Mi piace"
@Però non tutti gli avanzi, Ilaria, rendono come il giorno prima. Per esempio le pastelle. Vanno mangiate la stessa giornata in cui vengono cucinate. 🙂
@Povna “moto perpetuo”! Bene! 🙂
"Mi piace""Mi piace"