Tiki bom bom

Acquietatasi la sconcertante bufera su Sanremo ‘70, alimentata ad arte dalla stampa, avvezza da sempre, e oggi ancora di più, a sguazzare nella mota del gossip, ho dato uno sguardo(e prestato le mie orecchie)ai testi di questo festival alla ricerca di qualche oasi poetica e sono rimasto particolarmente affascinato dal ritmo e da alcune immagini della canzone di Levante, che ho appositamente evidenziato con i colori blu e rosso. A chi si è minimamente peritato di ascoltarla non è sfuggito che il tema trattato è l’esclusione degli ultimi e dei diversi dell’attuale società. Di particolare rilievo l’icastico ritratto del freak della classe, la femminuccia che viene stigmatizzata da un indefinibile bullo per via degli strass che luccicano sul suo abbigliamento o sui suoi accessori. Il bullo, strumentalizzando il proprio credo religioso, considera l’emarginato un Mefisto da convertire necessariamente alla causa della mascolinità. Altrettanto pregnanti, sotto il profilo fonetico, i versi dedicati all’anima in rivolta: la paronomasia còlta/cólta evidenzia in particolare l’opposizione tra la violenza di chi ne vorrebbe reprimere lo slancio vitale e la vittima stessa, dotata di buona cultura, e forse proprio per questo motivo oggetto di critica e scherno. Non meno importanti i quadri relativi agli altri esclusi, ossia chi si rifiuta di seguire il branco(prima strofa)e chi soccombe alle opinioni dominanti incapace di difendersi. In quattro strofe l’eterea autrice ha condensato così un quadro di vinti ed esclusi che, pur non costituendo tema nuovo nella macchina dell’immaginario, riceve vita, movimento e ritmo dall’intreccio felice di note, parole e ritmo.

Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tiki bom bom

Hey tu, anima indifesa
Conti tutte le volte in cui ti sei arresa
Stesa al filo teso delle altre opinioni
Ti agiti nel vento
Di chi non ha emozioni

Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Tiki bom bom
Laggiù, tra cani e porci,
Figli di un Dio minore pronti a colpirci
Per portarci giù con sé, giù con sé.

Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Tiki bom bom
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Tiki bom bom

Ciao tu, freak della classe
“Femminuccia” vestito con quegli strass
Prova a fare il maschio
Ti prego insisto
Fatti il segno della croce e poi
Rinuncia a Mefisto

Hey tu, anima in rivolta
Questa vita di te non si è mai accorta
Colta di sorpresa, troppo colta
Troppo assorta, quella gonna è corta

Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Tiki bom bom
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo angeli rotti a metà
Siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi.
Tiki bom bom

7 pensieri su “Tiki bom bom

  1. Mi ricorda “Noi siamo infinito” uno dei più bei film sull’adolescenza mai visti, dove un ragazzo gay, uno amante della lettura (e quindi ‘secchione”) e una ragazza stigmatizzata per un suo passato (e rinnegato) comportamento sessuale troppo disinvolto, formano un gruppo che include altri studenti sottilmente bullizzati perché hanno voglia di vivere e di divertirsi, ma non sono “allineati” con gli standard correnti. In due occasioni l’ho fatto vedere anche a scuola.

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