Della trans-pagella o dell’ineffabile pagellino

Con il passare degli anni sono diventato più mansueto nei confronti dei ragazzi; detto in soldoni mi incazzo sempre più raramente, ma un dato rimane granitico: se confronto i miei voti con quelli dei colleghi, risulta che lo stitico di voti oltre il 6 sono sempre io. Per non parlare di una vera e propria diarrea di voti fra il 3½ e il 4. I gentilissimi colleghi distribuiscono, invece, voti sostanziosi a pioggia. Me ne cruccio e vado in crisi. Con una collega, invece, si è in sintonia di voti. Che pensare? O sono eccessivamente analitico io, o sono eccessivamente munifici e superficiali loro. Ai miei tempi, circa trent’anni fa, riuscire a strappare un sette, o un otto, a un professore equivaleva al conseguimento di un titolo, non dico onorifico, ma certamente di buona fama di studente nell’immaginario di un intero liceo. Con ciò non voglio affermare che la scuola di trent’anni fa fosse migliore di quella di oggi, perché storture allora ce n’erano tante, ma non ricordo una mano così prodiga di sette e otto. E non mi si dica che i tempi sono cambiati! Se non sono più quelli di una volta, si deve ipotizzare che anche il buon senso si sia evoluto. O, più probabilmente, involuto. Ne risente pure il linguaggio usato dai professori durante i colloqui con i genitori: è raro sentir parlare di maturazione, crescita, consapevolezza, responsabilità, mentre verdeggia all’inverosimile una chioma di parole, che afferiscono al campo semantico della gara e del talent scout: corsa ad ostacoli, battaglia, meta, bersaglio, step, prestazione(meglio se con ansia), gratificazione, premio, vittoria, successo/insuccesso. E la cosa grave è che i genitori amano sentirsele dire.

17 pensieri su “Della trans-pagella o dell’ineffabile pagellino

  1. Perfetta analisi del testo, ma non ho bisogno che tu lo senta dire da me. Adoro le tue riflessioni; io ho colleghi che si lamentano, oh, se si lamentano del rendimento e mi ammorbano con le lamentele, poi campeggia il loro 7 sul pagellino e il tuo 5 e ti fai tante domande. E ti dai tante (inutili) risposte.

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  2. Sono d’accordo a metà. Anche io do moltissimi voti bassi, anche in prima, anche al biennio, anche in contro-tendenza con una (semi)delibera di Collegio. Do dei 3, dei 2, degli 1. I primi due anche in pagella. E rimando a settembre, e boccio. E pur essendo a un tecnico i miei alunni sanno che puoi avere anche scritto un tema da 10 in contenuto: con un errore grave in ortografia l’insufficienza non te la leva nessuno.
    Però. C’è un però: che la valutazione di 7 e 8 come “votoni”, quella della nostra scuola (o di gran parte di essa), è figlia di una scala di voti usata in maniera ridotta. Un modo che la frequentazione, prima da studentessa e poi da docente, del sistema inglese e francese mi ha insegnato a considerare abbastanza buffo (e molto, solo, tragicamente italiano). Se una scala ha due estremi, ha un senso secondo me usarli tutti, senza dare ai due più alti, 9 e 10, dei livelli di eccezionale eccellenza che solo noi gli attribuiamo. Per primi furono i miei professori di matematica&fisica e di latino&greco a insegnarmelo: iniziando a usare, contro tutti gli altri colleghi, la scala decimale (e infatti io avevo la media del 10 in latino e greco solo perché traducevo bene e con grazia, ma tutti sapevano che ero più portata per italiano moderno e per matematica e fisica, nei quali davvero, talvolta, qualcosa di interessante da dire).
    Dopo il liceo, come ti dicevo, la frequentazione di sistemi esteri mi ha rivelato che non erano i miei insegnanti di lettere classiche e matematica e fisica a essere eccezioni. Ma tutti gli altri, e l’Italia tutta, rispetto al sistema educativo occidentale. L’ultimo confronto importante è stato poi con Voglio-la-mamma, la mia collega di matematica, che, da brava scientifica, si è riconvertita al sistema dei voti da usare tutto con molta più facilità di noi letterati. Quindi io la scala, anche se con tutte le riserve implicite da letterata, cerco di usarla sempre tutta. Semplicemente, per me, 7 non è ‘sto gran voto. E’ buonino, certo, ma niente di più.

