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Disegno-Numero-6

Non so se sia la mia isolanità a farmi ribollire di fascino attrattivo verso la Sardegna, o per meglio dire verso gli scrittori sardi, o una semplice e pura coincidenza di incontri letterari, che si consumano nell’atto della lettura e nelle fole dell’immaginario. Sta di fatto che ho comprato, per solidarietà, e letto con piacere, il libello Sei per la Sardegna, pubblicato dalla Einaudi, il cui incasso sarà devoluto per la comunità di Bitti, che ha subito danni di una certa gravità strutturale in seguito all’alluvione di poco tempo fa. Si sono mobilitati Michela Murgia, Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu e Paola Soriga. Ciascuno ha scritto un pezzo letterario, il cui tema richiama, direttamente o velatamente, la Sardegna, i pregiudizi su di essa, la bellezza, l’invasione del capitalismo turistico selvaggio, le tradizioni e via discorrendo. I generi praticati sono molteplici: dal pamphlet al racconto biografico, dal saggio di geografia umana alla prosa poetica, dal libretto di musica al racconto breve. Sei è perciò un miscuglio di generi che, se da un punto di vista letterario necessitava di una revisione meditata e meno irruente, tuttavia è attraversato da una vena di passione viscerale, che lega gli autori alla loro terra. Fra tutti, almeno per i miei gusti, ho trovato interessante la prosa poetico-filosofica di Fois dal retrogusto leopardiano, il racconto breve della Murgia, come sempre abilissima nella poetica della frase-meraviglia e del fulmen in clausula, e infine la biografia di carattere realistico di Abate. Sei non è certo un capolavoro, ma, se si conciliano l’amore per la Sardegna e la causa solidale, penso che valga la pena acquistarlo e leggerlo. 

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