
A rendere più veloce lo spappolamento del mio fegato ha contribuito in queste ore un vicino di casa, proprietario dello stabile attiguo al mio e vecchio amico di famiglia; costui negli anni si è costruito una notevole fortuna economica grazie all’acquisto, a prezzi stracciati, di case mal ridotte, che ha rimesso completamente a nuovo e dato in affitto. Buon per lui e per tutti, perché pare che tale operazione sia stata condotta secondo le norme edilizie vigenti e senza il ricorso ad atti disonesti. Fortuna chiama fortuna, infatti nessun suo immobile è sfitto, nonostante l’avvicendamento di tanti inquilini che per motivi economici sono stati insolventi nel pagamento del mensile; in base alla vulgata paesana quest’ombra mal riuscita di Gesualdo non è particolarmente avida, né affligge i suoi affittuari perché paghino puntualmente la somma stabilita, anzi sopporta pazientemente mesi e mesi di insolvenza e si gloria nel celebrare la sua longanimità.
Purtroppo in uno degli appartamenti si è verificato un problema idraulico, che per poco non ha compromesso la mia libreria; l’acqua, infatti, ha percorso ben due piani e ad un certo punto dal soffitto è rampollata una vena d’acqua e una delle pareti è diventata un lacrimatoio. L’intervento tempestivo del tecnico idraulico ha evitato il peggio e i miei libri godono di ottima salute, ma l’umidità è penetrata all’interno dei muri e non si è proprio sicuri che la riparazione sia andata a buon fine stando alle lamentele del mio vegliardo padre, che quotidianamente analizza la zona umida per verificare che gutta non cavat lapidem. Il Gesualdo viene periodicamente contattato e torturato da mio padre, vivamente allarmato dalla macchia di umidità che, stando alle sue analisi, quasi avesse un igrometro impiantato sugli occhi, avanza.
Anch’io ho fatto la voce grossa, lamentando soprattutto l’eventuale danno ai miei libri, ma il Gesualdo ha prontamente risposto che mi avrebbe risarcito, se fosse avvenuto il peggio. Al che ho provato a spiegargli che neanche un congruo risarcimento avrebbe mai potuto sanare questo tipo di ferita. Questi libri non solo sono il frutto dei miei risparmi, ma i simboli stessi della mia vita, una delle ragioni che mi ha permesso di dare senso all’esistenza, di spiegarla, di motivarla, di amarla. Ma lui non ha capito; ogni cosa, secondo lui, ha un prezzo.
Ne ho avuto la conferma proprio stamattina dopo un ulteriore sopralluogo tecnico. Prima del congedo e durante i convenevoli di rito il nostro discorrere ha inevitabilmente sfiorato la scuola covidiana e il Gesualdo ha così creduto opportuno glorificare i suoi nipoti, reduci da mirabolanti successi scolastici. Con uno di questi, prima del termine dell’anno scolastico, nonno Gesualdo ha pattuito la somma di 100 euro per ogni 10 ottenuto in pagella. E così è stato. Il prodigioso discendente dai prezzolati lombi ha ottenuto in tutto cinque 10 e ha ricevuto ben 500 euro di donativo.
Ai miei tempi come omaggio i miei nonni mi avrebbero dato 100 calci nel sedere.