Cadde, risorse e giacque

splinderQualche mesetto fa il gruppo chiuso feisbucchiano Naufraghi di Splinder ha diffuso la notizia che la piattaforma Splinder è resuscitata a nuova vita. Prima di aver letto i commenti al thread, ho fantasticato per un momento che potessero riprendere carne e ossa i vecchi blog, ma la fantasticheria è svanita subito. Alcuni commentatori hanno, infatti, puntualizzato che la nuova piattaforma Splinder poco riguarda la vecchia community: è rimasto del passato uno straccetto di logo e la possibilità di comunicare tra i blogger proprio come avveniva circa una decina di anni fa. Essendo per mia fattura curioso come una scimmia gattesca, mi sono immediatamente collegato al nuovo sito e mi sono occorsi pochi minuti per appurare che il nuovo Splinder è altro da ciò che fu; a parte la rinascita della community, la grafica, pur servendosi degli strumenti di WordPress, fa piangere, infatti i template a disposizione credo siano pochissimi e inoltre suppongo che non li si possa personalizzare. Ammesso che si sia disposti a ignorare questi particolari, che per me non lo sono, quale nuovo orizzonte si aprirebbe per il blogger splinderiano resuscitato? Credo limitatissimo. Pochi sono i blogger con cui sono rimasto in contatto dopo la morte della gloriosa piattaforma e, in ogni caso, esistono altri strumenti per restare in contatto con gli amici virtuali; quindi, per essere franco, non mi serve, né mi è mai servita una community nella quale riconoscermi o essere riconosciuto. Anch’io ho un account FB, ma lo uso sempre più raramente e inoltre non mi aggrada il tipo di comunicazione, che lì si stabilisce. I miei studenti mi dicono che FB è ormai per i vecchi, mentre loro si sono convertiti ad Instagram. Ma la questione più spinosa, che non mi motiva a migrare nel nuovo Splinder, è un’altra: i blog, a prescindere dalla tipologia della piattaforma, sono da tempo in codice rosso, pertanto cambiare sito a che gioverebbe e, soprattutto, a chi? Resto qui in WP che, pur essendo talvolta una bolla sospesa nel vuoto del web, tuttavia ha il pregio di funzionare bene. 

12 pensieri su “Cadde, risorse e giacque

  1. No, non migrare, Mel. Io col vecchio Splinder mi trovavo meglio che con WordPress, forse anche perché un tempo mi prendevo più tempo per scrivere. Mi aiutasti tu a trasferirmi a WordPress, ricordi? Io non ho né Facebook né Instagram, non mi interessa mettermi in piazza in Rete, e resto qui, anche per le cose che dici sul nuovo Splinder. Scrivo solo ogni tanto, ma di spostarmi non ho alcuna voglia.

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  2. Sono d’accordo con te, avrebbe poco senso. Instagram è effettivamente molto divertente, la cosa un po’ triste è che si comunica attraverso le immagini e non attraverso il pensiero ed i contenuti… diciamo che è un social figlio dei nostri tempi in cui a contare è l’immagine più di ogni altra cosa.
    Saluti.

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    • Eppure oggi, mentre commentavo in classe un passo di Seneca, questi, parlando di coloro che sciupano il tempo senza accorgersene, stigmatizzava i cultori delle belle forme del corpo di sé e degli altri. Curare l’immagine è sempre stata un’idea fissa dell’uomo. Oggi si aggiungono i social come veicolo di condivisione del corpo. 😊

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  3. Io faccio fatica a sopravvivere anche qui, figuriamoci se ritorno di là. Sai, quel che mi manca di più è il clima amichevole che c’era tra noi. Bastava che qualcuno mancasse per qualche sera che tutti lo cercavano e si preoccupavano per la sua salute. Adesso la gente segue il lettore e appiccica i “mi piace” ai post senza nemmeno leggere..anzi, dirò di più, nemmeno contraccambiano le visite..cosa che prima era doverosa. E’ diventato un mondo strano che capisco sempre meno. Uno dei pochi con cui mi trovo bene sei proprio tu Mel, e di questo te ne sono proprio grata. 🙂 Buona serata

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  4. Signori … il vecchio Splinder non ce lo restituirà nessuno, a mio modo di vedere invece accadrà qualcosa a medio termine agli altri social.
    Dopo tanti anni, ho la presunzione di prevedere che saranno superati da chi sa quale altra cosa…
    Del resto, chi gioca più a un videogioco PacMan o Space Invaders? Chi prende ancora in mano un cubo di Rubik? … chi si prende ancora in cura un Tamagotchi? Quasi non se ne poteva fare a meno.
    Ebbene, personalmente potrei rinunciare a quello che questo tempo ci propone, ma non al mio strampalato blog fosse solo per ricordare l’entusiasmo che c’era. E sempre consapevole del fatto che ci posso far quello che voglio, indipendentemente…
    Quindi me lo tengo stretto (anzi stretti, che due sono)
    Memoria, memoria ma non solo… e non saprei spiegare meglio.

    Raymond

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