No parole, no party!

gandolfi_ercoleCiccioprof ha impreziosito col suo intervento il post precedente. Per continuare la festa,voglio spendere qualche parola sul termine “persona”, che i Latini traducono con “maschera d’attore”.
Per noi moderni “persona” allude all’essere umano cosciente di sé, moralmente autonomo, capace di diritti e di doveri. Invece da “persona” è derivato “personaggio”, ossia il protagonista di una qualsivoglia forma mimetica e/o diegetica, dalla tragedia alla commedia, dal poema al romanzo e così via. Spesso il termine teatrale si carica di senso negativo, se adoperato in un contesto non letterario. Una “persona” sui generis siamo pronti a definirla, non a caso, “personaggio”; quante volte, anche ad un amico, abbiamo esclamato “Sei un personaggio”, alludendo alle sue stranezze sul piano caratteriale o all’abbigliamento bizzarro e così via! Altre volte lo adoperiamo pure in senso positivo, per lodare qualcuno o evidenziarne il ruolo.
Come spesso accade nei fenomeni linguistici, il significato di una parola è conferito dal contesto culturale. Appena spirano venti contrari alla sua radice etimologica, ecco cambiare il significato! Una parola non è mai, perciò, “pura”, così come fu pronunciata la prima volta. Su essa si sedimentano i segni del tempo, come su un’anfora in fondo al mare. L’archeologo di turno o il subacqueo possono riportarla alla luce, ma l’anfora avrà mai la stessa lucentezza di un tempo? Solo con un lavoro paziente e meticoloso la si può riportare alla fattura originaria. Eppure proprio ciò appassiona di più gli innamorati della lingua e delle parole: la fatica!
 
(Nell’immagine settecentesca Ercole; autore uno dei fratelli Gandolfi)

9 pensieri su “No parole, no party!

  1. Come suona bene “bella persona”.
    Quando lo dico, quando lo scrivo è festa nell’animo.
    Una bella persona, una persona autentica e generosa.
    Questi gli attributi di partenza nel mio considerare “bella persona” qualcuno.
    Quindi lontano da personaggio e mascheramento.
    E il termime “personale” ha a che vedere con intimo e privato.
    Inutile chiamare in causa Pirandello, scontato che noi si sia per gli altri ciò che appariamo, non è scontato che tanti fatichino per divenire “personaggi” dimenticando di essere persone.
    maria

    "Mi piace"

  2. A volte si contrappone la parola più “calda” persona a quella più “fredda”: individuo (un giorno ho assistito a una lunga disputa su tale confronto e non l’ho più dimenticata, anzi faccio sempre caso all’uso di un termine anziché dell’altro).
    Sulla fatica del risalire al significato originario, ricordo una lezione di filosofia in cui il prof. per due ore ci fece la storia della parola fondamentale “sostanza” (stavamo affrontando l’amato Spinoza) recuperandone i significati a ritroso nel tempo (e l’uso che ne avevano fatto i vari filosofi), provocando entusiasmo in alcuni, colpi di sonno ad altri.

    "Mi piace"

  3. E’ significativa anche la storia del termine “etimo”, la forma originaria delle parole prima delle trasformazioni nel corso della vita umana. ‘Etumon’ in greco vuol dire “vero”, quindi rimanderebbe a “etimo” quale “significato vero” della parola. E, invece, no, l’etimo è solo il più antico e l’ultima possibile ricostruzione. Il significato ultimo, quindi, in senso cronologico dovrebbe essere quello vero. Ma è proprio vero che sia così?

    "Mi piace"

  4. Che la lingua cambi è naturale e quindi giusto.
    Diverso è usare i termini con approssimazione.
    Già la lingua è una trasformazione del pensiero, ed ogni riproduzione implica una perdita di “definizione” dell’originale, se a questo aggiungiamo ignoranza del codice e di esatta relazione tra significato e significante ne viene fuori l’approssimazione della comunicazione. Sempre che la comunicazione abbia un suo senso effettivo d trasmettere.
    Il che spesso è raro.
    maria

    "Mi piace"

  5. Indagare l’etimologia delle parole, dall’esterno sembrerebbe roba da filologi (come a dire che non vale niente), ed invece scopri che è un lavoro appassionante e vivo, intenso. Che so, quando mai ti verrebbe in mente che edicola, il posto dove vai a comprare la ‘Settimana enigmistica’, come parola deriva da aedes, la casa dell’uomo o degli dei, ecc.

    "Mi piace"

  6. Io invece non ti parlo di etimologia ma di soggettività.

    La parola “persona” mi fa venire in mente il film di Bergman che vidi per la prima volta quando ero bambina, e mi spaventò.
    Negli ultimi tempi, invece, mi evocava S., che diceva sempre che non esistono uomini o donne, ma persone: lo diceva non con qualche nobile intento, ma per giustificare la sua bisessualità.

    Il film di Bergman, quando ero troppo piccola per capirne la bellezza, mi spaventò. S., in anni recenti, me ne ha combinati di tutti i colori.
    Risultato, la parola “persona”, nella mia mente, si è caricata, nei vari momenti della mia vita (e così è rimasta) di significati ambigui e inquietanti.

    "Mi piace"

Lascia un commento