Il bis di Arisa

Ho seguito Sanremo a spizzica e mozzica. Sono ormai tramontati gli anni Ottanta e Novanta, quando, appressandosi febbraio, ci si mobilitava tra amici per non perdere una puntata del Festival. Stando così le cose, non sono in grado di esprimere un giudizio compiuto sull’edizione di quest’anno. Né, tra l’altro, muoio dal desiderio di dire la mia su uno spettacolo, che non rientra più tra i miei interessi diciamo televisivi. Come per molti, anche per me Sanremo è per lo più un fenomeno di costume, perciò sono curioso di conoscere più la rappresentazione/narrazione che si fa degli Italiani che le proposte musicali. Che idea mi sono fatto allora di Sanremo 2015? Un pentolone con una tradizionale minestra di malinconiche melodie, su imitazione del programma di Conti I migliori anni, con un po’ di peperoncino, neanche troppo piccante(Conchita e Platinette), irrorato di un sempreverde romanticume di famiglie biblicamente numeriche(16 figli! Un controcanto ai conigli di papa Francesco?) e appassionatamente riunite per l’occasione(Romina e Albano). Anche quest’anno la vincitrice è lei, Arisa. Per la simpatia, l’ironia, l’originalità.

32 pensieri su “Il bis di Arisa

  1. Per quel poco che ho potuto vedere condivido quanto dici. Tra l’altro non riesco ad apprezzare subito e a giudicare una canzone nuova, ho bisogno di risentirla e conta anche molto il mio stato d’animo. Sono stato graziato dal veder Platinette. Un saluto

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  2. L’ho guardato, come ogni anno. E come ogni anno lo trovo un bello specchio non solo del costume, ma anche della direzione che abbiamo preso (purtroppo per nulla ostinata e per nulla contraria, a giudicare da questo intollerabile clericalismo che ha pervaso, strisciante, tutto questo festival). Nemmeno Arisa se ne è salvata, a mio giudizio. Non si è salvato praticamente nulla, questa volta. Ma già avere accettato di fare da soubrette di Carlo Conti retrocedendo dal ruolo cui era stata promossa la donna conduttrice negli ultimi due anni è a mio avviso vergognoso.

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  3. Un’Italia rappresentata a metà, Povna. Non ho nulla contro la famiglia tradizionale, ma c’è altro. Vedi, a me dà fastidio la parzialità di questa narrazione. Deve esserci posto per tutti, offrendo a tutti stesso spazio e pari opportunità di narrazione.

    Alcune canzoni non sono malaccio.

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  4. Povna, non va bene l’integralismo clericale, ma neanche quello laico. Sono due visioni differenti; sarebbe saggio tenersi per sé le convinzioni religiose, ma se uno le spiattella in TV in prima serata che facciamo? Lo fustighiamo? Gli mettiamo il bavaglio? Lui stesso s’è coperto di ridicolo.

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    • La laicità non è integralista per definizione, chi lo dice non conosce né il significato, né la storia di questa parola e questa idea. E la tv pubblica dovrebbe saper separare dio e Cesare, come diceva un tizio, un paio di millenni fa, che di laicità se ne intendeva, praticandola.
      Non si mette il bavaglio, né si fustiga, dopo. Non si invita prima, è tanto semplice. Pertiene a una sfera che non riguarda il pubblico, tutto qui. E poi, ripeto, non è che la punta di un iceberg. Adesso adesso Panariello ha fatto altrettanto, per dire. C’è che l’Italia è talmente poco laica nella sua formazione che la gente, oltre a confondere il significato del concetto, non se ne accorge neanche più.

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  5. L’indegnità, aggiungo, è di chi ha strumentalizzato le convinzioni di quel signore.

    Per definizione non lo è, nella prassi lo può diventare anche il laico. Nei comportamenti di chiusura e nei pregiudizi.
    Anche Panariello ridicolo!

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  6. Il laico con pregiudizi e chiusura, non è laico, per la contraddiIon che nol consente, semplice, no?! Qui non si usa nel senso di Dionisotti, di storia della cultura, ma di Viano, di filosofia delle idee.
    Panariello sulla Severino è stato indegno, parola di una maschilista doc come me.

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  7. Io credo che tu non abbia affatto bisogno di studiarla, penso che tu la conosca benissimo, essendo in insegnante (cioè: un funzionario pubblico) per di più di lettere. Secondo me basterebbe solo ricordarsi che “laico” nel pensiero liberale, a fondamento dello stato di diritto, qui sottinteso nel dibattito, che dovrebbe appunto basarsi si una laicità come metodo tutelante tutti i cittadini legati a quello stato in una relazione di sovranità condivisa e paritaria, è aggettivo e non sostantivo – una confusione ‘grammatica’, ma che spesso diventa sostanziale, che in Italia è assai comune, come ricordavo anche nel mio post di qualche mese fa su Romanticismo e Illuminismo di formazione della nostra nazione.

