Con il nipote grande è un perenne battagliare. Tira fuori dal frigo una bottiglia d’acqua, ne versa il contenuto nel bicchiere e, dopo essersi rinfrescato, abbandona l’una e l’altro sul tavolo o sulla prima superficie piana, che gli capita sotto gli occhi. Neanche lo sfiora il proposito di riporli al loro posto. Si prepara un caffè espresso e il piano d’appoggio diventa una pianura fangosa dopo un alluvione: caffè ovunque, sia liquido che in polvere, cucchiaino grondante di gocce marrone, che imbrattano il vassoio, e naturalmente la tazzina di caffè non dico lavata dopo l’uso, ma almeno riposta nel lavabo per il futuro risciacquo. Quando si mette a cucinare, e lo sa fare benissimo, il piano cottura si trasforma in un quadro uscito dal pennello di un macchiaiolo. E il bagno dopo una doccia? Il diluvio di Noè. Insomma, per farla breve, lui e il disordine formano una coppia consolidata. A nulla è valsa l’educazione ricevuta, né gli studi compiuti, a nulla i moniti dei genitori, dei nonni e dello zio Mel rompi. Attenzione, se il nipotone decide di ripulire e rimettere in ordine, anche questo lo sa fare bene. Ma con i suoi porci comodi. Questo probabilmente il vero punto del contendere: procrastinare a un tempo vago e indeterminato tutte quelle operazioni di pulizia e riordino delle cose e degli spazi che sono patrimonio di un intero gruppo familiare, che durante i momenti conviviali si allarga più del solito. Comprendo benissimo che il menefreghismo del nipote, nella fattispecie il non considerare lo spazio e gli utensili di casa come patrimonio di una piccola comunità, sarà superato, prima o poi, quando si sarà reso autonomo, tuttavia a me il suo comportamento dà fastidio e mi fa riflettere. Dà fastidio, perché non rientra nelle mie abitudini di vita personale e familiare(“Sporchi, e allora ti tocca pulire, questo il motto), mi amareggia, d’altro canto, perché il suo modo di fare è tipico di chi non si sente chiamato a rispondere di cose e spazi, che sono patrimonio di tutti nell’immediato, nel presente e nel futuro.
Caro Mel, quello che tu hai descritto è un tipo di giovane molto comune e molto sgradevole secondo me. Come tu sai, io mi sono sposata presto e nel contempo lavoravo: ecco, se tuo nipote dovesse sposarsi con una che lavora, e non può dedicarsi alla casa full time, potrebbe finire in tragedia. Io per fortuna avevo un marito abbastanza pulito e ordinato, ma ho sentito storie terrificanti con convivenze finite proprio per questo. Ti linko un post di un blog che seguo da anni: ti invito a leggerlo, perché potrebbe essere la naturale evoluzione del nipotino:
http://www.matiseivista.com/2013/04/il-filo-non-ci-arriva-cronache-di.html
eheheheh io continuo a lavorare tutto il giorno, anche più di una volta, e ti assicuro che un compagno disordinato sarebbe una iattura intollerabile…..o mi paga la domestica, o diventa collaborativo e ordinato!!!
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Hai descritto un comportamento che conosco da vicino. Sto ancora studiando quali strategie/provvedimenti/accorgimenti/ adottare per arginare il disastro.
Come vedi non ti sono di nessun aiuto!
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Io sono ordinato, forse a livello maniacale a volte. Ad esempio, se prima non ho sparecchiato per bene non riesco a gustarmi il caffè dopo pranzo. Tutta questa frenesia disturba Letizia, che vorrebbe togliere tutto con calma alla fine.
Per me anche questa diventa occasione di lavoro su di sè, imparare a convivere col disordine, non tanto a casa, quanto a lavoro o in alte situazioni.
Comunque sono dell’idea che essere per l’ordine o per il disordine non dipenda tanto dall’educazione quanto da una ereditarietà genetica…ciò non toglie che molti giovani di oggi siano viziati e maleducati, anche se, da quello che dici, non mi sembra il caso di tuo nipote.
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Eh. La biologia dell’adolescenza. Non si scappa, di lì.
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@Infatti, Albaplena, ci si dovrebbe conoscere profondamente prima di convivere o sposarsi, l’amore fulmineo non basta.
@76SF, intanto io non mollo:ammonisco e rompo pur con argomentazioni valide e inattaccabili.
@Ereditarietà genetica, K2? Preoccupante.
@Povna, il nipote ha già superato i 25.
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Minchia, e allora il compianto Padoa Schioppa aveva molto più che ragione.
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Io, a parte la doccia, somiglio al tuo nipotone. Però vivo sola, infesto solo me stessa. E talvolta me lo dico che ho poso rispetto di me stessa.
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Da soli di può. Probabilmente mi comporterei come te se abitassi da solo. 🙂
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Ops, anch’io come la ‘povna pensavo che il nipote fosse un adolescente ma se ha superato i 25… non ha scuse! 😉 Io sono figlia di una mamma molto disordinata, finché non sono uscita dalla casa dei miei genitori ho vissuto nel disordine e credevo di essere disordinata anch’io. Invece, non appena ho cominciato a vivere da sola, ho scoperto di essere ordinata; non a livello maniacale, la mia casa è “viva” ma a prova di ospite (se qualcuno mi viene a trovare all’improvviso posso aprire la porta senza problemi!) e ho scoperto che nell’ordine si vive molto più sereni e tranquilli (almeno io). Speriamo che il nipote impari queste cose quando uscirà dalla casa dei genitori e non pretenda di appoggiarsi a una moglie facendosi servire e riverire… perché è chiaro che, se le cose non le rimette a posto lui, o restano in disordine o qualcun altro le dovrà sistemare al posto suo e questo non sarebbe giusto.
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@Si avvicina a quel modello, Povna, in effetti.
@Ilaria, mi auguro lo faccia al più presto. Rendersi autonomo, del tutto. Sigh!
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