Uno dei piatti più prelibati della gastronomia siciliana è costituito dagli arancini. Tutti sappiamo che si tratta di supplì di riso in forma di arancia, contenenti all’interno sugo e o altra carne tritata, non tutti i siciliani però sanno che si dice, per l’appunto, arancini e non “arancine”. In tutta l’isola, infatti, il nome del piatto è un sostantivo femminile; si tratta di un ipercorrettismo che trova giustificazione nel frutto da cui prende il nome e che resiste nella tradizione linguistica locale a dispetto di un libro di Camilleri intitolato Gli Arancini di Montalbano.
Dunque arancini e non “arancine”. Però la Crusca propone una soluzione grammaticalmente diplomatica e perciò condivisibile.
I miei arancinI sono in costruzione…
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Risotto il giorno prima, il 12, oggi, invece, manifattura. 🙂
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