Caschetto di cenere

Caschetto

gelo

Caschetto di cenere

è ammantato

nel suo cappotto blu.

Insaccato sulle spalle

aderisce di più là

dove artigli di freddo

nidificano

silenzio.

Tondi gli occhi,

si affacciano

da vetri sottili.

Rauche parole

dimostrano

teoremi

di solitudine

vissuta.

Sulla piazza dei divertimenti

sostano blaterando

saltimbanchi

ancora inebriati

di sofficezza e dolci unti.

Tra le mani

una cioccolata

scioglie

i meno due.

Lo sguardo

di una tela muta

nella fu Milano da bere

percuote la cassa del cuore,

dove ombre

lancinano

una luce fioca.

Fiocca

l’aria.

(Stamani il racconto di una collega, delle sue vacanze in particolare, m’ha fatto scrivere Caschetto.)

***

LA MIA AMICA MARIAPRIVI HA SCRITTO UN BEL RICORDO SCOLASTICO SUL BLOG  BALSAMO DI CARTA SCRITTA. LO SEGNALO, PERCHE’ MERITA ASSAI.MI MANCA MARIA E IL SUO MODO DI SCRIVERE.

7 pensieri su “Caschetto di cenere

  1. Mel a me piace molto.
    Non sono un’esperta e lo sai , ma così d’impatto mi piace la sequenza di fotogrammi (mi sembrano così) che fermano un momento.
    Alcuni sono straordinariamente evocativi. Te ne elenco qualcuno:
    Insaccato sulle spalle
    aderisce di più là
    dove artigli di freddo
    nidificano
    silenzio.

    A me parla, questa immagine, di una donna minuta, chiusa in qualcosa che provoca sofferenza, ma che riesce a mantenere, al contempo, distanza comunicativa (sembra un’ossimoro ma per me nn lo è)
    E ancora:
    Sulla piazza dei divertimenti
    sostano blaterando
    saltimbanchi
    ancora inebriati
    di sofficezza e dolci unti.

    Oppure
    Fiocca
    l’aria.

    Quest’ultima è una chiusa esemplare; due parole un mondo intero in mezzo.
    Mel, mi permetti di dirti che sei bravo a focalizzare e sintetizzare emozioni e sensazioni “forti”? 🙂

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  2. Molto bella, Mel.
    Milano non è mai stata *da bere*, l’ha data a bere in tal senso. Milano è…fervente. Se fosse da bere sarebbe dei fermenti lattici probiotici.

    Non riesco a contattare in alcun modo Maria. Non ho neppure email ( mi aveva scritto il racconto direttamente nella messaggeria splinderiana).

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