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  8. Non seguo Sanremo da molti anni, e per capire il tema della discussione ho dovuto cercare i protagonisti in Youtube. Arisa: voce gradevole, anche se non nella mia tonalità preferita, immagino che se si è adeguata a fare da valletta a Carlo Conti avrà calcolato pro e contro.
    Se il ringraziamento a Dio cui allude ‘povna è quello del “capostipite” della famiglia Anania, concordo pienamente con lei ( il canone televisivo è la tassa più odiata, dopo il bollo sui servizi bancari), anche se ritengo esista pure un integralismo laico, allineato a una linea di pensiero contraria all’integralismo religioso, che non perde occasione per raccogliere proseliti.
    Detto questo invitare una famiglia numerosa (16 figli ? Il patriarca Giacobbe si fermò a 12, e li mise al mondo con il contributo di più mogli) è stato comunque di cattivo gusto, anche se il sensazionalismo dei record può convenire a una trasmissione di intrattenimento come il Festival.

    Più che lo Spirito Santo, comunque, il signor Anania dovrebbe ringraziare le organizzazioni cattoliche che certamente lo sostengono nel mantenimento della sua numerosa famiglia. Un pizzico di paternità responsabile non sarebbe poi male, e mi pare l’abbia sottolineato pure papa Francesco.

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  9. @Ornella, non di cattivo, ma di pessimo gusto invitare un novello patriarca biblico. Sembra la risposta della CEI alle dichiarazioni di buon senso dell’attuale pontefice. Neanche mio nonno è arrivato a tanto, pur avendo procreato tra le due guerre. Si è fermato a 11. 😆

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  10. Ah ah! Altri tempi , comunque , caro Melchisedec ! Non che le famiglie numerose siano da disapprovare, a chi non piacerebbe avere tanto affetto e compagnia da condividere? Purtroppo una certa parte del popolo di Dio ne ha fatto una ideologia, e questo è disdicevole. Per parecchi motivi.

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  11. io ho aperto solo un attimo, ho visto albano e romina, terrificanti, e ho cambiato canale subito. anni fa ho scritto un post di fuoco, sul mio blog, contro l’orrido Sanremo quando presentarono la Canalis e Belen Rodríguez. no, non amo questa trasmissione. apprendo che hanno mostrato un padre di 16 figli, avrei pensato che l’abbiano mostrato come un fenomeno della natura, la donna cannone o la donna barbuta???!!! mi pare impossibile sia stato presentato con tutti gli onori, come un esempio da seguire. Anni fa c’era a Parigi uno spazzino nero, venuto dall’Africa, con 16 figli: prendeva più soldi di assegni familiari che di stipendio. Queste cose non mi piacciono. Quanto al Papa, (non mi piace neppure lui) avrei voluto fosse più chiaro e dicesse COME si attua la genitorialità responsabile secondo lui!!! Siamo sempre a Ogino-Knaus o astinenza? o si sono allargati un po’? non ne sono al corrente, tenendomi ben lontana dalla Chiesa. I tuoi nonni avevano undici figli, mel? povera nonna……. posso capire gli undici figli del senatore Kennedy, allevati con soldi e servitù a volontà…. ma avere un tenore di vita “normale” e gestire undici figli, mi pare una cosa titanica. La donna deve continuamente lavare, stirare, cucinare e stancarsi da morire. Mi domando se in queste condizioni le avanza energia per “conoscere” uno per uno i figli e le loro personalità.

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  12. @Pensierini, squallore è parola grossa. C’è di peggio.

    @Albaplena, i miei zii sono cresciuti bene, nonostante fossero 11. Erano altri tempi. Niente a che fare con il teatrino dei 16 figli dello Spirito Santo che, a sentire quel signore, ha rischiato il ricovero in pneumologia per asfissia.

