Gelu

Il rientro a scuola, dopo 19 giorni di vacanza, non è stato del tutto tragico, certo ha giocato un ruolo determinante il gelo di questi giorni, non tanto quello esterno, quanto quello degli interni: i corridoi e le aule davano la sensazione di trovarsi in celle frigorifere per congelamento di carne(umana), perciò in classe ho continuato a tenere indosso il bomberino(incredibile visu). Le stufe ad aria calda, poverine, hanno tentato di ristorarci, ma occorrerà qualche giorno prima che gli ambienti si riscaldino sufficientemente. Solitamente, quando entro in classe, spalanco di mio pugno due finestre, perché i cervelli possano ossigenarsi, ma stamani non ho avuto il coraggio, perciò ho semi-otturato le narici per non respirare l’aria maleolente causata dal miscuglio di tanfo umano, scarpe da tennis et similia. 

Dopo l’ibernazione di 19 giorni mi ero promesso di non interrogare, per rendere più oleato il rientro, ma son state promesse da marinaio. Il quadrimestre sta per chiudere e quindi c’è poco tempo per differire l’inevitabile. Pessimi i risultati. Ora non voglio dire che 19 giorni su 19 uno studente debba aprire i libri, ma almeno gli ultimi due mi pare saggio dedicarli allo studio anche per riprendere una certa familiarità con gli impegni scolastici. Ma che? Il vuoto, animi in pen(s)osa sospensione, indugi, smozzicamento di sillabe, voci flebili, silenzio.

Cominciamo bene.