Una settimana scolastica sventurata e leggera. Come ormai è consuetudine da qualche anno, la settimana dedicata allo scrutinio quadrimestrale coincide nella mia scuola con quella dello studente, durante la quale ipoteticamente, molto ipoteticamente, sono i ragazzi ad organizzare le attività diciamo didattiche; di fatto la regia è mista, perché lo staff del preside insieme ai rappresentanti d’istituto degli alunni e a qualche volontario(docente) predispone un calendario di attività ed eventi culturali, ai quali le classi o gruppi di alunni di classi eterogenee scelgono di aderire. Quindi ogni tardo pomeriggio fissiamo gli occhi al cellulare in attesa della circolare operativa, che fissa nei minimi dettagli il chi, il con chi, il come, il dove e il quando. Il docente prescelto per le attività varie può anche opporre il proprio no, ma se sceglie la non partecipazione deve starsene a funghire in sala docenti per eventuali supplenze. Perciò in generale quasi tutti ci prestiamo al gioco. A me è andata bene, perché ho partecipato a due incontri formativi di esperti universitari, uno sui cambiamenti climatici e un altro sulla politeia. Domani sarà l’ultimo giorno e si tira già un respiro di sollievo, ma con tutta sincerità devo ammettere che, nonostante le sventurate transumanze da un edificio a un altro, mi sono anche riposato e ho appreso cosette nuove; per una volta sono stato io in posizione ricettiva. I ragazzi sono stati esemplari sia nell’organizzazione che nella scelta dei temi; certo non sono mancati laboratori sui generis, modellati sul defilippismo, ma bastava dire no per liberarsi dal peso del disinteresse. L’unica pecca per noi docenti…dover vigilare anche su alunni non appartenenti alle proprie classi, ma tutto è filato liscio. Le remore iniziali hanno ceduto via via il passo alla piacevolezza del movimento che si è creato a scuola: flussi migratori di alunni, suoni di strumenti musicali, tifo sportivo dalle palestre, voci e volti autorevoli.
Una scuola in movimento in alternativa all’immobilismo boomeriano di noi docenti.
L’incipit è sintesi mirabile di senso didattico, ma l’immobilismo boomeriano è davvero un capolavoro!! 🤩🤩🤩🤩
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Ci prendono in giro, lo percepisco, ma fa parte della scuola. Alcuni sono ruffianissimi, pertanto sono sempre guardingo.
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