S’è dovuto attendere il 5 novembre per una giornata autunnale tosta, di cui ho avuto percezione soltanto stamattina presto, quando il giubbotto leggero non è riuscito a schermare il freddo pungente che, aizzato peraltro da folate di vento pazzerello, mi ha fatto rabbrividire. Eppure la notte l’aveva preannunciata, squarciando il silenzio notturno con mugghii e bubbolii e scaraventando dal cielo una pioggia intensa e continua. Me, invece, ha buttato giù dal letto il mio vicino di casa, paventando un’alluvione apocalittica e perciò esortandomi a mettere al sicuro l’automobile. E tutto ciò alle tre di notte. Sono ritornato a letto, ma non c’è stato modo di riprendere sonno. Ho trascorso tre ore in dormiveglia, tentando di tutto per stanarmi. Niente da fare. Il sonno, spezzato nel cuore della notte e per giunta dal trillo improvviso di un citofono, è irrimediabilmente perduto. A scuola, perciò, ho zombeggiato per tre ore.
Colpa mia. Stanca delle foto azzurre di bagni a mondello, ho detto, su autunno, fatti valere. (Scusa)
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eh beh perdere il sonno è tragico…
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Ma il tuo vicino di casa, che se ricordo bene non è nuovo a prodezze del genere, l’educazione l’ha imparata da quelli che prendono il treno?!
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@Ecco perché, Roceresale! Stregheba pure, oltre che pescia di mare!
@Ne risento ancora, Rose.
@Povna, il mio vicino è ottantenne e appartiene alla vecchia generazione. Per lui il vicino di casa è un parente, forse di più. Ho parlato con i figli perché possano farlo desistere dal compiere azioni non proprio “carine, ma invano. Con loro si comporta allo stesso modo. De coccio, insomma.
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