La cronaca di questi giorni ha messo alla ribalta Palermo nel suo volto generoso e avido, solidale ed egoistico, santo e dannato: da una parte l’incarnazione operosa dell’evangelo di Cristo, Biagio Conte, dall’altra il suo azzeramento nella figura del figuro Messina Denaro.
Nell’immediato dei fatti, la morte di Biagio e l’arresto di Messina Denaro, sono scattate insieme apoteosi e vituperazione da parte di uno stuolo di informatori di professione e di opinionisti della strada che, spolverando improvvisamente dall’oblio le due figure, hanno mitizzato l’uno e l’altro sebbene in direzioni divergenti.
Questo nella vicenda storica degli uomini è sempre avvenuto, ma ho trovato comunque ripugnante la descrizione romantica dei covi del ricercato, l’insistenza su particolari degni di vecchie pettegole(il viagra, l’orologio di lusso, i capi alla moda, la malattia…), mentre sono rimasti appena abbozzati nel racconto gli esecrabili delitti e stragi commessi dal figuro in questione; non parliamo poi dei detrattori dello Stato e delle forze dell’ordine, sul cui operato si è ironizzato da più parti alludendo all’arresto come ad una sorta di pantomima.
Non meno irritante è stata la rappresentazione della vicenda di Biagio Conte e delle reazioni della gente comune, che ha già decretato la nascita al cielo del poverello palermitano. Da qualche anno fra i cristiani è invalso purtroppo l’uso dell’espressione nascere al cielo in sostituzione del verbo morire. Non si muore più, si nasce due volte, quando si viene alla luce e quando si muore. La rimozione della dimensione della morte accomuna ormai tutti, laici e credenti cristiani, materialisti e spiritualisti. Il livellamento delle differenze ha abbassato pure gli orizzonti della metafisica e squarciato il velo del mistero della morte.
Al politicamente corretto abituiamoci ad accostare il religiosamente corretto! Si nasce due volte e a decretare la nascita al cielo siamo chiamati noi, novelli dei del XXI secolo.
Condivido, punto per punto il tuo scritto…. anche se non ho seguito, per una sorta di allergia ai media, l’una e l’altra vicenda.
Ma un poco di silenzio, di riserbo, di giusta informazione, quando li vedremo????
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Ed è andata ancora peggio sui social…
Alcuni hanno ironizzato sul figuro presentandolo come cantante a Sanremo o hanno giocato sul cognome del prestanome.
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D’accordo anch’io. Mi viene in mente la Arendt e la sua banalità del male. Vita quotidiana di un riccone, ben conosciuto e da tutti riverito. C’è chi si rammarica della sua cattura. Quanto a Biagio, chapeau di fronte a chi fa scelte radicali, anche se io non escluderei una punta di esaltazione maniacale. Mah.
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Vergognoso rammaricarsi per un ceffo del genere. Come te rifuggo dalle esaltazioni di vario tipo.
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Si rammaricano i compaesani (e non solo) che hanno avuto favori da lui, in cambio del loro silenzio. Qualcuno ha perfino rilasciato dichiarazioni in tal senso. Pazzesco.
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