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  3. @GG, proprio così: geremiadi e poi spunta sette. Gr grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!

    @Povna, sono d’accordo con te. Tutta la scala! Anch’io ho dato dei dieci(2 in tutto)l’anno scorso. E penso che bisserò.

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  4. ah… da genitore di figlia liceale ti dico che i suoi professori ignorano la parte alta della scala affermando che nessuno è degno di un voto oltre l’otto.
    Non disdegnano mai la parte bassa e bassissima così ho visto un sacco di due nella classe della figliola, soprattutto in greco,latino e matematica.
    La figliola si attesta su un 7…
    Vorrei però parlare di un fenomeno che i ragazzi chiamano “tettuccio”…
    Alcune insegnanti assegnano come dire… un livello ai loro alunni e oltre quello non si va… Intendiamoci, uno se è da 6 potrà fare magie ma oltre al 6, credetemi non va!!!

    Da persona della scuola dico che nelle primarie invece da quando ci sono i voti, vengono dati forse in maniera eccessiva i nove e i dieci che spesso tonfano irrimediabilmente nei gradi successivi di scuola.

    Scusatemi se mi sono intrufolata in questo discorso non essendo… parte in causa

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  5. anch’io ho sempre cercato di usare tutta la scala, nonostante sia figlia di una scuola in cui, con il compito pulito, non prendevo più di 8 (al biennio, al triennio qualche 9 si vedeva, ma con parsimonia).
    quello che mi fa incazzare dei colleghi è l’atteggiamento di cui parlava la GattaGennara e, soprattutto, il fatto ch edopo mesi di insufficienze, basti un’interrogazione o una verifica di recupero decente per avere 6 in pagella.

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  6. @Rose, “alcune insegnanti assegnano come dire… un livello ai loro alunni e oltre quello non si va… Intendiamoci, uno se è da 6 potrà fare magie ma oltre al 6, credetemi non va!!! è un fatto grave. Si chiama predettività.

    @Lanoisette, i colpi di spugna, insomma.

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      • Ma infatti, Rose, secondo me anche Mel è d’accordo con te : ha scritto che la “predettività” (così si chiama) è appunto “grave”. Il resto era la citazione del tuo commento.
        Sul fatto che una persona da 6, come tu accennavi, possa andare oltre il 6, secondo me dipende. Forse non come media generale della pagella, forse non in tutte le materie, ma certo nessuno è da “6” di base nella scuola dell’obbligo di ora. Ci sono molti obiettivi che sono facili, e una persona da 6 in prima superiore che si metta di buzzo buono a migliorare e studiare potrà certamente arrivare anche al 7 in molte cose. Ecco, magari non avrà la media del 10, ma appunto alla più che sufficienza piena e tranquilla secondo me sì.
        Per quanto mi riguarda, specie se conosco gli alunni da tanti anni, la mia tendenza non è mai ad assimilare sul 6, ma caso mai ad aspettarmi tanto da quelli molto bravi. Per questo le loro interrogazioni e le loro correzioni di verifiche sono sempre condotte con grande acribia, se possibile più degli altri, per essere sicura che – abituata a dare loro 8, 9 o 10 – non tenda a darli lo stesso a prescindere.
        (I temi di Calvin e Corto Maltese venivano sempre letti, per esempio, quando erano in seconda, non solo da me ma anche da colleghi scolastici e universitari, perché volevo essere sicura che il ,mio giudizio su di loro non fosse ‘appannato’).

