Io me la cavo

In un commento al post “Cover prof.” l’amica Gipsy carinamente mi chiede come me la stia cavando a scuola fra trimestre, quadrimestre e pentamestre. Rispondo con un post.

Cara Gipsy, come te ho imparato a organizzarmi per benino. Dopo qualche anno di suddivisione dell’anno scolastico in trimestre/pentamestre, utile per la seconda parte grazie allo spazio di tempo abbastanza esteso, funesto per la prima a causa della corsa folle, si è tornati all’antica, ossia ai due canonici quadrimestri; apparentemente i due quadrimestri dovrebbero consentire di svolgere il lavoro con serenità e calma, ma è pura illusione. Si corre sempre. E non c’è giorno in cui il lavoro in classe non subisca attentati vari da parte del territorio vario, che ambisce a sostituirsi a noi docenti nell’erogazione del servizio per il quale siamo pagati. Enti, entini, associazioni e chi più ne ha più ne metta ci strappano alunni o classi intere per erogare il loro servizio educativo-culturale. Scommetto che prima o poi una circolare ci avvertirà della possibilità di un casting, destinato ai ragazzi, per Amici o X Factor; chissà che non mi ritroverò dietro la porta Maria De Filippi o DjAX o chicchessia. Dovendo sopravvivere e vivere in questa gruviera, mi sono organizzato a dovere. Ho verifiche scritte e orali a sufficienza e, attentati permettendo, riuscirò a far svolgere un’altra batteria di prove per gennaio, prima della scadenza quadrimestrale. Tutto ciò comporta un lavoro indefesso di preparazione tempestiva dei compiti e altrettanta velocità nel correggerli. Qualche giorno delle vacanze sarà inevitabilmente destinato alla correzione di compiti particolari, quelli cioè che riguardano la lettura, da parte dei ragazzi, di libri interi, ma non prevedo corse affannose. Non mi piace per niente l’involuzione della scuola di questo ultimissimo anno,(ma parte da molti), ci sto male, ne soffro il giusto, stringo i denti e tengo fede ai valori di riferimento, che mi hanno sempre guidato nel lavoro di docente. A scuola ci sto molto per via del mio doppio ruolo di docente e collaboratore; da me si respira un’aria sufficientemente vivibile e ci sono alcuni colleghi, che stimo. Nessuno di loro è mio amico, non credo che si possa esserlo nel lavoro; c’è sempre un quid di competitività malata, che mi provoca nausea. Quando posso, aiuto i colleghi, anche quelli che sulla carta non dovrebbero richiedere alcun aiuto, ma mi guida il senso, in me sviluppato, del Tutto, dell’Insieme-Scuola; medito, per l’anno prossimo, di dimettermi da tutti gli incarichi extra-docenza. A scuola nessuno è insostituibile.

11 pensieri su “Io me la cavo

  1. Grazie per il post con il quale mi rispondi.
    Da me ( e nella maggioranza delle scuole della mia città ) i due quadrimestri sono considerati ormai appartenenti al passato, mentre la suddivisione 3 + 5, che ho sempre trovato assurda, rappresenterebbe il futuro della scuola. Guai a tornare indietro, commentano alcuni colleghi invasati.
    Dopo cinque anni e più che mi rovino il Natale a causa del trimestre, come ti ho scritto, ho imparato a farmi furba e anticipare, anticipare il più possibile interrogazioni e verifiche, riducendo il trimestre a quello che si vuole che sia: un piccolo saggio dimostrativo, una specie di antipasto prima del piatto forte che è il costituito dal pentamestre.
    Una buffonata.
    Capisco però cosa vuoi dire, se si vuole lavorare in un certo modo si corre sempre, non importa come l’anno sia suddiviso, anche perché il lavorare in un certo modo è costantemente ostacolato da iniziative assurde come quelle che tu citi (ti sarai accorto che la didattica ormai occupa l’ultimo posto tra gli impegni scolastici). Anni fa successe veramente, nella specie di scuola ove allora insegnavo, che venne proposta l’idea, poi fortunatamente naufragata, di recarsi al centro civico per incontrare due “eroi” del Grande Fratello!

    Nessuno si insostituibile e questa è una grande verità da tenere sempre presente. Dove non mi trovi d’accordo è sull’affermazione che in ambito scolastico non si possono fare amicizie. Ho una cara amica conosciuta proprio a scuola. La competitività malata non la ravviso ovunque, solo negli invasati che ho già citato. Forse perché ho lavorato per anni in un ufficio, dove l’atmosfera, nelle relazioni tra colleghi, è di gran lunga più nauseabonda che nella scuola. Ma ancora di più, ricordo i discorsi dei miei genitori quando lavoravano in due filiali diverse dello stesso ufficio: la competitività disgustosa era percepita persino da me bambina.

