Cimmerii globalizzati

Nonostante tutti gli esempi concreti enumerati per narrare la globalizzazione, nell’unica misera ora di geografia che è rimasta al liceo, i miei studenti di seconda continuano a sonnecchiare fingendo attenzione e, soprattutto, a non capire. O meglio, capiscono i singoli anelli, ma non la catena. A nulla sono valse le spiegazioni circostanziate degli esempi classici del settore economico, relativi alle merci e ai prodotti che consumiamo; inutile lo sciorinamento di teorie economiche; ancora più improduttivo il riferimento alle realtà nostrane, che ritenevo conoscessero anche solo per averne sentito parlare in famiglia. Penso, poi, che per conoscere parole come delocalizzazione, no global, liberalizzazione dei mercati, PIL, etc… non occorra aspettare una lezione scolastica. Neanche le mie stupidità autobiografiche sono servite a granché: l’acquisto di una periferica da scanner in Germania o di alcune biro negli Usa grazie al centro commerciale amazzonico. Quando gli studenti dormono, dormono. Passerà questo sopore. Oramai mi sono abituato all’alternanza di spirito delle mie classi: un anno di belli e belle addormentate, un anno di diavoletti danteschi(che sinceramente preferisco ai primi). Però un po’ li compatisco: chi è dentro un quadro difficilmente può osservarlo dall’esterno. C’è dentro. E basta.

5 pensieri su “Cimmerii globalizzati

  1. A volte mi chiedo se abbiano un po’ di curiosità per il mondo che non sia solo il loro condominio o il loro quartiere. Sono stato e sono per il secondo anno tutor di alternanza scuola lavoro e ho la netta sensazione che abbiano più testa ad imparare a montare e smontare, ma senza pensare troppo, quelle cose di cui favoleggiamo, ma che i nostri troppo miseri laboratori non hanno, che di comprendere il mondo del lavoro nella sua globalità. Gli manca quella voglia di fare il colpo d’alta che gli consenta di vedere il mondo dall’alto in prospettiva e sembrano ostinarsi a restare confinati in un nido (o forse meglio dire in un buco) dove spiraleggiano in modo apparentemente felice e fin troppo spavaldo.

    Buona serata Mel

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  2. Ogni classe funziona a modo suo, e ci sono momenti in cui di cosa succede nel mondo te ne frega il giusto o ancora meno. D’altra parte, i giovani di oggi sono gli adulti di domani e di indifferenti che “non so, non capisco, non seguo” ne abbiamo a pacchi – cpsì come di espertissimi che hanno capito tutto, beati loro, e che infestano i social.
    Sono comunque d’accordo sull’alzare il tiro, anche perché la scuola ha precisi compiti formativi e informativi da adempiere.

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