
Non so se segnare negli annali della memoria il mio capodanno scolastico 20-21, di certo, se questa sarà stata deficiente per avanzamento degli anni, si occuperà il blog a farne memoria tutte le volte in cui, grazie alle categorie di WordPress, il suo contenuto sarà richiamato.
La mia sveglia naturale stamani è scoccata alle quattro, anticipata di due ore rispetto alle abitudini quotidiane e sicuramente favorita dall’ansia del rientro fisico a scuola, perciò, scolate due tazzine di caffè nelle canne per rendermi ancora più elettrizzato, mi son messo a studiacchiare le Intercenali di Alberti in vista di una delle possibili programmazioni di quarto anno liceale.
Espletate le cure del corpo e dello spirito, mi sono fiondato in città attraversando strade pressoché deserte e senza traffico, cosa incredibile a vedersi.
A scuola un ben nutrito nugolo di genitori e primini, non tutti di mascherina muniti, si pigiava ai due ingressi della scuola in attesa della campanella, che mai però sarebbe suonata per non suscitare altro motivo di turbolenza spirituale e igienica, sì perché la campanella scolastica in tempi di Covid ha il magico potere di risvegliare le voglie fameliche del virus, invitando gli allievi all’assembramento. 😲😲😲
Noi operatori scolastici, di mascherina muniti, abbiamo accolto i primini, anch’essi mascherati, nell’androne in semi-assembramento; in fila indiana abbiamo scalato l’edificio e, raggiunta l’aula, ci siamo accomodati in un’aula ben torrida e semi-angusta, ma con a disposizione un piano intero per noi, dato che per le altre classi si deve decidere ancora cosa fare.
Nessun banchetto monoposto classico, né tanto meno l’esecrato girello da bipede neonato. I soliti banchi biposto, rigorosamente segnati con un nastro adesivo utile a indicare agli allievi dove accoccolarsi. Onde favorire il contagio da Covid, gli alunni sono stati posti l’uno di fronte all’altro, in modo tale che al primo colpo di tosse o di starnuto le goccioline possano agevolmente migrare da ospite a neo-ospite; inoltre, al fine di incrementare la spesa sanitaria e affollare gli ambulatori, il più sfortunato tra i due, quello che non guarda la lavagna, ma la faccia del compagno, è costretto a convivere con un perenne torcicollo sia per mirare il docente che per eventualmente dare un’occhiata a ciò che trasmette la lim o la classica lavagna.
Seguono poi le classiche presentazioni e la lettura commentata del patto di corresponsabilità; a metà ora un virgulto alza la mano per chiedere la parola.
-Professore, possiamo togliere la mascherina?
–Così è previsto, anche se penso sia necessario tenerla.
Le boccucce adesso sono tutte visibili, e gli occhi e i nasi. Traluce dai loro sguardi un entusiamo contagioso, l’entusiasmo del cominciamento. Mi tengo a debita distanza rigorosamente mascherato, mentre il silenzio scandisce la fine dell’ora.
La scuola è cominciata…
Un rientro molto particolare….non credo lo dimenticheremo facilmente.
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Passerà agli annali, sopravvivendo.
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sono senza parole. Che incubo! Ma quando finirà questo tormento? Non abbiamo già patito abbastanza? 😦 Buon lavoro a te intrepido Mel
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Il tormento continua purtroppo. Grazie, Alidada!
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Il rientro a scuola di Pietro è stato drammatico. Dopo circa due ore una mamma è venuta a prendere un compagno perché il padre è risultato positivo al virus. Puoi immaginare l’ansia che mi pervade,anche perché il fatto è accaduto lunedì e ad oggi non sappiamo ancora niente. Un inizio spettacolare!
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E assisteremo spesso a queste scene. Auguri per Pietro!
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Noi il 18 settembre avevamo già il primo caso…
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E assisteremo a tanti altri casi…
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