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  2. @E io, Roce, mi sento meno isolato nel leggere che ti senti scolasticamente a tuo agio qui. 🙂

    @Sì, Gipsy, affermazione forte quella sull’amicizia a scuola.
    E’ vero: la didattica in classe non conta e non passa, come si suol dire. Io lotto strenuamente, non mi abbasso le brache. 🙂

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  3. Da noi il trimestre e il pentamestre sono una novità degli ultimi due anni, proposta tra gli altri da me e da Esagono, a titolo sperimentale per un triennio. Devo dire che io non ho trovato differenze tra trimestre e I quadrimestre con pagellino a metà se non in meglio. Ma forse è per i motivi che dici: per il pagellino, mi trovavo a organizzare la didattica in modo da avere almeno cinque voti in italiano tra scritto e orale e tre in storia, il tutto entro la fine di novembre primissimi di dicembre (altrimenti mi pare che abbia poco senso parlare di ‘pagellino’, con meno occasioni di confronto). Adesso mi trovo a lavorare per lo stesso numero minimo di votazioni con due settimane in più, e dunque a poter insegnare in maniera più distesa. Quello che non capisco bene da quello che ricorda Gipsy è invece il perché della rovina delle vacanze di natale. Noi facciamo gli scrutini a partire dagli ultimi dieci giorni di scuola (quest’anno, dal 14 al 22, essendo una scuola enorme ci vuole il suo tempo), consegniamo le pagelle gli ultimi giorni e man mano diamo le zone di potenziamento ai ragazzi di approfondire nelle vacanze. Quindi sicuramente LORO si rovinano le medesime, se vogliono essere diligenti e ne hanno bisogno, noi no, perché le correzioni sono tutte ultimate prima. So che in alcune scuole si fanno gli scrutini del trimestre e gennaio, ma noi questo pareva un controsenso, e dunque in collegio si è votato per dicembre.
    Stra-concordo sul non si è insostituibili, sempre, nel lavoro ma pure nella vita. Invece, come Gipsy, anche io credo che le amicizie nel mondo del lavoro possano esistere, anche se non sempre facili (ma lo sono mai, mi chiedo, in fondo?), e a giudicare da quello che vedo con altri amici cari che non lavorano né a scuola, né all’università mi pare che, come ricordava Gipsy, in modelli di lavoro diversi siano ancora più complicate…

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    • Ciao Povna, chiarisco.
      Nelle scuole dove sono stata, più d’una, gli scrutini sono dal 7 al 15 gennaio, quindi bisogna chiudere tutto entro il 23 dicembre. Io mi rovinavo il Natale perché fino al 23 dicembre, come vedo i miei colleghi ora, correggevo compiti a tutt’andare fino all’ultimo giorno, e faticavo non poco a fare albero e presepio, a comprare i regali, a organizzare il pranzo del Natale e della vigilia. Quest’anno mi sono organizzata in modo che per l’8 dicembre ho già concluso e corretto l’ultima verifica, ed è tutt’un’altra cosa. Devo ancora interrogare molti, ma interrogare non implica lavorare a casa.

      Da quello che capisco, invece, nella tua scuola gli scrutini sono a dicembre: ma allora il trimestre è ancora più breve, e bisogna correre come matti per l’intero periodo, effettuando verifiche e interrogazioni con pochissimo programma svolto! Anche perché, non so se a te capita, moltissimi studenti sono sprovvisti dei libri di testo fino ad ottobre inoltrato (perché li comprano con lo sconto nei centri commerciali e ci mettono un sacco per consegnarglieli) e loro, non possedendo ancora il libro “per cause indipendenti dalla loro volontà”, si sentono autorizzati a non fare nulla.

      Spero di essermi spiegata chiaramente
      Gipsy

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      • Grazie mille della risposta: sì, il trimestre a gennaio ha di follia, anche se per me la parte più folle resta l’annullamento della sua utilità didattica, con il periodo delle vacanze di natale per assegnare recupero differenziato.
        Sul resto, come dicevo a Mel, per me ha significato una diminuzione delle corse, perché appunto rispetto al pagellino (per il quale mi sembra davvero scorretto arrivare come dicevo con meno rispettivamente di 5 e 3 voti per materie da 6 e da 2 ore) ho due settimane in più. Sui libri non ho mai avuto particolari ansie, nel senso che se non li hanno: a) faccio io le dispense (molto spesso); b) fornisco io dispense da altri libri (altrettanto spesso – tieni conto che noi siamo tutti col tablet 1:1); c) dico che per me la cosa va saputa, non mi importa come (lo facevo prima dei tablet), dopo il primo giro di 3, la seconda di settembre, il libro, o lo studio insieme, per me è uguale, arriva veloce come la luce… 😉 Sul preparare il natale, di solito ce la faccio bene, quest’anno causa gli impegni gestionali è stata più una corsa, comunque ho fatto l’albero l’11 e ho sia menu sia regali sotto controllo, avendo finito (siamo stati nel gruppo dei primi) gli scrutini ieri.

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  4. Io non me la cavo. Ho attaccato l’ultima tornata di compiti/relazioni – credo di averne corretti già una ventina di pacchi, e quest’anno ho tutte classi numerose. Gli ultimi centosettanta compiti circa, e poi potrò pensare al Natale.

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  5. Io negli ultimi anni ero sempre riuscita ad organizzarmi per avere tutto fatto e finito entro Natale (anche con gli scrutini a gennaio), quest’anno il rientro a novembre con pocchissimi voto dati dalla supplente mi costringono a portarmi in vacanza tre pacchi di compiti da correggere (un tema e due interrogazioni scritte). E sono anch’io, come la ‘povna, una sostenitrice degli scrutini a fine dicembre, ma quest’anno ringrazio tutte le divinità del cielo e degli inferi di averli a gennaio perché, davvero, non ce l’avrei mai fatta.

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