
Non so se abbiano inciso le vacanze natalizie, ma questa settimana la ripresa della DDI ex DAD è stata per me come sollevare un macigno e portarlo in cima a una montagna. Non mi era finora capitato di guardare l’orologio speranzoso che l’ora di lezione stesse per finire o di agognare con tutto me stesso le pause prolungate, che scandiscono la giornata; per me insegnare è innanzitutto un piacere e, solo in seconda istanza, un dovere e un lavoro. So di svolgere il lavoro più soddisfacente del mondo, perché traggo vita e linfa dalle vite dei miei studenti, ma della DID ho le scatole piene; fatti salvi il momento “trasmissivo” e il dialogo umano con i ragazzi, il resto lascia molto a desiderare. Le mie classi, e non è una fortuna da poco, sono formate per la maggior parte da alunni educati, cortesi, motivati, interessati, analitici, simpatici; i più attivi mi tempestano di domande e richieste di chiarimenti e, se apro uno spiraglio della mia umanità, mi invadono letteralmente con la loro…di umanità e freschezza. Non manca qualche furbetto* a colorare le giornate “diddiche”, però anche questo fa parte del gioco. Questi giorni di inizio pertanto sono stati duri; mi sento energicamente prosciugato e so di aver “dato” molto poco in termini di entusiasmo e coinvolgimento emotivo ed intellettivo. Forse oggi è stata la giornata migliore in termini di scambio e ciò, a onor del vero, è stato merito della lezione di educazione civica(gli addetti ai lavori sanno che da quest’anno è materia da valutare…), che non poteva non avere come punto di partenza e di arrivo la mia amata letteratura, che è vita vissuta scritta. I primini hanno cominciato ad aprire le finestre del loro mondo interiore e retrospettivamente ho ripercorso parte della mia adolescenza, condividendo con loro qualche mio fotogramma. Sono certo che si tratta di un deserto temporaneo e che la prossima settimana andrà meglio, giusto il tempo di ricarburare; certo la clausura a casa non aiuta e l’osmosi casa-lavoro è deleteria per lo spirito. Auspico, appena sarà possibile, un ritorno alla reale vita scolastica, ma mi sia concesso di contestare sonoramente coloro che ritengono la DID una perdita tempo e di pensare che tale modalità didattica sia il migliore dei mondi possibili. A fine giornata non poca preoccupazione ha destato in me la pubblicizzazione di un corso di formazione, che inneggia in qualche modo alla didattica a distanza. Non vorrei che da straordinaria divenisse ordinaria…
*Ora di latino…
Carlo leggi, analizza e traduci la frase 6!
“No, prof, non posso. Una macchia d’inchiostro ha cancellato la frase”.
😷😷😷