Nuvole

Da anni non acquisto dei cd di musica leggera, ma la scorsa settimana, suggestionato da qualche segmento musicale sanremese e da qualche recensione, ho fatto il colpo di testa e, insieme ad alcuni libri, ho preso anche due cd freschi di incisione, Cuore d’artista di Noemi ed Eccomi di Patty Pravo; com’è mia abitudine, nel percorso casa-scuola e viceversa, mi sparo in macchina, a turno, i due album. È l’unico momento possibile, tra l’altro, per ascoltare un po’ di musica rilassandomi. Del prodotto di Noemi, se mi andrà, parlerò in un altro post, anche perché meritano attenzione sia i testi che la musica, mentre mi soffermo oggi su una canzone contenuta nel disco di Patty Pravo, Nuvole, di cui è autore un certo, per me illustre sconosciuto,  Giangi Skip; purtroppo la versione cantata dalla Strambelli non è disponibile, mentre chi vuole può sciropparsi quella dell’autore.

Ehi
guarda sono solo immagini
sono solo fantasie
che restano indelebili
Guardami
adesso mentre vado via
e poi sorridimi
come quella notte a casa tua
Guardalo
non viverlo come un ostacolo
è solo un attimo
lo so sembra un secolo
perché io son fragile, debole, instabile, sempre un po’ vulnerabile
e poi prendimi, stringimi, abbracciami e ti prego stavolta non lasciarmi andare
sono solo le nuvole
con qualche goccia che
assomiglia alle lacrime
e perché io son fragile, debole, instabile, sempre un po’ vulnerabile
e poi prendimi, stringimi, abbracciami e ti prego stavolta non lasciarmi andare
sono solo le nuvole
con qualche goccia che
assomiglia alle lacrime
sono solo le nuvole
e perché io son fragile
debole
instabile
e poi prendimi, stringimi, abbracciami e ti prego stavolta non lasciarmi andare
e sono solo
paure
è come il sole
che di notte scompare

Le sonorità, gli accordi, l’arrangiamento ricordano un po’ quelli degli anni ’80; dopo averla ascoltata più volte, avrei scelto come interprete la Loretta Goggi degli anni ’80. Mi pare che la canzone le si attagli perfettamente per tipologia di voce. Comunque sia, Nuvole mi piace molto, in modo particolare per l’analogia tra l’ evanescenza, l’instabilità e la vulnerabilità delle nuvole e le sensazioni provate dall’io lirico, mentre si congeda, ma forse non vorrebbe, da chi ama; inoltre l’analogia insiste pure sulla dimensione liquida del tempo, nella fattispecie del momento del distacco. Le nuvole, vulnerabili e fragili, diverranno anche lacrime, ma si riformeranno in un ciclo che si ripete sempre uguale, eppure multiforme e cangiante. 

L’evanescenza del transeunte e il ritorno camaleontico dell’uguale.

7 pensieri su “Nuvole

  1. Ho avuto modo di conoscere personalmente Roberto Juri camisasca, nel periodo in cui vivevo a Catania.
    Vive quasi da eremita in una piccola casetta in pietra lavica, a limitare della proprietà che circonda la villa di Battiato, a Milo sull’Etna.
    Un artista davvero al di fuori del comune.

    P.S. L’ascolto del brano da te suggerito invece è rimandato a stasera, ieri il sonno ha prevalso.

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