Mutuo soccorso tra macerie immaginarie

2a875f0eba7e694550b8bf4bb2574214Quasi al tramonto ho visitato una delle parti più vecchie e antiche del mio paesello tardo-settecentesco(rimangono ruderi irriconoscibili e una chiesa integra)e ammetto di avere provato una brutta sensazione: anziché concentrarmi sulla ripidità delle stradine tortuose, ancora pavimentate in lastre di marmo(scivolose è un eufemismo), e apprezzare la bellezza vetusta delle case abbandonate, sulle cui cimase regnano sovrani ciuffi di arbusti di muschio o tronchi rinsecchiti di piante xerofile, mi sono figurato un paesaggio apocalittico, reso tale da un terremoto di forte intensità, e ovunque ho visto cumuli di macerie assimilabili a quelli dei paesi recentemente colpiti dal sisma di un mese fa. Mi ha risvegliato dall’incubo ad occhi aperti l’immarcescibile Marianeve, che nel tragitto sgarrupato che ci avrebbe condotto da una sua vecchia zia narrava le miserie dei colleghi d’ufficio, inframezzate da frequenti colpi del suo gomito al mio in base ai vari conoscenti, degni di qualche nota gossipara, incontrati lungo il percorso. La visita dalla zia, seduta davanti all’uscio di casa con la corona del rosario in mano, è durata pochissimo per fortuna; dalla rupe ci siamo diretti in centro, dove con la visita a un defunto di nostra conoscenza si è concluso il nostro giro. Insomma ho pagato lo scotto della compagnia di Marianeve: io l’ho salvata dalle chiacchiere della zia novantacinquenne, lei si è offerta per la visita al morto.

10 pensieri su “Mutuo soccorso tra macerie immaginarie

  1. Una passeggiata abbastanza turbolenta 🙂 ..Peccato per le macerie, non deve esser molto bello; l’incuria è una brutta bestia, sarebbe splendido vedere i nostri paesi sempre tirati a lucido, purtroppo però questo non è possibile. Buonanotte mio caro Mel

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  2. La vecchia zia col rosario in mano mi ha rinovellato padre Livio, secondo il quale solo grazie ai rosari recitati instancabilmente da persone pie il nostro Universo continua ad esistere. Il quale pensiero, abbinato alle rovine ornate da ciuffi di vegetazione, mi porta a fantasticare: quale aspetto avrebbe il nostro mondo, una volta che il genere umano fosse scomparso dalla faccia del pianeta? E sogno erba, alberi e foreste che si riprendono a poco a poco gli spazi dai quali li abbiamo cacciati. Quale magnifica rivincita!

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  3. Una sorta di mutuo soccorso della visita, il vostro, con in più la concessione di un po’ di piacevole onirismo, direi. Una nota a margine: che fastidio, le persone che ti toccano il gomito, senza rendersi conto che stanno superando il confine dello spazio antropico a loro disposizione.

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  4. Che location attraente !! Meritava una foto, sì..

    Bypasso la storia del gomito: dirti che mi irrita è usare un eufemismo.
    Ne ho conosciute due di colleghe con questo vizio: una calabrese e l’altra romagnola. L’orrenda sgomitata sgomitata è nazionale.
    Anzi, la romagnola, non solo dà di gomito, ma addirittura ti afferra l’incavo del braccio.
    Parlo al presente, perché attualmente è mia compagna di Coro !!! E’ simpatica, ma non ha perso il vizio…..:-(

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