D’acqua e panico

Fugacemente e a intervalli ho seguito lo speciale di Mitraglietta su La7, unica tra le tv ad avere dedicato l’intero pomeriggio all’alluvione della Sardegna. Neanche le tv pubbliche, se non nella forma della curiosità morbosa che entra nelle case degli alluvionati, ne raccoglie le lacrime, sbandierandone la disperazione, l’impotenza e il dolore, ne sono state capaci. O non hanno voluto. Mentana, invece, ha reso davvero un servizio pubblico eccellente, ricostruendo e sviscerando tutte le dinamiche legate all’alluvione sarda.

Più di una volta mi sono trovato in mezzo all’acqua e al fango; e l’acqua e il fango, qualche anno fa, sono penetrati al pianterreno della mia casa, imbrattando mobili ed elettrodomestici. Per poco non ci ho rimesso pure mio padre che, per radicata incoscienza, tentava di liberare il marciapiede dalla paccottiglia di spazzatura, che il torrente in piena trascinava con la sua rapina rovinosa. Un’altra volta l’acqua alluvionale è penetrata nell’abitacolo dell’automobile, mentre mi recavo a scuola. Insomma, tutte le volte in cui l’acqua e il fango hanno trionfato, riconosco di essermi trovato in pericolo per incoscienza e per il desiderio violento di mettermi al riparo, giungendo al più presto a scuola o a casa. Si tratta di un’illusione, perché lo spazio che separa dal luogo ritenuto sicuro, aggiunto alla variabile-tempo, può essere fatale. A volte, invece, il riparo è a portata di mano: basterebbe abbandonare l’automobile, cercare un qualsivoglia luogo sopraelevato e attendere. Attendere che la furia dell’acqua freni il suo impeto. Invece il panico per l’invasione dell’acqua e la preoccupazione per chi, come i familiari e gli amici, possa trovarsi in pericolo per la stessa causa spinge a commettere azioni poco sagge, quali attraversare un ponte con un torrente in piena, sfidare pozzanghere e laghi lungo le strade, attraversare sottopassi e altre bravate del genere; a casa, d’altra parte, spalare la fanghiglia da un pianterreno, cercare di proteggere mobili e arredi, mentre intanto la piena giunge furiosa a sommergere il nostro respiro.

Con ciò non voglio trovare alcuna giustificazione al dissesto idrogeologico del nostro territorio, al ritardo dei soccorsi e al cambiamento, in direzione monsonica, del nostro clima, però, talvolta, alla furia dell’evento meteo si somma anche quella dell’irrazionalità e della paura, che fa perdere la testa e la vita.

7 pensieri su “D’acqua e panico

  1. Ricordavo l’allagamento di casa tua e infatti quando ho sentito che ora c’è l’allerta meteo anche per le altre regioni del Sud, compresa la Sicilia, sono venuta qui da te… Speriamo non succeda niente ma comunque sii prudente! Fortunatamente non mi è mai capitato niente del genere ma immagino il panico contro un nemico così violento e impetuoso come l’acqua. Certo il dissesto idrogeologico e responsabilità umane (oltre alle “debolezze” del momento che citi tu) devono esserci però; non è possibile che quasi ogni volta che piove un po’ di più dobbiamo piangere dei morti.

    "Mi piace"

  2. Mi dicono, per dire, che in Sicilia ci sono città capoluogo prive di tombini e fognature per la raccolta delle acque piovane (è vero ?).
    Qui al nord-est li abbiamo, ma costa troppo tenerli puliti, così ci godiamo stormi di zanzare tigre d’estate (uscire dopo cena è quasi impossibile)ed allagamenti nei nubifragi. Però i soldi per feste, premi ai dirigenti e lavori pubblici assurdi li troviamo sempre.
    Purtroppo, di Cacciari ne abbiamo avuto uno solo, e l’abbiamo pure messo nell’angolo a livello nazionale. Troppo bravo, troppo onesto.
    Io penso che il ns paese non abbia speranze, almeno sino a quando i ns concittadini si faranno coprire gli occhi da prosciutto della TV su SB, Alfano et alia.
    L’altra sera, mentre alla radio che ascoltavo continuavano a interrompere i programmi per segnalare le notizie dalla Sardegna (ma i fatti erano del pomeriggio) con i morti che aumentavano di continuo, mia moglie in TV continuava a sciropparsi i soliti talk-show su Silvio, la decadenza, l’interpretazione anticostituzionale della Severino, la Cancellieri etc.
    A me veniva da vomitare.

    Anonimo SQ

    "Mi piace"

  3. Mamma mia, deve essere qualcosa di impressionante. Io non mi ci sono mai trovata, ma mamma ‘povna che ha vissuto l’alluvione del ’66, mi ha raccontato cose che si incidono per sempre nella memoria.

    "Mi piace"

  4. Riuscire a continuare ad essere razionali, anche nei momenti di spavento totale, non è certo da tutti, anzi direi che è una dote di pochi fortunati. Non mi sono trovata mai di fronte ad alluvioni o eventi tanto devastanti ma so che ogni volta che capita un’emergenza, ad esempio un malore di un mio congiunto, io mi paralizzo e sono poco lucida. Per dire, non avrei mai potuto fare il medico o l’infermiera.

    "Mi piace"

  5. io da bambina vissi in prima persona l’alluvione all’isola d’Elba (estate 1983, un paio di morti): noi avevamo affittato una casetta in alto, sulla collina (perchè costava meno rispetto a quelle bordo mare) e non ci successe nulla (la costruzione era nuova di pacca) ma ricordo perfettamente lo sfacelo, la strada trasformata in fiume, le auto sommerse, la spiaggia portata via dall’acqua, il camping distrutto.
    mai ringraziammo così tanto le tasche vuote e la fatica di risalire ogni giorno dalla spiaggia.

    "Mi piace"

  6. @Ilaria, al momento tutto fila liscio, mi auguro di continuare a dirlo.

    @A me, Rose, fa altrettanta paura la miopia dei politici.

    @AnonimoSQ, mi associo al tuo conato di vomito. Mi fanno tutti schifo. E nel mazzo anche la maggior parte dei giornalisti, che solleticano il loro ego attraverso la tv.
    Vorrei al governo botanici, filosofi, geografi, metereologi, ingegneri idraulici, etc…

    @Immagino, Povna.

    @Io resto lucido, Pensierini. Poi, scampato il pericolo, crollo fisicamente.

    @Mamma mia, Lanoisette! Se nelle vicinanze delle coste ci sono torrenti, la furia trascina le auto a mare. Io ho assistito ad una scena simile a Balestrate, località marina. Due auto galleggiavano come fossero salvagenti.

    "Mi piace"

Lascia un commento