MargheRITA

Nonostante sia una santa umbra, Rita è festeggiatissima in Sicilia. Senza volere apparire irriverentemente irreligioso, e non lo sono, santa Rita incarna nell’immaginario collettivo femminile siculo il simbolo della donna sfortunata: moglie di un uomo violento, madre di due figli degeneri, prima vedova, poi orfana di figli, Rita coagula attorno alla sua immagine tanti volti di siciliane, che hanno dovuto subire violenze e prepotenze e forse hanno trovato nella fede una possibilità di riscatto. Nel mio paese non è un caso che siano addirittura le donne stesse ad organizzare la festa, cosa che solitamente è riservata ai maschi. Oggi le campane hanno suonato a festa tutto il giorno e le chiese erano stracolme di donne in attesa di farsi benedire le rose, simbolo di uno dei tanti miracoli di Rita. Donne e bambine indossavano proprio l’abito monacale della santa, bianco e nero.

Pure a Palermo la festa è molto sentita e anch’io ho ricevuto una rosa benedetta; me l’ha regalata una collega, che di buon mattino si era recata nella chiesa degli agostiniani. È stato un gesto gentile, che ha colorato di dolcezza l’impegno scolastico odierno. Al termine delle lezioni sono uscito da scuola raggiante di gioia per la mia rosa rossa targata Santa Rita. 

6 pensieri su “MargheRITA

  1. Spesso dimentichiamo che i Santi ebbero una vita quotidiana non dissimile dalla nostra. Evidentemente ricevettero anche la Grazia di trasfigurare pene e dolori per farne strumento di riscatto. Anche qui nel Veneto esiste la devozione a Santa Rita, e le donne comprano le rose per il suo altare.
    Bella questa devozione a Rita, la Santa degli impossibili.

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  2. Sai, più che simbolo della donna sfortunata simbolo della donna tout-court, soprattutto in un tempo in cui la donna non poteva parlare ma solo pregare e invocare misericordia x sé e i suoi. Bellissimo il dono della collega, condivisione di Grazia.
    Buon lavoro (ché di questi tempi abbiamo bisogno di sostenerci a vicenda 😉)

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  3. Direi che purtroppo è un simbolo ancora molto attuale come donna-vittima di prepotenze in famiglia, non sarà davvero un caso che la sua sia una festa organizzata e tanto sentita da donne… Credo che sia anche considerata una santa da invocare da chi non riesce a diventare mamma perché ho un’amica che la prega per questo (o forse non è tanto legato alla fertilità in sé ma al suo poter intervenire, secondo la credenza, per le “cause impossibili”).

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  4. Da agnostica fatico a capire come chi ha subito ingiustizie e soprusi possa rifugiarsi nella fede: io sarei portata ad andare nella direzione opposta.
    Una curiosità’: nella mia città la festa di Santa Rita era festeggiata nella chiesa di San Giacomo Maggiore, in pieno centro, con le bancarelle che vendevano le rose da benedire, e un’aria di festa che coinvolgeva l’intero centro cittadino.. Alcuni anni fa, la parrocchia di Santa Rita, all’estrema periferia della città, ha rivendicato la festa della Santa alla quale la loro chiesa era dedicata, e ha iniziato un’aspra polemica con la giunta comunale, ottenendo che la festa del 22 maggio venisse spostata lì. Oggi è divenuta una modesta festa di quartiere della quale non si accorge nessuno e che coinvolge solo chi vive in quella zona.

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  5. @Ilaria, è così: la santa delle cause impossibili. Sono contento che nel mio paese siano donne le organizzatrici.

    @Gipsy, sono residui, queste feste, di un mondo spirituale, in dissolvimento. E non so se sia un bene.

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