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        • mmm in questo caso, certo non sono un docente, non sono d’accordo. Anche tu stabilisci un tettuccio.. tu decidi che uno è da 6 e quindi al massimo potrà arrivare a un sette… ma in base a cosa uno è da sei???
          Magari non ha capito subito come e quanto studiare, nonostante l’intelligenza sveglia e pronta, perchè non può arrivare a u na media più alta e in tutte le materie??
          per esempio la figliola i primi anni di liceo ha faticato era molto bambina ha dovuto conquistare una sua maturità per affrontare bene lo studio. Ora studia in modo diverso e con coscienza e rende in modo diverso.
          O forse non capisco cosa intendi dire

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          • Veramente rispondevo alla tua affermazione (che era in sé un tettuccio di base, cito: “Intendiamoci, uno se è da 6 potrà fare magie ma oltre al 6, credetemi non va!!!”), dicendo per l’appunto che nessuno “è da” qualcosa. E dicevo esattamente quello che dici tu ora. Cioè che basta studiare e applicarsi per ottenere risultati in tutte le materie, comprese quelle in cui non si è portati. Poi, sempre partendo dal tuo esempio (e dunque pensando che ci possa essere qualcuno che in qualche materia sia più o meno portato) ho detto che secondo me nessuno, anche se non è portato, non potrà andare “oltre il 6” (di nuovo cito la tua affermazione). Ma potrà con l’impegno arrivare alla più che sufficienza (il 7), o oltre, anche nelle materie in cui non è portato. Esempio pratico: io in disegno non sono portata (infatti ho fatto il classico). Però tra l’impegno nel disegno pratico (in cui, lavorando il quadruplo degli altri, prendevo “abbastanza buono”, alle medie), e la costanza nello studio (nel quale prendevo tranquillamente il mio “ottimo”) alla fine in pagella avevo comunque “buono” o “più che buono”.
            Di certo, nello stesso tempo, in disegno pratico, disegno vero, io da ottimo come istinto non sarò mai, perché per quanto mi applichi sporco il tratto, non sono precisa etc. O lo raggiungo con un numero di ore di applicazione tale che dimostra che quella non è (non era) la mia strada.
            Ma, mi viene il dubbio di avere interpretato la seconda parte del tuo commento come una parola tua e non una citazione (nel caso è stato l'”Intendiamoci” a mandarmi fuori strada, perché mi sembrava rivolto a noi commentatori da te e non una citazione degli insegnanti della figliola.
            In ogni caso, credimi, io tettucci proprio non ne stabilisco mai, tanto è vero che (con l’eccezione che ti dicevo in alto, cioè la tendenza ad aspettarmi grandi casi da alunni conosciuti per più anni con la media del 9) i miei voti dello stesso alunno variano dall’1 al 10 con una certa facilità. Né sono di quelle che non danno 8 o 9 (10 ammetto non mi è mai capitato, nel I quadrimestre di I superiore) nel primo quadrimestre di prima superiore perché “è il primo quadrimestre”. Io do quello che si è meritato. Poi, nel caso, cambierà.

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            • vedi che c’era un problema di comprensione…veramente io intendevo che se un professore stabilisce che un ragazzo è da sei, nonostante sforzi e cambiamenti, per il professore sarà sempre da sei e non oltre…

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              • Sì, infatti, come ti scrivevo, poi ho pensato che quella che per te era una citazione del prof. io l’avevo letta come una tua glossa personale! Quindi siamo tutti d’accordo, su questo, direi! Nessuno nasce né ‘imparato’, né predestinato (al voto X). Anche se poi ovviamente man mano che si cresce si specificano i talenti e le passioni!

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  7. @Rose, si è generato un equivoco. Intendevo dire: i docenti che bollano un alunno sempre con lo stesso voto incorrono in quell’errore didattico che si chiama “predettività”. Non volevo giustificare i docenti che stigmatizzano i loro alunni. Me ne guarderei bene.
    La Povna ha chiarito.

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  8. Un po’ in ritardo, ma deposito anch’io il mio sassolino. A me pare che se, per legge, la gamma dei voti è 1-10, si debba usarli tutti. Io l’1 non lo do mai, perché non si può rimediare, neppure con un 10, ma tutti gli altri sì. Inoltre in pagella, anche nel primo quadrimestre, arrotondo i mezzi voti per eccesso. Forse sbaglio, ma so che pretendo abbastanza e sono contenta alla fine di premiare chi ha studiato. Le mie colleghe delle materie umanistiche, invece, fanno più fatica a salire sopra l’8 e questo è un problema per gli studenti migliori, dato che, al triennio delle superiori, alla fine dell’anno, il massimo del credito si può dare solo se la media supera l’8 (o addirittura il 9, in quinta).

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