Domenica scorsa ho rivisitato le montagne, che sovrastano la Conca d’oro. È sempre una buona occasione per scattare qualche foto. Gustare susine giganti e prugne cogliendole direttamente dal ramo è stata un’esperienza di intima comunione con la natura, come d’altro canto calpestare il terreno, che è reso ancora più soffice dai frutti in marcescenza. Se maturi, sono frutti da cogliere e consumare subito, infatti, alimentati da acqua e stallatico, non potrebbero resistere più di due giorni sulla fruttiera; se raccolti ancora acerbi, hanno qualche possibilità di resistenza. Ovunque dominano incontrastati gli insetti che, allettati da così florido rigoglio di vita, ignorano il visitatore e non lo infastidiscono. Appartate in un recinto, due galline, sotto il vigile comando di un gallo bianco(che è sfuggito alla fotocamera), raspano in terra con le zampe e il becco alla ricerca di pietruzze e insetti. Gatti acrobatici fanno ginnastica sui rami degli alberi e talvolta portano in dono al montanaro un piccolo biacco o un topino.