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  13. Ho poco più di 40 cugini di primo grado perché i miei zii (i fratelli e le sorelle di mio padre) sono stati molto prolifici, a differenza di mio padre che ha avuto solo me e mia sorella. E ora anche i più grandi tra questi cugini stanno seguendo le orme dei genitori, siamo davvero una grande famiglia. Tranquilli, non sono mantenuti dallo Stato né da losche organizzazioni cattoliche. I miei zii e zie sono tutti professionisti, colti, non integralisti e i miei cugini e cugine pure. Se si vuole, se si ama avere una famiglia numerosa perché PERSONALMENTE si ritiene che la ricchezza stia nella goia e nella fatica di guardare i propri figli nascere, crescere e prendere il volo, non si dovrebbe essere presi in giro o trattati come conigli. Detto ciò, i miei zii si sarebbero ben guardati dall’andare in tv a fare il fenomeno da baraccone o a nominare in quel contesto lo Spirito Santo (obiettivamente il risultato era involontariamente comico). Quindi sostanzialmente concordo coi commenti che denigrano l’operazione come “marchetta” integralista. Ma non posso condividere l’atteggiamento di fondo di chi, anche nella vita di tutti i giorni, di fronte a una famiglia numerosa deve automaticamente pensare che si tratti di fanatici, o di poveri conigli incapaci di contenersi o di ignoranti, o di parassiti o mantenuti. Proprio in un Paese nel quale se non ci fossero per fortuna le famiglie degli immigrati, la natalità sarebbe sotto zero. Nella laica Francia i figli sono considerati una ricchezza mentre da noi vengono sempre più guardati con sospetto. C’è da riflettere.

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  14. Chiedo scusa al padrone di casa, ma poiché ritengo che le “losche organizzazioni cattoliche” di cui scrive Ilaria si riferisca al mio precedente commento, tengo a precisare che la mia non era certo un’accusa nei confronti delle suddette strutture. Dico solo che così funziona, non si spiega altrimenti. I movimenti neocatecumenali , e l’accenno del signor Anania allo Spirito Santo la dice lunga, si sostengono grazie al reciproco aiuto. Che poi questo aiuto alle famiglie numerose venisse dallo Stato, come avviene nella laica ( e sottolineo, laica) Francia, sarebbe non solo auspicabile, ma semplicemente una questione di giustizia. Ma venisse dato a tutti, credenti e non credenti, affiliati o cani sciolti che siano.

    Ma qui si ritorna alla nozione di “laico”, sulla quale sento pure io il bisogno di approfondire !

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  15. Sulla questione laico/religioso (perdonami la mancata finezza delle parole, lasciai la filosofia per la scienza molti anni fa per desiderio di concretezza) ci sarebbe molto da dire, ma sarebbe inutile. Tanto i super-laici ed i super-reliogiosi non cambierebbero idea, convinti ognuno di essere dalla parte della ragione. Perdona ancora la rudezza, Mel, ma se ne ho piene le tasche dei fanatici cilellini/neoqualcosa, ce l’ho pure di quelli che girano con le magliette “Grazie a Dio sono ateo” (e ne conosco di ambedue i tipi).

    Io mi siedo più volentieri dalla parte del torto, visto che quella della ragione è già occupata (cfr. Brecht): ognuno faccia quel che vuole, come può e come crede, e se ne assuma le conseguenze, senza cercare di addossare alla controparte le responsabilità delle proprie infelicità o scontentezze.
    I conti li faremo, presto o tardi, tutti quanti con noi stessi, o, per chi ci crede, con l’ Onnipotente. Ho solo una grande stanchezza, ma so che sono solo le proprie esperienze che contano, non la dialettica delle argomentazioni.

    Anonimo SQ

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  16. @AnonimoSQ, ho scritto il post per riportare brevemente e simpaticamente le mie impressioni su Sanremo, non per dissertare sull’antitesi laico\religioso. 🙂
    Il prosieguo è scaturito dai commenti.

    Mi piace “i conti li faremo con noi stessi”. Ne sono certo.

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  17. Ho visto in TV ieri sera un’intervista ad Arisa della Bignardi alle “Invasioni Barbariche”. Oltre le indubbie doti canore della nostra affezionata .. a me spesso stupisc per come riesce a spiazzare l’interlocutore di turno con una certa predisposizione alla personale sincerità (e si ritorna ad un suo vecchio successo.. non volendo) che di rado viene mostrata od esternata in maniera così diretta da altri comparenti di media o bassa lega. Per questo sto diventando quasi un suo ammiratore, sia che ci sia, sia che ci faccia 🙂
    Raymond

    Ps. ricordo una sua primissima intervista a Silvia Toffanin .. a Verissimo… che le chiedeva perchè non si sentisse mai in soggezione quando fosse in pubblico, e lei rispose gentilmente e credo anche candidamente “ma io perchè dovrei esserlo ? vede signora Toffanin, ad esempio in lei riconosco una bella donna ed una brava professionista, ma io non ho certo paura di lei”

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  18. come si potrebbe aver paura di Silvia Toffanin? ops devo reprimere la tentazione di spettegolare acidamente. secondo me ognuno si sente in soggezione davanti alle persone in possesso delle caratteristiche suscettibili di intimidirlo: per qualcuno la bellezza, per qualcuno il potere, per altri il peso economico o la celebrità. io nel mio piccolo mi sono sentita in forte soggezione davanti al talento, sia naturale sia costruito e coltivato: tipo cantanti lirici, ballerini, artisti.

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