Ho letto da Povna un post che mi spinge a raccontare brevemente un fatto, che ha come corollario il seguente assunto: al dolore per una perdita e alla stranezza delle reazioni di noi umani non c'è limite.
Una donna sui quaranta ha perso la figlia dopo un pesante calvario, causa un tumore rapace.
Nella cassa la madre, disperata, non solo ha posto il cellulare della figlia, ma lo ha anche ricarito: batteria e credito.
scansione0006Con la speranza che, chiamando la figlia, questa potesse risponderle ed eventualmente richiamarla.
Dall'aldilà.
Anche gli antichi non scherzavano in fatto di bizzarrie.
Noi non siamo né peggiori, né migliori.

15 pensieri su “

  1. Il desiderio di parlare con i morti, magari quelli della propria famiglia, ha radici antiche.
    Capisco anche il desiderio dello studente di Povna che vuole "conoscere" il nonno mai visto , del quale magari ha sentito tanto parlare. 

    Da parte mia , vorrei essere lasciata in pace. Credo che i nostri defunti non debbano essere coinvolti in misere beghe quotidiane, specie di questi tempi!!!

    Saluti a tutti, 
    Ornella 

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  2. Il desiderio di parlare con i morti, magari quelli della propria famiglia, ha radici antiche.
    Capisco anche il desiderio dello studente di Povna che vuole "conoscere" il nonno mai visto , del quale magari ha sentito tanto parlare. 

    Da parte mia , vorrei essere lasciata in pace. Credo che i nostri defunti non debbano essere coinvolti in misere beghe quotidiane, specie di questi tempi!!!

    Saluti a tutti, 
    Ornella 

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  3. Sì credo sia una struttura mentale antropologicamente innata, che è insita nella razza umana. L'idea che ci sia un aldilà, è una fiaccola che non si spegne mai del tutto neanche nel più razionale e materialista degli uomini.

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  4. Sì credo sia una struttura mentale antropologicamente innata, che è insita nella razza umana. L'idea che ci sia un aldilà, è una fiaccola che non si spegne mai del tutto neanche nel più razionale e materialista degli uomini.

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  5. la tua storia mi ha ricordato "Annalisa: cronaca di un funerale", il reportage su Annalisa Durante scritto sotto forma di racconto da Saviano che poi è diventato parte di "Gomorra". Mi pare che la mia e la tua storia si trovino agli opposti di una stessa storia, alla fine, tutti abbiamo bisogno di elaborare lutti, tutti siamo umani…

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  6. @Sono d'accordo con te, Ornella.

    @Marcello, il dolore rende "folli". La signora è una miscredente… o almeno così ha sempre professato. Ha compiuto il "gesto" a prescindere dalla credenza nell'aldilà.

    @Una foma di elaborazione che desta impressione, Povna.

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  7. Concordo, il dolore rende folli, almeno finchè il tempo non ci mette una pezza. Quando mancò mio papà avevo undici anni e il mio desiderio più grande era proprio quello di potergli parlare, ancora una volta, ero convinta che un modo ci fosse e che prima o poi lo avrei trovato. E' vero, ero una una bambina, ma quando più tardi se ne andò mio fratello accadde la stessa cosa; anzi, cercai di convincere la mia insegnante di recitazione, di cui si narravano le doti di sensitiva, a mettermi in contatto con lui, avevo diciott'anni e non credevo a un all'aldilà nel senso religioso del termine, solo assecondavo l'angoscia che mi straziava. Per fortuna, l'intelligente Lea, mi dissuase e mi aiutò a realizzare un genere diverso di elaborazione del lutto.

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  8. Il desiderio dell'alunno della 'Povna lo trovo perfettamente naturale, invece quell'idea di mettere il telefonino (caricato) nella bara mi genera angoscia, sembra un po' l'idea per un classico racconto dell'orrore ma aggiornato al Duemila. Sarà la commistione di tecnologia e credenze sovrannaturali. Tuttavia concordo che ognuno ha i suoi modi di elaborare il lutto, quindi… OK!

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  9. @Marcello, non è una contestazione a ciò che scrivi, è un sottolineare quanto e come il cervello possa "sfasare".

    @Non ricordo il particolare, Povna.

    @Pandora, molto "forte" la tua esperienza; grazie per averla condivisa.

    @Flalia, pare un plot per un horror.

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  10. Caro Mel:  nell'estate di due anni e mezzo fa, io  scrissi  nel mio blog che ero andata nella casa dei nonni materni, in costa azzurra. Si pensa che quelle zone siano super vippose ma non è così,  vi sono ampie zone di campagna dove la gente ha una mentalità  arretrata e ingenua, ed ho raccontato di una vicina di casa che siamo andate a trovare per farle le condoglianze: le era appena morto un figlio giovane, un ufficiale di mare, e gli aveva fatto l'altarino in salotto con fotografia, candele ecc, ma soprattutto con il suo cellulare, la sua carta di credito e il suo accendino!!!! e qualche altro ammenniccolo che ho dimenticato.  Che dire?  così è, e non solo nelle campagne ma pure nelle grandi città.

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  11. Ombra, grazie per la segnalazione! Intorno ai morti, o meglio a vivi sui morti, fioriscono molte leggende e si praticano vari rituali; tra questi ultimamente ho saputo che, tumulata la salma, si pone su un angolo della casa la foto del morto, pane, acqua e un cero. Servirebbero a saziare il defunto e a permettergli di raggiungere l'aldilà.

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