E dopo le rose le spine, quelle della conclusione dell’anno scolastico, che raggiunge il suo acme nel mese di maggio per il carico burocratico(per me doppio) e in quello di giugno per lo scrutinio finale. Questo momento l’abbiamo tutti vissuto con un certo patema e con tanti punti di domanda intrecciati inestricabilmente nella testa, soprattutto perché a gran parte delle operazioni finali avrebbe sovrinteso niente meno che il nuovo dirigente, la novità che più ha caratterizzato il mio ’23-’24. Di lui avrò modo di parlare, ma ora è necessario concentrarsi sullo scrutinio, nel corso del quale, ma anche prima, tanti 4 si sono mirabilmente trasformati in 6. Le avvisaglie c’erano state tutte, come le operazioni sotterranee di convincimento dei colleghi da parte di una crocerossina della scuola, che ha brigato dietro le quinte per sponsorizzare la promozione di un alunno dal rendimento disastroso. Allo scrutinio immaginavamo, io e le colleghe oneste, che il dirigente, complice la Teresa di Calcutta, avrebbe perorato la giusta causa, costringendo il consiglio a promuovere il ragazzo. Così non è stato e, al di là del mio fegato marcio, il garante si è mostrato all’altezza del suo compito, non solo per aver addotto motivazioni pedagogiche di grande valore, ma anche per aver rispettato le regole della democrazia: tutti abbiamo votato in scienza e coscienza. La figuraccia l’hanno fatta i pavidi, ossia quelli che preventivamente, presi da sacro timore reverenziale nei confronti del dirigente, hanno convertito i 4 in 6, i vacanzieri festaioli, ossia quelli che neanche a pagamento vorrebbero rientrare in servizio a scuola a fine agosto per sottoporre gli alunni alla verifica del debito formativo e, infine, i conduttori dei mirabili corsi pnrr che, per dare una motivazione pedagogica ai loro interventi generalmente farlocchi pagati profumatamente, hanno scritto nelle loro relazioni menzogne colossali e verità piccine.
Io, a fine, agosto, rientrerò a scuola. Non posso svendere la mia dignità professionale per un pugno di giorni di vacanza in più.