Frivolité

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Gli esami di Stato hanno anche dei risvolti  frivoli, tra questi l’abbigliamento dei commissari; stendo un velo pietoso su quello del pubblico presente, costituito per la maggior parte dai ragazzi stessi che attendono di essere interrogati nei giorni a venire. Qualche genitore e tanti spettatori. Quasi tutti i ragazzi calzano jeans strappati, solitamente all’altezza dei ginocchi, con fili di cotone che pendono come liane e con le rotule ben in evidenza, o bermuda di tutte le fogge. Fanno eccezione i candidati del giorno, che vestono morigerati. Le ragazze, invece, con t-shirt e jeans che evidenziano le forme. Ipertruccate e tirate a lucido. Il pubblico regolarmente viene invitato  dal presidente a non far uso di telefoni e similia durante il colloquio. E qualcuno s’è beccato un cazziatone, con mio sommo gaudio.

L’abbigliamento più particolare ed elegante è quello della collega British, che anche negli atteggiamenti mimici del volto presenta un non so che di eleganza affettata. È molto gentile, ma con un quid di artefatto e studiato; la collega ha cambiato abbigliamento ogni giorno, è molto attenta agli accessori che richiamano quasi sempre per analogia il colore della blusa o del pantalone o del vestito che indossa. I suoi colori preferiti sono il verde, il bianco, l’azzurro e il rosso; anche il trucco è impeccabile, come gli accessori. Borsa, trucco, scarpe, bracciali e collane di varia fattura e forma.

La più particolare è la collega-matematica, che indossa, anche a causa della sua stazza, degli abiti africaneggianti, larghi e lunghi, più adeguati ad una spiaggia che non ad un esame di Stato; tuttavia è una donna molto simpatica e quindi l’abbigliamento da spiaggia passa in secondo piano. Anche lei, come l’algida British, cura molto gli accessori, in modo particolare gli anelli voluminosi, sui quali sono incastonate delle pietre o ghirigori di metallo. È la più confusionaria della Commissione, è molto distratta e le piace molto parlare, quindi il presidente la redarguisce bonariamente tutte le volte in cui il suo cicaleccio supera quello del candidato sotto esame. Dona a tutti sorrisi ed elargisce battute in siciliano.

Il più antiquato è il commissario-politico: i suoi colori preferiti sono il grigio e il bordeaux,  usa esclusivamente  pantaloni classici e camicie, il cui spettro cromatico spazia dal bianco all’azzurrino pallido; complessivamente sciatto l’aspetto, ma quando lo si sente parlare, se è vero che suscita molta antipatia, bisogna anche riconoscere che è uno tra i colleghi più preparati. È un oratore nel dna; quando parla di storia dell’arte, non dà molto spazio ai candidati, parla più lui che il candidato stesso. Non si capisce se questo dipenda dal suo narcisismo o dall’amore che ha per la storia dell’arte.

Poi c’è il presidente, fondamentalmente un uomo molto elegante e casual; indossa pantaloni classici blu e Polo. I suoi colori preferiti sono il bianco, il rosso e il blu. Ha un’eleganza innata, che si manifesta anche nel suo modo di parlare, ed è un uomo molto pulito, uno di quelli che al mattino si piazza sotto la doccia prima di uscire.

L’Ignavo, di cui ho già parlato nei post precedenti, è ripetitivo e monotono, usa dei jeans anonimi e delle polo esclusivamente targate Lacoste. I suoi colori fondamentali sono il blu e il bianco. È uno che lavora poco in commissione, si limita ad interrogare e non partecipa a nessuno dei momenti fondamentali dei lavoretti concreti della Commissione. Ci guarda e contempla. Come la collega British, pronuncia parole sommessamente, quindi non è facile ascoltare le domande che pone ai candidati. Si può dire che la Commissione è suddivisa in due settori: il settore tromboni, al quale appartengo io e altri due, e il settore dei confessori, quelli che gestiscono l’interrogazione come se fosse una confessione religiosa.

Da non trascurare, infine, è il lato godurioso della Commissione, quello della pausa. Dopo il terzo candidato la Commissione interrompe per circa un quarto d’ora i lavori e si dedica al desco. Quasi tutti ordiniamo delle granite, o di limone o di caffè, che gustiamo insieme ad una brioche; fa eccezione la collega British e in qualche modo anche l’ignavo, condizionato dall’orologio. Dopo una certa ora costui rifiuta il cibo, poiché-dice- gli si rovina il pranzo a casa. Mi pare uno di quelli che, prima di mangiare, sottopone le pietanze ad analisi microscopica. Che noia, però!

8 pensieri su “Frivolité

  1. Sul colloquio io sono abbastanza puntigliosa, e non consento a nessuno di confessare, né di parlare al posto del candidato, né di declinarlo (o definirlo) nella modalità interrogazione. Ben me ne incolse, oggi è passato l’ispettore e siamo stati l’unica commissione oggetto di lode, tutte le altre rimandate a causa di non rispetto della normativa, a vari livelli (gente che era andata in bagno, che chiacchierava tra loro, che interrogava o che ha pronunciato le fatidiche parole “con me ha fatto” davanti all’ispettore. In un caso le urla di reprimenda le abbiamo sentite anche noi.
    Anche noi pausa dopo il terzo candidato, ma portiamo noi manicaretti ordinati o fatti con le nostre manine. Io per ora mi sono prodotta in tramezzini tonno e guacamole, plumcake ai frutti estivi e focaccia fatta in casa ai pomodorini, olive e capperi e alle verdure. Tra le altre meraviglia una torta di crema tipo flam francese e della pasticceria di frolla molto buona.

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  2. Simpaticissima questa pagina di frivolezze! Noi maestre, non avendo Esami di Stato da sfruttare, si eleganteggiava in occasione di Collegi , soprattutto il primo dell’anno, in cui era d’obbligo sfoggiare impeccabili abbronzature. A riprova di lunghe vacanze, magari pure all’estero! Durante l’anno era la volta di pellicce e gioelli e borse e acconciature fresche di parrucchiere. Un collega definì argutamente queste riunioni”il teatro dei poveri”

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  3. @Povna, testuali parole del presidente: “Gli ispettori non vogliono essere chiamati, anche perché sono pochi”. Per il resto colloqui ordinati e sereni e voti, stavolta, calibratissimi. Almeno questo! Per i manicaretti ero disponibile, ma troppo stanchi i commissari per darsi da fare a casa.

    @Ornella, nel complesso ha trionfato la sciatteria. Magari il caldo…

    @Roce, strepitose le granite. 🙂

    @Alidada, anche per me è un piacere trovarti. 🙂

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